Visualizza Versione Completa : A quanti km. dalle colline, mediamente, definite le zone pedecollinari?
geloneve
17-02-2011, 12:18
Dopo questo sondaggio che feci tempo fa
http://www.forumeteo-emr.it/showthread.php?t=4887
ora ne faccio uno nuovo...
A quanti km dalle colline definite, mediamente, una zona come pedecollinare? (ad esempio in caso di stau, CAD, ecc)
marco dv
17-02-2011, 13:05
La bassa fascia pedecollinare romagnola - compresa tra circa 80 e 200 m di quota - è caratterizzata dalla presenza di antichi suoli decalcificati e arrossati per la relativa abbondanza di rugginosi idrossidi di ferro (i cosiddetti “terreni ferrettizzati”). Si tratta in genere di suoli poveri, relativamente acidi, nei cui settori con esposizione nord e pendenza più accentuata l’uomo ha preferito mantenere l’originale bosco di querce oppure ricavarne castagneti. E’ così che, per la particolarità della loro copertura vegetale, i boschetti pedecollinari del Faentino tra Oriolo e Tebano – ma soprattutto intorno a Castel Raniero - hanno attirato l'attenzione di vari botanici, tra i quali ricordiamo prima il faentino Lodovico Caldesi poi il forlivese Pietro Zangheri.
La vegetazione
In epoca antica i boschi pedecollinari erano in diretta continuità con la primitiva “foresta padana” e, con la completa scomparsa di quest’ultima, attualmente ne costituiscono minuscoli ma importantissimi lembi relitti. Protagoniste assolute nella copertura arborea sono le querce come il Cerro (Quercus cerris) e soprattutto la Roverella (Quercus pubescens), a cui si aggiungono numerose specie accompagnatrici più o meno comuni come il Carpino nero (Ostrya carpinifolia) e l’ Orniello (Fraxinus ornus) ma anche il Sorbo (Sorbus domesticus), il Ciavardello (Sorbus torminalis) e il Nespolo (Mespilus germanica). Il sottobosco, assai ricco, è caratterizzato dalla presenza di moltissime essenze arbustive ed erbacee tra cui spiccano il Dente di cane(Erythronium dens-canis L.), la Scilla silvestre (Scilla bifolia), il Bucaneve (Galanthus nivalis), Orchidee e Garofanini, il Giglio rosso (Lilium bulbiferum), che, per la relativa rarità, rientrano tutte tra le specie protette dalla L.R. n.2/77. Al margine del bosco o nelle radure vegetano, talvolta, non comuni arbusti caratteristici della brughiera sempreverde mediterranea come l’Erica (Erica arborea) e il Cisto femmina (Cistus salvifolius); tali ambienti, assolati e asciutti, sono inoltre caratterizzati da un corteo di piante poco diffuse quali la Rosa serpeggiante e di San Giovanni, il Citiso peloso, la Ginestrella (Genista tintoria)e la Vescicaria oppure il sempreverde Alaterno (Rhammus alaternus). Per cause legate principalmente all’azione dell’uomo sono proprio le specie di questi ambienti marginali a correre i maggiori rischi di scomparsa.
La fauna
Pur limitandoci ovviamente a semplici accenni, di fatto in tale area - quasi a ridosso della via Emilia - si possono osservare gran parte degli animali genericamente presenti in quasi tutto l'Appennino (biacco, poiana, scoiattolo, volpe, capriolo, ecc.). Fra gli uccelli va ricordato perlomeno il Picchio rosso maggiore (Picoides major), un po’ il simbolo di questi boschi insieme al suo “cugino” Picchio verde (Picus viridis). Pure il coloratissimo Gruccione (Merops apiaster), che non è affatto specie forestale e frequenta gli ambienti aperti, trova qui le scarpate sabbiose in cui scavare il proprio nido. Invece fra i mammiferi sono ben rappresentativi - anche se non esclusivi - sia il Tasso (Meles meles) che, da qualche anno, l’Istrice(Hystrix cristata). Nei vecchi rifugi scavati durante l’ultima guerra sono inoltre presenti interessanti popolazioni di chirotteri tra i quali figurano costantemente sia il Ferro di cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum) che il Ferro di cavallo minore, mentre più sporadici appaiono il Rinolofo euriale, il Serotino (Eptesicus serotinus) e l’Orecchione (Plecotus austriacus).
(Testo e foto a cura dell’Associazione culturale PANGEA-Faenza)
Per approfondimenti:
S. Bassi & M. Sami 2003 – Relitti di antiche foreste nei pressi di Faenza (RA). “Quaderno di Studi e Notizie di Storia Naturale della Romagna”, 18: pp.139-152.
geloneve
22-02-2011, 17:39
Up!
massimobandini
23-02-2011, 18:52
ciao,
io non sto votando ma sono giorni che penso a cosa voglia dire il titolo
sono serio
A quanti km. dalle colline, mediamente, definite le zone pedecollinari? ci ho capito nulladrink2
geloneve
24-02-2011, 09:13
ciao,
io non sto votando ma sono giorni che penso a cosa voglia dire il titolo
sono serio
A quanti km. dalle colline, mediamente, definite le zone pedecollinari? ci ho capito nulladrink2
Effettivamente non è descritto bene…
Cmq volevo chiedere: sino a quanti km dalle colline è ampia la fascia di PIANURA che viene definita pedecollinare.
Spero d’essermi spiegato meglio…read//
drink2
Effettivamente non è descritto bene…
Cmq volevo chiedere: sino a quanti km dalle colline è ampia la fascia di PIANURA che viene definita pedecollinare.
Spero d’essermi spiegato meglio…read//
drink2
Secondo me la fascia pedecollinare è inferiore a 1 km, diciamo alcune centinaia di metri.
Ma poi questa zona è pianura o collina ?
SimoneBo
24-02-2011, 15:34
secondo me è la fascia strettamente a ridosso dei primi rilievi, tra 1 e 5 km. le mappe della nevosità evidenziano questa zona ed aiutano a capirne l'estensione. in emilia romagna la via emilia è una buona approssimazione per stabilire il limite della pedemontana.
http://marcopifferetti.altervista.org/carte%20neve%2010-11/28-11-10.htm
Bah indicativamente 0-3km poi dipende...esempio nella zona di castel san pietro-imola la via emilia è già in pedecollinare mentre da modena,reggio,parma eccetera è ben distante (circa 8-9km)
vorrei cambiare voto, ho riflettuto un po.....
come si fa?
vorrei cambiare voto, ho riflettuto un po.....
come si fa?
E' vietato cambiare idea! haha//..
and.tura
01-03-2011, 18:28
0-3 km direi che sia il migliore... concordo con la linea della via Emilia...
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