massimo anzola
04-02-2016, 15:48
Visto che in un altro TD si è citato l'inverno 2009/10 voglio qui riproporre col "copia/incolla", l'articolo che scrissi a caldo nel marzo 2010 pochi giorni dopo l'ultima nevicata.
L'articolo era pubblicato nel vecchio sito di Emiliaromagnameteo ed è andato perduto con la creazione del nuovo sito.
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I cinque gioielli della grande neve
(ovvero: Un grande inverno in 10 capitoli)
Questa è una cronaca a caldo, a poche ore dall’ultimo grande evento nevoso, che vuole ripercorrere col ricordo le continue emozioni provate durante quattro splendidi mesi di un inverno fra i più grandi degli ultimi decenni, un inverno che non è esagerazione definire storico, un inverno di cui si parlerà ancora molto negli anni futuri: e così come si ricordano il '29, il '56, il '63, l'85, sicuramente un posto importante nella memoria di ognuno di noi verrà occupato anche dal 2009/2010.
E’ un racconto fatto di ricordi e di emozioni, quindi, non di analisi statistico-matematiche e di carte meteorologiche: per queste analisi ci vorrà più tempo e saranno necessarie persone più esperte del sottoscritto. Persone che non mancheranno di dire la loro nei prossimi giorni, quando sarà tempo di bilanci.
Fatta questa doverosa premessa, è tempo di iniziare il nostro racconto:
Capitolo 1: l’attesa
Dopo un autunno non particolarmente entusiasmante ed un lungo blocco anticiclonico che ha caratterizzato tutta la seconda quindicina di novembre, ai primi di dicembre la situazione finalmente evolve e dopo alcune perturbazioni atlantiche, le carte intravedono finalmente l’arrivo del primo vero freddo invernale. accompagnato dalle prime nevicate.
Ed eccoci infatti arrivati al 14 dicembre, quando la prima neve della stagione imbianca le nostre contrade.
Continue spolverate cadono un po’ tutti i giorni fino al 17, con qualche centimetro d’accumulo. Niente di eccezionale, ma c’è da essere comunque molto soddisfatti: è pur sempre una discreta nevicata, dopo anni di magra. E poi, l’inverno è appena iniziato, ma soprattutto le carte intravedono, già per il 18, una ben più appetitosa situazione da neve
Capitolo 2: il primo gioiello della grande neve (una nevicata d’altri tempi)
L’attesa è spasmodica: troppe volte le carte sono cambiate all’ultimo istante trasformando l’attesa della neve in una grande delusione, ma stavolta questo non succede: ad ogni emissione le mappe confermano, anzi ulteriormente migliorano, fino all’ultimo fantastico responso nel pomeriggio di venerdì 18 dicembre: ELBA LOW !!
Torno a casa venerdì sera a bufera già iniziata, appena in tempo, prima che le strade diventino impraticabili. Passo la serata fra la finestra e il PC a godermi la nevicata sempre più intensa e con una temperatura sempre più da favola.
Quando salta la luce vado letto. Sabato mattina, al risveglio, il paesaggio è incantevole: nevica ancora, ma il grosso si è già depositato; la temperatura scesa è fino a –4.1: un sogno.
Esco di casa: la scala esterna è coperta da una spesso manto di soffice neve. La neve secca e farinosa ha ricoperto tutto, anche gli angoli più riparati. Col metro misuro lo spessore: 30 fantastici centimetri.
La prima cosa da fare è immortalare lo splendido paesaggio: in pochi minuti esaurisco la memoria della macchina fotografica digitale.
La seconda cosa da fare è spalare: compito ingrato per la mia schiena malandata, ma stavolta non mi accorgo nemmeno di far fatica, tanto la neve è soffice e leggera.
Le ore, i giorni che seguono la fine della nevicata sono storici: minime eccezionali a due cifre come da anni non si vedevano, massime che rimangono ben lontane dagli zero gradi, temperature che già dopo il tramonto precipitano sotto i –10, freezing fog e sontuosa galaverna.
Ma la musica purtroppo è destinata a cambiare ben presto: la gioia prodotta da queste splendide giornate di freddo e neve è offuscata dalle ignobili mappe previsionali relative al periodo natalizio
Capitolo 3: la grande scaldata
Preceduta da un fenomenale gelicidio inizia la terribile scaldata di Natale, quando l’Europa è investita da isoterme che che si vedono solo in piena estate.
Il disgelo è rovinoso, le temperature raggiungono valori abominevoli proprio la vigilia ed il giorno di Natale (fino a +20 in Romagna), la neve si scioglie in un baleno.
Sembra già finita dopo che era appena cominciata, ma per fortuna dopo Natale le mappe riprendono darci un po’ speranza nel ritorno del freddo per i primi di gennaio
Capitolo 4: il secondo gioiello della grande neve (il ritorno della dama)
La neve finalmente ritorna il 5 gennaio, in tempo per l’appuntamento tradizionale dell’Epifania (la cagadeina d’la Vecia: è un diffuso modo di dire tradizionale e pittoresco nelle campagne ad ovest di Bologna). Nevica dalla sera del 5 fino alla mattina del 6. Superbo il paesaggio nel giorno della Befana.
Una decina di centimetri belli secchi e farinosi.
Bentornata, dama !
Capitolo 5: interludio
Finiscono le feste natalizie e lo scenario cambia nuovamente: inizia un periodo di transizione, non particolarmente entusiasmante, ma che comunque rientra nella tradizione meteo di gennaio.
Il tutto però coincide con una nuova cocente delusione: un potente nocciolo d’aria artica, che sembrava dovesse giungere sull’Italia portandoci nuove godurie nevose, all’ultimo momento devia su Francia e Spagna lasciandoci con l’amaro in bocca.
E mentre da noi il tempo diventa mite e piovoso, i nostri cugini latini sono sommersi da freddo e neve storici.
Ma un contentino c’è anche per noi: dal 19 al 21 gennaio, grazie all’inversione, abbiamo tre fantastici ed inattesi giorni di ghiaccio, con nebbia ed un po’ di galaverna.
Insomma, nonostante tutto, l’inverno c’e’ ancora.
Ed alla fine, il Generale torna e ricordarsi di noi……
Capitolo 6: il terzo gioiello della grande neve (tornano le bianche truppe del Generale)
La terza decade inizia in modo elettrizzate: giorno dopo giorno le carte ci fanno sempre più sognare:
ed alla fine il sogno s’avvera.
Comincia a nevicare nella mattinata del 26 gennaio.
Neve dapprima debole, lenta, poi sempre più forte e convinta.
E di sera/notte è bufera.
E di mattina ci sono 15 cm. nuovi di pacca ed un paesaggio nuovamente fiabesco
Capitolo 7: il quarto gioiello della grande neve (la tempesta di S.Geminiano)
Stavolta non c’è tempo per rifiatare; la neve caduta non fa in tempo a sciogliersi che già si profila una nuova stupenda nevicata.
A dire il vero, fino all’ultimo non si ha un’idea troppo chiara di quanta neve potrà venire e le ore di sabato 30 passano nell’incertezza, ma domenica 31 gennaio quando apro la finestra è apoteosi bianca.
Il vento ulula fra le connessure degli scuri, la neve polverosa è sollevata dalla tempesta in un potente scaccianeve,.ma per il momento l’accumulo è modesto.
Le notizie e le foto da internet fanno invece vedere l’incredibile precipitazione a falde larghe in corso nel Modenese.
Ho un po’ d’invidia e un po’ di delusione, nonostante la tempesta urlante e il paesaggio artico l’accumulo stenta ad aumentare.
Questa situazione, tuttavia, dura molto poco: il nucleo modenese arriva finalmente anche da me e in 2-3 ore di violenta tormenta con neve praticamente orizzontale si depositano 22 cm.
Di sera fa in tempo a rasserenare senza un grande scioglimento e subito la temperatura piomba sotto i –10.
A Modena la tempesta provoca l’annullamento di tutte le manifestazioni previste per la festa del Santo Patrono.
Nei 2-3 giorni successivi rivediamo le gelide minime a due cifre che avevano allietato dicembre.
Ed intanto inizia febbraio…, ma febbraio delude.
Capitolo 8: la grande delusione
Quando martedì sera 9 febbraio, a meno di 12 ore dall’evento, le mappe ci danno l’ennesima conferma siamo ormai sicuri: ci aspetta un’altra goduria nevosa da 30-40 cm.
Ed invece…
Mercoledì comincia a nevicare molto presto, prima del previsto e già alla partenza è subito neve, non acqua. Sembra che tutto cominci nel migliore dei modi.
L’attesa per il pomeriggio, quando dovrebbe cominciare il grosso della nevicata, è spasmodica, un nuovo grande evento è pressoché sicuro.
Ma il grande evento non si verifica: passano le ore e la neve non aumenta, anzi diminuisce, poi vira addirittura in pioggia.
Ormai i peggiori timori diventano certezza: qualcosa è cambiato all’ultimo minuto; l’aria fredda non è arrivata, è rimasta troppo a nord o troppo ad ovest, producendo un minimo troppo sfavorevole per noi.
La delusione è profonda, totale.
Ma questo inverno è comunque diverso dagli altri: anche quando delude un contentino ce lo dà comunque.
Ed allora ecco che nella notte fra lì11 e il 12 febbraio cadono 5-6 cm. di neve.
La mattina di venerdì 12 febbraio il paesaggio torna ad essere bello e suggestivo, da cartolina natalizia: anche febbraio ha dato il suo contributo a questo grande inverno, ma si è trattato di un modesto contributo.
Capitolo 9: la falsa primavera
Febbraio prosegue su binari anonimi e la fine del mese è anzi caratterizzata dai primi tepori primaverili.
Ormai l’inverno sembra archiviato, gli abiti più pesanti vengono riposti negli armadi, si pensa al risveglio primaverile, alle prime fioriture degli alberi più precoci.
Ma il Generale non ha ancora alcuna intenzione di smobilitare; dalla sua roccaforte dell’Europa Nordorientale prepara le truppe per un nuovo, poderoso assalto.
Personalmente, in quei giorni d’attesa, ravviso molte analogie con la situazione che precedeva il marzo 1976, un grande marzo di neve. Vuoi vedere che…..
L'articolo era pubblicato nel vecchio sito di Emiliaromagnameteo ed è andato perduto con la creazione del nuovo sito.
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I cinque gioielli della grande neve
(ovvero: Un grande inverno in 10 capitoli)
Questa è una cronaca a caldo, a poche ore dall’ultimo grande evento nevoso, che vuole ripercorrere col ricordo le continue emozioni provate durante quattro splendidi mesi di un inverno fra i più grandi degli ultimi decenni, un inverno che non è esagerazione definire storico, un inverno di cui si parlerà ancora molto negli anni futuri: e così come si ricordano il '29, il '56, il '63, l'85, sicuramente un posto importante nella memoria di ognuno di noi verrà occupato anche dal 2009/2010.
E’ un racconto fatto di ricordi e di emozioni, quindi, non di analisi statistico-matematiche e di carte meteorologiche: per queste analisi ci vorrà più tempo e saranno necessarie persone più esperte del sottoscritto. Persone che non mancheranno di dire la loro nei prossimi giorni, quando sarà tempo di bilanci.
Fatta questa doverosa premessa, è tempo di iniziare il nostro racconto:
Capitolo 1: l’attesa
Dopo un autunno non particolarmente entusiasmante ed un lungo blocco anticiclonico che ha caratterizzato tutta la seconda quindicina di novembre, ai primi di dicembre la situazione finalmente evolve e dopo alcune perturbazioni atlantiche, le carte intravedono finalmente l’arrivo del primo vero freddo invernale. accompagnato dalle prime nevicate.
Ed eccoci infatti arrivati al 14 dicembre, quando la prima neve della stagione imbianca le nostre contrade.
Continue spolverate cadono un po’ tutti i giorni fino al 17, con qualche centimetro d’accumulo. Niente di eccezionale, ma c’è da essere comunque molto soddisfatti: è pur sempre una discreta nevicata, dopo anni di magra. E poi, l’inverno è appena iniziato, ma soprattutto le carte intravedono, già per il 18, una ben più appetitosa situazione da neve
Capitolo 2: il primo gioiello della grande neve (una nevicata d’altri tempi)
L’attesa è spasmodica: troppe volte le carte sono cambiate all’ultimo istante trasformando l’attesa della neve in una grande delusione, ma stavolta questo non succede: ad ogni emissione le mappe confermano, anzi ulteriormente migliorano, fino all’ultimo fantastico responso nel pomeriggio di venerdì 18 dicembre: ELBA LOW !!
Torno a casa venerdì sera a bufera già iniziata, appena in tempo, prima che le strade diventino impraticabili. Passo la serata fra la finestra e il PC a godermi la nevicata sempre più intensa e con una temperatura sempre più da favola.
Quando salta la luce vado letto. Sabato mattina, al risveglio, il paesaggio è incantevole: nevica ancora, ma il grosso si è già depositato; la temperatura scesa è fino a –4.1: un sogno.
Esco di casa: la scala esterna è coperta da una spesso manto di soffice neve. La neve secca e farinosa ha ricoperto tutto, anche gli angoli più riparati. Col metro misuro lo spessore: 30 fantastici centimetri.
La prima cosa da fare è immortalare lo splendido paesaggio: in pochi minuti esaurisco la memoria della macchina fotografica digitale.
La seconda cosa da fare è spalare: compito ingrato per la mia schiena malandata, ma stavolta non mi accorgo nemmeno di far fatica, tanto la neve è soffice e leggera.
Le ore, i giorni che seguono la fine della nevicata sono storici: minime eccezionali a due cifre come da anni non si vedevano, massime che rimangono ben lontane dagli zero gradi, temperature che già dopo il tramonto precipitano sotto i –10, freezing fog e sontuosa galaverna.
Ma la musica purtroppo è destinata a cambiare ben presto: la gioia prodotta da queste splendide giornate di freddo e neve è offuscata dalle ignobili mappe previsionali relative al periodo natalizio
Capitolo 3: la grande scaldata
Preceduta da un fenomenale gelicidio inizia la terribile scaldata di Natale, quando l’Europa è investita da isoterme che che si vedono solo in piena estate.
Il disgelo è rovinoso, le temperature raggiungono valori abominevoli proprio la vigilia ed il giorno di Natale (fino a +20 in Romagna), la neve si scioglie in un baleno.
Sembra già finita dopo che era appena cominciata, ma per fortuna dopo Natale le mappe riprendono darci un po’ speranza nel ritorno del freddo per i primi di gennaio
Capitolo 4: il secondo gioiello della grande neve (il ritorno della dama)
La neve finalmente ritorna il 5 gennaio, in tempo per l’appuntamento tradizionale dell’Epifania (la cagadeina d’la Vecia: è un diffuso modo di dire tradizionale e pittoresco nelle campagne ad ovest di Bologna). Nevica dalla sera del 5 fino alla mattina del 6. Superbo il paesaggio nel giorno della Befana.
Una decina di centimetri belli secchi e farinosi.
Bentornata, dama !
Capitolo 5: interludio
Finiscono le feste natalizie e lo scenario cambia nuovamente: inizia un periodo di transizione, non particolarmente entusiasmante, ma che comunque rientra nella tradizione meteo di gennaio.
Il tutto però coincide con una nuova cocente delusione: un potente nocciolo d’aria artica, che sembrava dovesse giungere sull’Italia portandoci nuove godurie nevose, all’ultimo momento devia su Francia e Spagna lasciandoci con l’amaro in bocca.
E mentre da noi il tempo diventa mite e piovoso, i nostri cugini latini sono sommersi da freddo e neve storici.
Ma un contentino c’è anche per noi: dal 19 al 21 gennaio, grazie all’inversione, abbiamo tre fantastici ed inattesi giorni di ghiaccio, con nebbia ed un po’ di galaverna.
Insomma, nonostante tutto, l’inverno c’e’ ancora.
Ed alla fine, il Generale torna e ricordarsi di noi……
Capitolo 6: il terzo gioiello della grande neve (tornano le bianche truppe del Generale)
La terza decade inizia in modo elettrizzate: giorno dopo giorno le carte ci fanno sempre più sognare:
ed alla fine il sogno s’avvera.
Comincia a nevicare nella mattinata del 26 gennaio.
Neve dapprima debole, lenta, poi sempre più forte e convinta.
E di sera/notte è bufera.
E di mattina ci sono 15 cm. nuovi di pacca ed un paesaggio nuovamente fiabesco
Capitolo 7: il quarto gioiello della grande neve (la tempesta di S.Geminiano)
Stavolta non c’è tempo per rifiatare; la neve caduta non fa in tempo a sciogliersi che già si profila una nuova stupenda nevicata.
A dire il vero, fino all’ultimo non si ha un’idea troppo chiara di quanta neve potrà venire e le ore di sabato 30 passano nell’incertezza, ma domenica 31 gennaio quando apro la finestra è apoteosi bianca.
Il vento ulula fra le connessure degli scuri, la neve polverosa è sollevata dalla tempesta in un potente scaccianeve,.ma per il momento l’accumulo è modesto.
Le notizie e le foto da internet fanno invece vedere l’incredibile precipitazione a falde larghe in corso nel Modenese.
Ho un po’ d’invidia e un po’ di delusione, nonostante la tempesta urlante e il paesaggio artico l’accumulo stenta ad aumentare.
Questa situazione, tuttavia, dura molto poco: il nucleo modenese arriva finalmente anche da me e in 2-3 ore di violenta tormenta con neve praticamente orizzontale si depositano 22 cm.
Di sera fa in tempo a rasserenare senza un grande scioglimento e subito la temperatura piomba sotto i –10.
A Modena la tempesta provoca l’annullamento di tutte le manifestazioni previste per la festa del Santo Patrono.
Nei 2-3 giorni successivi rivediamo le gelide minime a due cifre che avevano allietato dicembre.
Ed intanto inizia febbraio…, ma febbraio delude.
Capitolo 8: la grande delusione
Quando martedì sera 9 febbraio, a meno di 12 ore dall’evento, le mappe ci danno l’ennesima conferma siamo ormai sicuri: ci aspetta un’altra goduria nevosa da 30-40 cm.
Ed invece…
Mercoledì comincia a nevicare molto presto, prima del previsto e già alla partenza è subito neve, non acqua. Sembra che tutto cominci nel migliore dei modi.
L’attesa per il pomeriggio, quando dovrebbe cominciare il grosso della nevicata, è spasmodica, un nuovo grande evento è pressoché sicuro.
Ma il grande evento non si verifica: passano le ore e la neve non aumenta, anzi diminuisce, poi vira addirittura in pioggia.
Ormai i peggiori timori diventano certezza: qualcosa è cambiato all’ultimo minuto; l’aria fredda non è arrivata, è rimasta troppo a nord o troppo ad ovest, producendo un minimo troppo sfavorevole per noi.
La delusione è profonda, totale.
Ma questo inverno è comunque diverso dagli altri: anche quando delude un contentino ce lo dà comunque.
Ed allora ecco che nella notte fra lì11 e il 12 febbraio cadono 5-6 cm. di neve.
La mattina di venerdì 12 febbraio il paesaggio torna ad essere bello e suggestivo, da cartolina natalizia: anche febbraio ha dato il suo contributo a questo grande inverno, ma si è trattato di un modesto contributo.
Capitolo 9: la falsa primavera
Febbraio prosegue su binari anonimi e la fine del mese è anzi caratterizzata dai primi tepori primaverili.
Ormai l’inverno sembra archiviato, gli abiti più pesanti vengono riposti negli armadi, si pensa al risveglio primaverile, alle prime fioriture degli alberi più precoci.
Ma il Generale non ha ancora alcuna intenzione di smobilitare; dalla sua roccaforte dell’Europa Nordorientale prepara le truppe per un nuovo, poderoso assalto.
Personalmente, in quei giorni d’attesa, ravviso molte analogie con la situazione che precedeva il marzo 1976, un grande marzo di neve. Vuoi vedere che…..