PDA

Visualizza Versione Completa : Global Warming


Pagine : 1 2 3 4 5 6 7 8 9 [10]

sanpei
28-10-2023, 12:27
Nel suo La fisica del cambiamento climatico, Lawrence M. Krauss fa notare tre cose: 1) Questa madre di tutte le maree, questa inondazione di acqua salata, potrebbe inacidire rapidamente la più grande scodella di riso del mondo e portare alla fame quattordici milioni di persone nel giro di pochissimi anni. 2) Se la cosa non vi spaventa perché tanto non abitate nel delta del Mekong, tenete conto che lo stesso pericolo lo corrono posti che magari ci interessano di più, come la Florida, il bacino del Mississippi – ah, e la Pianura Padana. 3) Mentre a livello globale gli effetti del cambiamenti climatici potrebbero non manifestarsi per decenni, secoli o millenni, il Mekong sarà molto probabilmente la prima vittima della guerra «terra contro mare». Il delta del Mekong consente una previsione a breve termine degli effetti del cambiamento climatico: è a tutti gli effetti, sempre secondo la definizione di Krauss, «un canarino nella miniera di carbone del cambiamento climatico». L’usanza la conosciamo tutti: i minatori si portavano un canarino in una gabbietta quando scendevano nei cunicoli, e se per caso il canarino moriva era segno che la concentrazione di gas stava diventando pericolosa, e bisognava abbandonare il tunnel. Posti come il delta del Mekong, o la pianura Padana, o la foce del Mississippi sono «canarini climatici»: zone dove, a causa della scarsa altitudine e della vicinanza con un bicchierone di acqua salata, gli effetti del cambiamento climatico saranno visibili entro pochi anni. E mentre alcuni si possono ancora salvare, il delta del Mekong è condannato.

sanpei
28-10-2023, 12:28
Poi tocchera' a noi....diventeremo profughi climatici ?

Alex86a
28-10-2023, 21:46
Forse i nostri figli lo saranno... :(piang

campaz
29-10-2023, 06:09
A dirla tutta gran parte della Pianura Padana già non era vivibile fino a pochi secoli fa, era una grande palude resa vivibile solo grazie all'intervento dell'uomo con la costruzione di migliaglia di km di argini e altri migliaglia di km di canali. Il problema del mare che si alza è il problema più piccolo a confronto, serve un altro argine e qualche diga alle foci dei fiume come già esistono su diversi fiumi. Con tutto il lavoro fatto dall'uomo per rendere vivibile la Pianura Padana non sarà certo qualche decimetro in più di innalzamento del mare a metterlo in difficoltà... poi chiaro che serve essere formiche per certe sfide, come lo eravamo una volta, se ora invece siamo tutte cicale probabile che ci sarà da riabituarsi a tornare formiche, ma grazie alla tecnologia e le macchine che lavorano al posto dell'uomo credo che potremo rimanere cicale...
Tra l'altro, siamo già un popolo di migranti, l'Italia era un popolo di "montanari" che si sono trasferiti nelle Pianure anche proprio vicino al mare.

sanpei
04-11-2023, 07:00
Dino Zardi, professore ordinario di Fisica dell’atmosfera dell’Università di Trento, spiega a Paolo Virtuani che «la climatologia, suggerisce che sono probabili altri impulsi di maltempo, difficile ora dire di quale intensità». Zardi non si sottrae a un confronto con l’alluvione del 1966: «Quella del 1966 e Ciaran sono perturbazioni molto estese di tipo analogo. La differenza è che ora le temperature, e quindi le energie in gioco, sono molto più alte». C’entrano, insomma, i cambiamenti climatici: «Il Nord Atlantico nel 2023 ha registrato un riscaldamento significativo, che ha di gran lunga superato sia le medie trentennali che il primato precedente che risaliva solo all’anno scorso. Tempeste simili a Ciaran ci sono sempre state, ma abbiamo visto che i cambiamenti climatici le stanno rendendo più intense. Molti fenomeni meteorologici negli ultimi tempi sono stati amplificati. Occorrerà capire se le infrastrutture sono ancora adeguate per resistere a impatti di questo tipo».

campaz
04-11-2023, 10:18
Come precipitazioni, l' evento al 1966 è di gran lunga più abbondante, la media del bacino dell'Arno fu di 200 mm, questa volta solo alcuni affluenti hanno raggiunto tali cifre, non tutto il bacino, difatti l'Arno a Firenze non si avvicina nemmeno ai livelli del 1966

sanpei
05-11-2023, 09:20
Anche stavolta ci sono stati accumuli vicini a 200 mm ma su un bacino ristretto e ad Ovest di Firenze che non e' stata coinvolta. La cosa molto diversa e' stata la concentrazione in pochissimo tempo, il vero segnale del cambiamento climatico.

sanpei
08-11-2023, 13:44
Come diceva Gigio a suo tempo:

Coerentemente con valori termici da record (oceani in primis) la concentrazione di "acqua precipitabile" contenuta in Troposfera ha raggiunto, a ottobre, il picco assoluto dal 1940.

campaz
08-11-2023, 18:56
https://www.castelbolognese.org/miscellanea/storia/lalluvione-del-1966-a-castel-bolognese/

Il 1966 non è paragonabile, rimane ancora uno degli alluvioni più distruttivi in Italia come estensione di territori allagati, vittime e danni di ogni genere.
Pensare che anche l'Emilia Romagna fu alluvionati con diversi fiumi esondati, ma siccome la Toscana, Veneto e Friuli erano messi molto peggio, la nostra regione non viene nemmeno ricordata per quell'alluvione...
In Italia le 2 catastrofi più gravi sono il 1951 e 1966. Poi di alluvioni ce ne sono stati una infinità, ma le più estese sono quelle, anche la nostra di maggio potrebbe salire sul podio come estensione di territorio allagato, ma serve una ricerca accurata per dirlo...

sanpei
15-11-2023, 07:40
Nuovo (ennesimo) record di caldo assoluto per novembre in Spagna con 32,6 °C ad Alicante.

Martin MB
15-11-2023, 12:22
E corrispondenti -32 (mi pare) in Scandinavia

scarpasot
15-11-2023, 13:58
ieri sera conferenza a Correggio di Franco Prodi, a prescindere che si condividano o no le sue idee è stato molto interessante.

Inviato dal mio M2101K9AG utilizzando Tapatalk

sanpei
16-11-2023, 06:58
Errata corrige.
Il nuovo record assoluto nazionale di temperatura massima per il mese di novembre in Spagna è stato registrato ieri a Coin (+33,2 °C) non a Alicante (+32,6 °C, soltanto record cittadino).

Alex86a
16-11-2023, 20:26
Mai avrei pensato di vedere certe temperature a novembre, anche se in Spagna....stelle//.

Graupel
26-11-2023, 09:42
A 50 anni di distanza in media -2,7 % di neve a livello globale. E come da articolo, la termodinamica alla fine lascia poco scampo

https://edition.cnn.com/2023/11/25/weather/snowfall-temperatures-climate-change-water/index.html

campaz
26-11-2023, 10:46
Noi abbiamo perso molto di più del 2,7%, in 50 anni perdere solo il 2,7% sarebbe una misura impercettibile all'uomo, mi sembra strano che la media mondiale abbia perso così poco... ma d'altronde nelle zone più fredde del pianeta, con l'aumento delle temperature precipita di più, di conseguenza nevica anche maggiormente, mentre tutta la fascia temperata ha visto diminuire il periodo delle nevicate....

Graupel
26-11-2023, 12:32
Si, infatti ingrandendo l'immagine si nota come ci siano zone più "colpite" fra cui tutta Europa più o meno

sanpei
03-12-2023, 18:17
653 giorni senza neve a New York (Central Park), quasi il doppio del precedente record.

Martin MB
03-12-2023, 18:51
653 giorni senza neve a New York (Central Park), quasi il doppio del precedente record.

Davvero?? Avevo sentito che ne aveva fatta un po’ qualche giorno fa

sanpei
07-12-2023, 07:36
Italy had its warmest autumn on record since records began in 1800. The average temperature was 2.09 °C above the 1991-2020 reference period. The previous record of 2014 was beaten by as much as 0.8 °C.

sanpei
13-12-2023, 07:25
Oggi Malaga ha registrato 29,9 °C (12 dicembre) battendo il precedente record assoluto di caldo di dicembre sia per la città che per l'intera nazione. Diverse località hanno superato i 29 °C di temperatura massima.

sanpei
18-12-2023, 19:08
660 mm in 12 ore.

Australia’s Queensland state is experiencing some of its worst flooding in its history as remnants of Tropical Cyclone Jasper continue to dump phenomenal rainfall totals to the Cairns region of northern Qld. Two rain gauges have recorded over 660 mm (26 inches) of rain in just 12 hours, provisionally breaking the previous all-time state record of 617 mm set in 1972. Non-stop rain leads to widespread major flooding along Qld’s North Tropical Coast. Barron River at Myola is experiencing its highest flood levels in more than 100 years.

sanpei
27-12-2023, 12:37
Il caldo anomalo di questi ultimi giorni sta facendo toccare con mano gli effetti del cambiamento climatico. Magari sarà gradevole godersi a dicembre qualche giornata tiepida e con il sole, ma suscita anche interrogativi e preoccupazioni. Gli scienziati, da parte loro, sembrano tutti d’accordo almeno per quanto riguarda i primati toccati negli ultimi anni. «La Terra sta terminando il suo anno più caldo degli ultimi 174 anni», scrive il New York Times in lungo articolo in cui fa il punto sullo stato di salute del nostro pianeta ricordando che «le temperature globali di quest’anno non hanno battuto tutti i record precedenti, ma li hanno letteralmente polverizzati».

Nel lungo servizio si racconta che in molti stati americani, come del resto anche in Italia, a dicembre si stanno vivendo giornate praticamente primaverili. Ma dietro a questo aspetto piacevole fa capolino una domanda inquietante: il cambiamento climatico negli ultimi anni sta subendo un’accelerazione? «Quello che stiamo cercando, in realtà, è un insieme di prove corroboranti e univoche» afferma Chris Smith, scienziato del clima presso l’Università di Leeds.

Inoltre al momento gli scienziati non riescono a dire se siamo o meno vicino ad un punto di non ritorno. «Per quanto estreme siano state le temperature di quest’anno —si legge sul New York Times—, non hanno colto di sorpresa i ricercatori. I modelli computazionali degli scienziati offrono una gamma di temperature previste, e il caldo del 2023 è ancora ampiamente all’interno di questo intervallo, anche se nella fascia alta». Le temperature globali oscillano da tempo su e giù attorno a una tendenza costante al riscaldamento a causa di fattori ciclici come El Niño. E secondo gli stessi modelli il 2024 potrebbe essere ancora più caldo e battere ancora nuovi record.

sanpei
29-12-2023, 11:07
Il cambiamento climatico sta già modificando la geografia dell’agricoltura. Ci sono aree del mondo, storicamente centrali per alcune produzioni, che per colpa delle piogge torrenziali oppure dei prolungati periodi di siccità già oggi non sono più in grado di garantire gli stessi raccolti di sempre. È il caso della Costa d’Avorio, per esempio, che con 2,3 milioni di tonnellate all’anno è il primo produttore mondiale di cacao: negli ultimi anni ha cercato di resistere, ma tra siccità e malattie chiuderà il 2023 con un calo del raccolto del 25%. La mancanza di piogge sta azzoppando anche la Spagna, che è il primo produttore al mondo di olio d’oliva: nel 2022 c’è stato un tracollo del raccolto del 56% e anche per la campagna in corso il calo produttivo, rispetto a un’annata standard, sarà di circa il 35%.

Secondo il National climatic data centre, che registra le temperature mondiali dal 1850, quello che sta per chiudersi sarà ricordato come l’anno più caldo mai registrato sul pianeta, con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani che è risultata superiore di 1,15 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. L’Italia non ha fatto eccezione: nel 2023 la temperatura è stata di 1,05 gradi superiore rispetto alla media storica. Per questo la tendenza al surriscaldamento sta ridisegnando la mappa delle coltivazioni anche nel nostro Paese.

Il caldo ha cambiato anche la distribuzione sul territorio sia dei vigneti, che tendono a spostarsi verso l’alto come sta succedendo appunto in Valle d’Aosta, sia dell’olivo, che è ormai arrivato alle pendici delle Alpi. L’ultima frontiera dell’oro verde nazionale è la provincia di Sondrio,che si trova oltre il 46esimo parallelo, mentre negli ultimi dieci anni la coltivazione dell’ulivo sui costoni della montagna valtellinese è passata da zero a 10mila piante, su quasi 30mila metri quadrati di terreno. In Toscana sono arrivate le arachidi. E nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee.

Tratto dal SOLE 24 ORE del 29.12.2023 che consiglio "caldamente" a Campaz (e a tutti gli agricoltori del forum) di leggere.

campaz
31-12-2023, 08:47
Ma guarda Sanpei, il sali e scendi dei raccolti esiste da sempre, con una costante crescita media di produzione mondiale negli ultimi secoli dovuti all'avanzamento tecnologico e la crescita demografica (dovuto all'aumento di ricchezza e benessere) prendere qualche singola annata in qualche singolo stato, dove si vedono raccolti compromessi dal clima per dimostrare il cambiamento climatico non ha alcun senso, il cambiamento climatico c'è ed è inequivocabile, lo si vede dai dati raccolti di tutte le stazioni meteorologiche di rilevamento esistenti sul pianeta terra.
Le previsioni degli scienziati di 50 anni fa sull'aumento delle temperature si stanno dimostrando corrette, ma nonostante ciò non c'è stata nessun aumento di catastrofi umanitarie dovute al clima in termini di percentuali di morte.
Per esempio, un alluvione come quello Romagnolo del 16 maggio, quando avveniva 100 anni fa portava carestie e miseria con migrazioni e spopolamento di territori per i successivi decenni (tipo Polesine dopo il 1951), oggi invece, con le disponibilità economiche e tecnologiche Italiane, un alluvione con tempi di ritorno secolari si risolve in pochi mesi e mediamente la Romagna ne esce più ricca di prima, tra soldi che arrivano, chi ci ha mangiato sopra ecc... (pochi si troveranno più poveri di prima).
Quando ero bambino si parlava di 1/2°C di riscaldamento in più come un disastro apocalittico, il terrorismo climatico c'era eccome già 30/40 anni fa. Ebbene, ora i 2°C in più ci sono, eppure non vedo nulla di tutto quel disastro che ci raccontavano doveva succedere, i supermercati sono ancora pieni di prodotti, non vedo problemi di consumismo, anzi...
I problemi che mi preoccupano sono altri, vedi Ucraina e Gaza... scoppiano guerre ma non a causa dei cambiamenti climatici...
Poi per carità, se sapete fare a fermare il GW fatelo pure, non sono di certo io a impedirlo, ma non sono affatto preoccupato del GW, ho altre preoccupazioni...

lg59
31-12-2023, 12:11
Ma guarda Sanpei, il sali e scendi dei raccolti esiste da sempre, con una costante crescita media di produzione mondiale negli ultimi secoli dovuti all'avanzamento tecnologico e la crescita demografica (dovuto all'aumento di ricchezza e benessere) prendere qualche singola annata in qualche singolo stato, dove si vedono raccolti compromessi dal clima per dimostrare il cambiamento climatico non ha alcun senso, il cambiamento climatico c'è ed è inequivocabile, lo si vede dai dati raccolti di tutte le stazioni meteorologiche di rilevamento esistenti sul pianeta terra.
Le previsioni degli scienziati di 50 anni fa sull'aumento delle temperature si stanno dimostrando corrette, ma nonostante ciò non c'è stata nessun aumento di catastrofi umanitarie dovute al clima in termini di percentuali di morte.
Per esempio, un alluvione come quello Romagnolo del 16 maggio, quando avveniva 100 anni fa portava carestie e miseria con migrazioni e spopolamento di territori per i successivi decenni (tipo Polesine dopo il 1951), oggi invece, con le disponibilità economiche e tecnologiche Italiane, un alluvione con tempi di ritorno secolari si risolve in pochi mesi e mediamente la Romagna ne esce più ricca di prima, tra soldi che arrivano, chi ci ha mangiato sopra ecc... (pochi si troveranno più poveri di prima).
Quando ero bambino si parlava di 1/2°C di riscaldamento in più come un disastro apocalittico, il terrorismo climatico c'era eccome già 30/40 anni fa. Ebbene, ora i 2°C in più ci sono, eppure non vedo nulla di tutto quel disastro che ci raccontavano doveva succedere, i supermercati sono ancora pieni di prodotti, non vedo problemi di consumismo, anzi...
I problemi che mi preoccupano sono altri, vedi Ucraina e Gaza... scoppiano guerre ma non a causa dei cambiamenti climatici...
Poi per carità, se sapete fare a fermare il GW fatelo pure, non sono di certo io a impedirlo, ma non sono affatto preoccupato del GW, ho altre preoccupazioni...

Guarda,io ti do tendenzialmente ragione,sul fatto che è un processo inarrestabile per ora e che comunque l'aumento termico abbia procurato problemi nel complesso limitati nelle nostre zone,e che la tecnologia e la capacità economica dia una mano a mitigare gli effetti.Non sono tranquillissimo sul futuro,mi pare che sia in atto un'accelerazione del fenomeno negli ultimi anni,un qualcosa che vada al di la degli scenari proposti dagli scienziati anche solo 20 anni fa.

Graupel
04-01-2024, 19:09
A proposito di estremi, eccone uno ultimamente insolito.

The Kvikkjokk-Arrenjarka weather station in northern Sweden recorded its coldest night for 25 years on Tuesday night, with temperatures dropping to -43.6C.

La stazione meteorologica di Kvikkjokk-Arrenjarka nel nord della Svezia ha registrato una temperatura di -43,6C martedì notte, la più bassa registrata negli ultimi 25 anni.

sanpei
05-01-2024, 07:27
In effetti tutto il freddo del mondo e' ora concentrato in Scandinavia mentre il resto del globo e' in forte anomalia positiva, fino a 5 gradi in europa occidentale e anche 10 gradi in canada e nord usa...

Alex86a
05-01-2024, 07:33
Forse certe aree come la Siberia, dove c'è tanta inversione termica, e poca luce in inverno, tendono comunque a raffreddarsi nonostante il riscaldamento globale, ma appunto le zone con temperatura sopra media sono nettamente più estese delle altre... Tra cui la nostra Italia...nono//

sanpei
08-01-2024, 11:59
Ci sono anche buone notizie:

In Germania le emissioni di gas serra sono scese nel 2023 al livello più basso dagli anni ’50. Quelle di CO2 sono calate a 673 milioni di tonnellate: -46% sul 1990. Le ragioni di questa contrazione vanno ricercate nella crisi energetica: il cambiamento della bilancia commerciale tedesca sull’elettricità, la recessione, i cali di produzione, soprattutto nell’industria energivora. Hanno poi influito i risparmi nei consumi di elettricità e gas. Nel 2023 per la prima volta oltre il 50% dei consumi del Paese è stato coperto da rinnovabili.

scarpasot
08-01-2024, 18:11
Ci sono anche buone notizie:

In Germania le emissioni di gas serra sono scese nel 2023 al livello più basso dagli anni ’50. Quelle di CO2 sono calate a 673 milioni di tonnellate: -46% sul 1990. Le ragioni di questa contrazione vanno ricercate nella crisi energetica: il cambiamento della bilancia commerciale tedesca sull’elettricità, la recessione, i cali di produzione, soprattutto nell’industria energivora. Hanno poi influito i risparmi nei consumi di elettricità e gas. Nel 2023 per la prima volta oltre il 50% dei consumi del Paese è stato coperto da rinnovabili.è una finta buona notizia. infatti la Germania ha prodotto meno energia in casa a causa della sua scellerata politica energetica e quella in difetto l'ha dovuta importare soprattutto dalla Francia che ha il nucleare. l'avvocato dell'atomo, sempre sul pezzo ha commentato e scoperto gli altarini

Inviato dal mio M2101K9AG utilizzando Tapatalk

sanpei
08-01-2024, 18:34
La Germania aveva le centrali nucleari ma preferiva comprare il gas da Putin...

Comunque sempre meglio del loro carbone, il piu' inquinante del mondo.

scarpasot
09-01-2024, 09:07
copio post su fb di Luca Romano per chi vuole approfondire su politica energetica tedesca:

Germania 2023, uno sguardo al disastro.

In questi giorni stanno iniziando a uscire i primi dati sui consumi energetici del mondo nel 2023, ed è ovviamente un fiorire di analisi improvvisate. Tra le varie scemenze che circolano in questi giorni, ce n'è una che merita di essere approfondita nel dettaglio.

Scemenza: la Germania ha ridotto le sue emissioni nel 2023, nonostante l'uscita dal nucleare, questo dimostra che è sulla strada giusta per la decarbonizzazione!

Le cose non stanno esattamente così: la Germania nel 2023 ha consumato MENO energia a basse emissioni rispetto agli anni precedenti, come si vede dal grafico 1. Però è vero che la PERCENTUALE di energia a basse emissioni è cresciuta, e conseguentemente le emissioni si sono ridotte (grafico 2).
Questo cosa ci dice? Innanzitutto ci dice che è stato un anno particolarmente ventoso, e speriamo che anche i prossimi possano andare altrettanto bene.
Ma soprattutto ci dice che in Germania sono crollati i consumi, e infatti, come si vede sempre dal grafico 1, nel 2023 la Germania ha consumato 100 TWh in meno rispetto all'anno precedente.
Questo è dovuto al fatto che la produzione industriale tedesca è in calo inesorabile, e, in particolare, la produzione delle industrie energivore nel 2023 è stata inferiore addirittura al 2020, anno del lockdown totale (grafico 3).
Siccome la domanda di beni nel mondo nel 2023 NON è calata (anzi: è aumentata, come ogni anno), il calo della produzione industriale tedesca è stato semplicemente compensato da un aumento della produzione industriale (e quindi probabilmente anche delle emissioni) in altri paesi.

Ma la produzione di energia in Germania non è calata solo in misura proporzionale ai consumi: è calata in misura addirittura maggiore. E infatti la Germania è diventata importatore netto di elettricità nel 2023, e proprio la Francia è stata il suo primo fornitore (grafico 4).

La Germania quindi non è sulla strada giusta per la decarbonizzazione: è sulla strada giusta per la deindustrializzazione.
Che va benissimo, per carità, sarà un caso studio per i modelli di decrescita sostenibile, però intanto il paese è in recessione economica: nel 2023 il PIL si è contratto dello 0,3% su base annua (fonte: https://economy-finance.ec.europa.eu/economic-surveillance-eu-economies/germany/economic-forecast-germany_en), e per il 2024 il Fondo Monetario Internazionale prevede un'ulteriore contrazione (https://www.imf.org/en/Countries/DEU). Negli ultimi 8 anni, la produzione di energia in Germania è diminuita di oltre il 30% (grafici 5 e 6) e la Germania è stata superata (e non di poco) dalla Francia in termini di capacità di attirare investimenti esteri (grafico 7), e questo è dovuto anche ai prezzi dell'energia più bassi (uno dei più grossi investimenti industriali del 2023 riguarda quella che sarà la più grande fabbrica di batterie d'Europa, che sorgerà in Francia, a pochi km dalla centrale nucleare di Gravelines: https://prologium.com/prologium-announces-e5-2b-gigafactory-in-dunkirk-france-and-greets-french-president-emmanuel-macron/).

La politica energetica tedesca, in effetti, non è esattamente un successo, tanto che persino Agora Energiewende ammette che "la maggior parte della riduzione delle emissioni del 2023 non è sostenibile da un punto di vista delle politiche industriali o climatiche", e aggiunge "la decrescita della produzione collegata alla crisi indebolisce l'economia tedesca: se questo comporta come conseguenza la rilocazione delle emissioni, allora per il clima non è cambiato nulla" (https://amp.theguardian.com/business/2024/jan/04/germany-emissions-hit-70-year-low-reduces-reliance-coal). Secondo Agora Energiewende (che in teoria sarebbe una fonte biased A FAVORE della Germania), solo il 15% dei risultati ottenuti nel 2023 corrispondono ad una reale riduzione di emissioni.

Nel frattempo il governo tedesco è a corto di 60 miliardi, che servivano per incentivare l'Energiewende (soprattutto per il capacity market, quindi centrali a gas), dopo che due mesi fa la corte suprema tedesca ha detto che non si possono usare i fondi avanzati dalle misure anti-Covid per le politiche climatiche (siccome si tratta di debito pubblico, i soldi avanzati vanno utilizzati per ridurre il debito pubblico). Per questo il governo tedesco taglierà i sussidi ai consumatori (facendo salire le bollette), aumenterà la carbon tax del 50% e abolirà i bonus per l'acquisto di auto elettriche (https://www.euractiv.com/section/economy-jobs/news/germany-solves-budget-spat-by-cutting-climate-fund-and-increasing-energy-taxes/). Tra i tagli previsti c'è anche l'abolizione dello sconto fiscale sulle macchine agricole e sui carburanti per uso agricolo - stranamente gli agricoltori non la stanno prendendo benissimo (https://abcnews.go.com/Business/wireStory/germanys-government-waters-cost-cutting-plan-infuriated-countrys-106100412).

E, a proposito di bollette, è uscito il report della Commissione Europea sui mercati elettrici relativo al secondo trimestre 2023, lo trovate qui: https://energy.ec.europa.eu/system/files/2023-12/New_Quarterly_Report_on_European_Electricity_marke ts_Q2_2023.pdf.
Le due tabelle più interessanti le riporto tra i grafici in fondo (grafico 8 e 9): la prima riguarda l'import e l'export e la differenza tra il 2022 e il 2023 - notare la Francia passata dalla crisi delle manutenzioni straordinarie ad essere il primo esportatore netto, mentre la Germania nel 2023 è il paese che ha importato di più dopo l'Italia (campioni del mondo noi, sempre).
La seconda tabella riguarda i prezzi AL CONSUMO dell'elettricità nei vari paesi europei: ogni commento direi che è superfluo.

Ovviamente è possibilissimo che i tedeschi siano felicissimi di questa politica industriale, e premino il governo Scholz-Habeck con un nuovo mandato con consenso plebiscitario. Diciamo però che, se alle prossime elezioni AfD dovesse sfondare, non sarò esattamente felice - la crescita dell'estrema destra in Germania non è mai una bella notizia, come diceva John Oliver: "When Germany goes far right, they usually go far right through Belgium" - ma certamente non farò la faccia di Pikachu stupito.

-Luca

Inviato dal mio M2101K9AG utilizzando Tapatalk

sanpei
09-01-2024, 09:58
Grazie della pubblicazione.
In ogni caso il dato della riduzione delle emissioni CO2 della Germania a mio avviso resta positivo perché il mix energetico della Germania era uno dei “peggiori” in Europa e la riduzione della sua produzione energetica comporta anche la riduzione di altri inquinanti che poi arrivavano nei ns paesi (l’aria viaggia e non si ferma alle frontiere).
La Germania paga certamente una politica energetica scellerata che l’invasione dell’Ucraina ha messo in drammatica crisi, la sua economia è in recessione (blanda, non mi pare ci siano tumulti o rivoluzioni in atto) ma se compra l’energia dalla Francia (energia a basse emissioni di CO2), l’Europa nel complesso se ne avvantaggia. Il fatto che in Italia l’energia costi cara è un fatto assodato dovuto anche alla mancanza di concorrenza nel settore ma è un fattore propulsivo per gli investimenti in energie rinnovabili. In questo senso avrà effetti positivi a lungo termine anche l’aumento delle tasse sul Gas approvato dal governo.

Daniele87
10-01-2024, 23:11
https://i.ibb.co/G5g8RyY/Screenshot-2024-01-10-23-09-17-611-com-instagram-android.jpg (https://ibb.co/9rR1W6K)



PALESTINA LIBERA 🇵🇸

Inviato dalle steppe Siberiane utilizzando Buran

Martin MB
11-01-2024, 00:42
Assolutamente

sanpei
12-01-2024, 09:42
La neve stagionale come sistema-sentinella per il cambiamento climatico? Un nuovo studio americano pubblicato ieri su Nature («Prove dell’influenza umana sulla perdita di neve nell’emisfero settentrionale», di Alexander Gottlieb e Justin Mankin, entrambi ricercatori alla Dartmouth College di Hanover, nel New Hampshire) conferma non solo che il riscaldamento causato dall’uomo porta a un declino del manto nevoso ma che, se una località raggiunge una certa temperatura, questa potrebbe addirittura non vedere più nevicate. Un «punto di non ritorno» in cui la neve diventa marginalmente più sensibile a un grado Celsius di riscaldamento e che gli scienziati hanno individuato in un momento preciso: quando, cioè, le regioni si riscaldano a una temperatura media di meno 8 gradi, durante tutto l’inverno, e la neve inizia così a sciogliersi rapidamente. Le zone più colpite? Il nord-est e il sud-ovest degli Stati Uniti, insieme a gran parte dell’Europa.
Secondo lo studio, il riscaldamento globale comporta una minore persistenza del manto nevoso, riserva di acqua per la primavera e l’estate che, se ghiacciata (grazie alle temperature più basse), è in grado di fungere da grande serbatoio poiché rilascia acqua progressivamente ma che, con l’innalzamento delle temperature, si scoglie tutto insieme e non è quindi più in grado di dare acqua, con effetti sulla siccità. «Le grandi tempeste di questa settimana negli Stati Uniti (soprattutto nelle Cascate di Washington e Oregon, ndr) hanno scaricato molta neve, ma la neve ora al suolo potrebbe non durare per tutto l’inverno — si legge sullo studio —. A breve termine, il cambiamento climatico può creare neve più profonda a causa delle bufere di neve provocate dall’aumento delle precipitazioni ma, con temperature più calde, è probabile che questa neve si sciolga più velocemente e che in breve tempo non rimanga più traccia del manto nevoso».

sanpei
15-01-2024, 07:27
-51.5 °C in Alberta (Canada) la più bassa dal 2004.
-27,6 °C a Pentiction (BC), minima più bassa dal 1907.
+12.2 °C in Groenlandia.
+31.5 °C in Marocco.
+28.5 °C di minima a Bangkok (la più alta mai registrata).
+27 °C in Spagna.
+36.8 °C in Nuova Caledonia (max assoluta).

Follia assoluta i 41,9° nel deserto di Atacama a 1300 mt di quota, ricordo che l'Atacama è un deserto piuttosto freddo a causa della corrente antartica (quella che porta i pinguini fino alle Galapagos, sull'equatore).

Paiono numeri messi a caso ma sono sintomo di un clima che sta diventando sempre più instabile e fuori controllo.

sanpei
25-01-2024, 07:18
L'aria molto mite dell'Atlantico è arrivata oggi in #Svizzera. Di conseguenza, si registrano diversi nuovi record di temperatura massima per #gennaio in #Ticino, nei #Grigioni e in #Vallese. A #Zermatt, il vecchio record è stato addirittura battuto di ben 2,2 gradi.

sanpei
26-01-2024, 07:29
Temperatura più alta mai registrata in Europa a gennaio: +30.7 °C a Gavada (comunità valenciana). Per la Spagna si tratta del quarto record nazionale mensile consecutivo.

sanpei
26-01-2024, 07:31
25.8 °C in Francia (Ceret), 21.9 °C in Svizzera (Biasca) con due nuovi record storici battuti: 15.1 °C a Neuchâtel e
15.2 °C Wynau. 22.6 °C a 1450m in Andorra (Les Salines, record assoluto).

sanpei
26-01-2024, 07:31
22 gradi a 1450 mt in gennaio

Pedro
26-01-2024, 09:02
qui in pianura inversione... -3.0 e galaverna..!! Almeno qua sotto ricorda l'inverno...

sanpei
29-01-2024, 11:34
Domenica 28 gennaio, per la prima volta da quando vengono rilevati i dati nel Regno Unito, si sono registrati quasi 20 °C a gennaio, nello specifico in Scozia. Esattamente 19,6. In Scozia. A gennaio.

sanpei
29-01-2024, 12:10
Oggi a SanPietroburgo e a capo nord (Norvegia) farà massime di 3 o 4 gradi soprazero ... a 1000 mt di quota siamo sopra i +10 ... solo la nebbia velenosa ci sta salvando.

campaz
29-01-2024, 19:15
Adesso poi, nebbia velenosa... non è che in Pianura Padana l'aspettativa di vita sia molto più bassa del resto d'Italia, gli studi dicono che si vive un anno in meno su più di 80 complessivi. Siamo alle solite esagerazioni...

sanpei
30-01-2024, 07:12
Aggiornato il record di T°max per gennaio nel Regno Unito con i 19.9°C registrati domenica ad Achfary, in Scozia

sanpei
30-01-2024, 19:15
Anche la Norvegia non scherza:

Scotland calls, Norway answers...
Fohn last night with 18.7C at Tafjord,18.2C at Orskog,17.4 Rekdal etc.

sanpei
01-02-2024, 09:05
ABSOLUTELY INSANE IN CANADA 21.1c at Maple Creek destroyed the Saskatechewan Provincial record for January by over 2C !
14.5C also in Manitoba including +2.7C at Churchill on the Hudson Bay. Records by dozens.

North America climatic history is being rewritten .

sanpei
01-02-2024, 09:06
Piu' caldo in Canada che a Miami.

sanpei
01-02-2024, 14:38
Oggi la Catalogna dichiarerà un’emergenza per «siccità estrema».A Barcellona parte una campagna per salvare i 35 mila alberi della città che passa anche dalla sensibilizzazione dei turisti. Tutto ciò in un mese, gennaio, in cui in metà dei giorni ha fatto più caldo del normale in Spagna. Le misure regionali della Generalitat interesseranno 6 milioni di persone in 202 comuni, tra i quali il capoluogo dove verrà ridotto il consumo idrico giornaliero a 200 litri a persona. Prima dell’emergenza, per irrigare il patrimonio verde di Barcellona si consumavano 3 ettometri cubici d’acqua all’anno, poi scesi a 1,27: ora caleranno ulteriormente, a 0,87. Andranno solo ad alberi e giardini con valore storico.

sanpei
02-02-2024, 12:03
Quando toccherà a noi ?

"La Catalogna, come l’Andalusia, sta vivendo una siccità senza precedenti, secondo alcuni studi la peggiore da 1.200 anni. Solo negli ultimi 15 anni i periodi di assenza o di scarse piogge sono raddoppiati e nei serbatoi, fa sapere l’Agencia Catalana del Agua, è rimasto appena il 15,8% di acqua. Nel frattempo, dal cielo, nessun segnale da quasi 40 mesi: sono ormai più di tre anni che non piove a sufficienza per irrigare, con perdite anche del 100% per colture come il grano, e non c’è più acqua né per annaffiare gli alberi cittadini né per «lavare i piatti», raccontano i residenti della provincia di Barcellona.

L’unico sistema per garantire acqua futura a una comunità di oltre 8 milioni di persone è dunque una programmazione che viaggia su due binari: il primo è il risparmio idrico con restrizioni per la popolazione, come avverrà da oggi per 6,6 milioni di persone in 200 città catalane, il secondo sono gli investimenti necessari a creare, trovare o in extrema ratio comprare l’acqua che non c’è.


Il governo catalano lo scorso anno ha deciso di investire 2,4 miliardi di euro fino al 2027 in una strategia di invasi, infrastrutture capaci di recuperare l’acqua piovana e soprattutto impianti di desalinizzazione. Barcellona vanta già l’impianto di desalinizzazione più grande d’Europa che finora, offrendo una quantità d’acqua pari a quella di 53 piscine olimpioniche al giorno, è stato in grado di soddisfare circa un terzo dei consumi dell’area metropolitana ma per affrontare la continua crisi idrica — in una città che d’estate vede arrivare tre milioni di turisti — saranno necessari almeno altri due impianti, ora in programma.

Poi, prevede il piano, saranno fondamentali sgravi e incentivi per il mondo dell’agricoltura, anche per avere più strumenti per recuperare le acque reflue. Non solo: per sopravvivere senza pioggia alcuni comuni della Catalogna hanno già deciso di razionare l’acqua (dalle 20 alle 10), mentre Barcellona ridurrà la pressione nelle tubature per almeno quattro mesi sperando di abbassare i consumi del 20%.

Senza l’aiuto dalla natura però tutto questo potrebbe non bastare. Ecco perché il governo catalano sta immaginando di trasportare acqua grazie alle navi, per esempio da Marsiglia, e potrebbe succedere ben prima del 2030, soglia entro la quale si vorrebbero garantire tutte le risorse per sopravvivere. Se la prossima primavera non pioverà, le prime navi cisterna d’estate potrebbero già attraccare nei porti catalani in quello che viene definito il “Day Zero”.

Un’eventualità che il responsabile dell’Azione per il clima del governo catalano, David Mascort, non nasconde: «Le navi non risolveranno il nostro problema della siccità, saranno solo una soluzione per fornire acqua alle infrastrutture critiche in casi estremi». L’unica strada da percorrere con fermezza è quella di «investimenti necessari entro il 2030 per avere abbastanza acqua per affrontare la siccità strutturale e smettere di dipendere dalla pioggia».

Senza uno sforzo unitario di tutta la cittadinanza però i piani catalani rischiano di risultare insufficienti. Così ieri, dopo l’ennesimo periodo caldo dovuto all’anticiclone, il governo catalano ha annunciato che da oggi partirà la fase 1 del piano di emergenza idrica: il consumo di acqua giornaliera pro capite per i cittadini passerà da 210 a 200 litri. In media ogni catalano ne consuma quasi 170. Ai residenti sarà chiesto di ridurre l’uso di acqua del 5% e agli agricoltori fino all’80%.

L’acqua potabile non potrà essere usata per lavare le auto, riempire le piscine, pulire le strade e innaffiare giardini oppure per le attività ricreative, dalle piste di pattinaggio agli schiuma party. Se la fase 1 dovesse non bastare, si passerà a quelle più estreme: abbassamento della pressione dei rubinetti e soglie che scenderanno a 180 litri pro capite e poi a 160 litri. Addio anche a docce nei centri sportivi o nelle spiagge e all’uso di acqua per progetti turistici."

sanpei
05-02-2024, 07:15
Anche oggi in Svizzera sono state misurate temperature particolarmente elevate: a Biasca sono stati raggiunti 22.5 °C, a Cevio 22.3.

sanpei
05-02-2024, 07:24
Alcune temperature di ieri in Alto Adige:

Laces 21,3°
Silandro 20,1°
Eyrs/Lasa 18,6°
San Martino in Passiria 17.0°
Fiè allo Sciliar 16,6°

In Val Venosta non è mai stato cosi' caldo in inverno da quando sono iniziate le misurazioni

sanpei
06-02-2024, 08:07
"La situazione in Italia non è delle migliori. Sicilia, Sardegna, Veneto, Umbria e molte altre regioni si trovano ad affrontare una vera e propria emergenza idrica. Secondo l’ultimo bollettino di dicembre 2023 dell’Osservatorio Siccità «a livello globale il 2023 è risultato in assoluto l’anno più caldo rispetto all’epoca preindustriale (1850-1900), con un’anomalia media di quasi +1,5°C. In Italia, questo appena trascorso è stato il secondo anno più caldo dal 1800, con un’anomalia di +1,12°C rispetto al periodo 1991-2020, a soli 0,04°C dal più caldo 2022 (ISAC-CNR)».
L’Umbria è in emergenza. Il livello delle acque è di circa -135 centimetri, quasi come in agosto 2023 in cui si è arrivati a -136 centimetri, come spiega il Corriere dell’Umbria. Vista l’emergenza, il presidente del Consorzio della Bonificazione Umbra, Paolo Montioni ha invitato gli agricoltori a ripensare i piano colturali: «A seguito del monitoraggio costante sui nostri distretti irrigui, stiamo invitando gli agricoltori, in vista delle prossime semine primaverili, a riconsiderare i piani colturali, tenendo conto delle previsioni sull'effettiva disponibilità d'acqua», come riporta il sito dell’Anbi (Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue)

La Sicilia non è da meno. Le precipitazioni sono di gran lunga inferiori alla media del periodo e dopo cinque mesi si registra un deficit di piogge di 200 millilitri. «Una situazione che sta danneggiando i nostri agricoltori e allevatori, già gravati dalle conseguenze dei fenomeni atmosferici anomali che hanno colpito l’isola per tutto il 2023», dice all'Agi l'assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartino.

Situazione di emergenza anche in Sardegna, dove fra le misure restrittive adottate c’è anche il divieto di irrigazione. L’ultimo bollettino dell’Autorità di Bacino della Regione Sardegna al 31 gennaio 2024 parla di «958 milioni di metri cubi d’acqua», ossia «pari a circa il 52.5% del volume utile di regolazione autorizzato». E in merito «all’indicatore di stato per il monitoraggio e preallarme di siccità”, il bollettino parla di “condizione di “pericolo” o “allerta” con un valore dell’indicatore pari a 0,20»

La mancanza di neve su Alpi e Appennini metterà a dura prova i corsi d'acqua e le falde la prossima estate.

sanpei
07-02-2024, 10:11
È crollato il peso del carbone e del gas nella produzione di energia elettrica dell’Unione Europea: nel 2023, il calo è stato rispettivamente del 26% e del 15%. Parallelamente è aumentato il ruolo delle fonti pulite. Il risultato, secondo i dati pubblicati dal think tank Ember, è la riduzione delle emissioni di gas serra del settore elettrico (-19%): una flessione che supera anche quella registrata nel 2020 (-13%), l’anno del Covid e dei lockdown.

La diminuzione dell’uso dei combustibili fossili (-19% nel complesso) è senza precedenti: il carbone è sceso al 12% della generazione elettrica nella Ue, al minimo storico. Il calo non è stato compensato con un maggior ricorso al gas, che continua a ridursi da quattro anni e che nel 2023 ha fatto registrare la maggior flessione dal 1990. I combustibili fossili rappresentano ormai meno di un terzo del mix, secondo lo European Electricity Review di Ember.

«La crisi energetica e l’invasione dell’Ucraina non hanno portato alla rinascita del carbone e del gas, tutt’altro», ha dichiarato Sarah Brown, direttrice del programma Europa di Ember. «Il carbone - ha aggiunto - si sta avvicinando all’eliminazione graduale e, con la crescita dell’eolico e del solare, il gas sarà il prossimo a entrare in declino terminale».

Il temporaneo rallentamento delle chiusure delle centrali a carbone durante la crisi energetica, si legge nel report, non ha impedito «un’enorme diminuzione della produzione». Tra il 2024 e il 2025 si dovrebbe assistere allo spegnimento di un quinto degli impianti a carbone esistenti. Da sola, la Germania dovrebbe dismettere 10 Gw di centrali entro aprile. Chiusure significative sono previste anche in Italia, Grecia e Polonia, mentre la Spagna dovrebbe dire addio al carbone l’anno prossimo.

Tra il 2016 e il 2023, la generazione elettrica da carbone si è dimezzata (-327 Twh) a fronte di un aumento analogo di energia eolica e solare (+354 TWh).

sanpei
09-02-2024, 13:19
Il 2024 parte già con un record negativo sul fronte del surriscaldamento globale: il primo mese dell’anno è stato il gennaio più caldo mai registrato. Non solo: il periodo febbraio 2023-gennaio 2024 passa alla storia come il primo periodo di 12 mesi in cui le temperature hanno superato di oltre 1,5 gradi la media del periodo preindustriale (1850-1900). Lo sforamento è stato di 1,52 gradi: anche questo un record, secondo i dati diffusi ieri dal servizio di monitoraggio dei cambiamenti climatici dell’Unione Europea Copernicus (C3S).

Con gennaio 2024, che ha fatto registrare una temperatura media di 1,66 gradi superiore agli stessi mesi del periodo preindustriale, si allunga a otto la striscia consecutiva di mesi con temperature record. Come temuto, si conferma il trend del 2023, che è stato l’anno più caldo di sempre, con temperature medie più alte di 1,48 gradi. All’effetto serra, causato dai gas inquinanti generati dalle attività umane, si somma il fenomeno del Niño, che ha appena toccato il suo picco. Il 2024 si candida pertanto a battere il record appena segnato dal 2023.

Quello di 1,5 gradi è un tetto significativo: l’Accordo di Parigi del 2015, sulla lotta al cambiamento climatico, raccomanda di contenere il più vicino possibile a quel livello l’aumento delle temperature globali a fine secolo (rispetto ai livelli preindustriali), per prevenire le conseguenze più gravi. Lo sforamento negli ultimi 12 mesi non significa ancora che l’obiettivo sia stato mancato, poiché il trattato fa riferimento a una media di lungo periodo e non a un singolo anno.

È però l’ennesima indicazione che il termometro del pianeta sta andando in quella direzione: diversi studi ritengono che fermare l’aumento delle temperature medie globali vicino al tetto raccomandato dalla scienza sia già un obiettivo fuori portata.
«Senza un considerevole taglio delle emissioni nei prossimi anni - ha affermato Stephanie Roe, scienziata a capo del programma Wwf per il clima - supereremo la soglia di 1,5 gradi a lungo termine nel prossimo decennio e dovremo affrontare sfide e costi ancora maggiori per riportare le temperature al di sotto di tale livello. Più le temperature aumentano, più estremi saranno gli impatti dei cambiamenti climatici e più alto sarà il rischio di effetti irreversibili».

Per Sir David King, fondatore e presidente del Climate Crisis Advisory Group, «il superamento della soglia di 1,5 gradi per un intero anno è il canarino nella miniera di carbone del collasso climatico globale».

«Ci stiamo dirigendo verso una catastrofe, dobbiamo cambiare radicalmente il modo di produrre e consumare energia entro pochi anni», ha dichiarato il ministro danese per il Clima, Dan Jorgensen.

Agli appelli a tagliare il più in fretta possibile le emissioni di gas serra, fanno però da contraltare le resistenze e le proteste di lobby e categorie che si oppongono alle necessarie trasformazioni. E che in Europa stanno facendo arretrare l’attuazione del Green Deal.

sanpei
13-02-2024, 12:31
Mi permetto di segnalare questa stupenda e approfondita ricerca del duo Ghiselli - Randi sul tornado del 22.07.2023.

http://www.nimbus.it/archivio_file/20230722_Analisi%20tornado%20sul%20ravennate_Randi-Ghiselli.pdf

roberto74
13-02-2024, 21:10
Come osservatorio meteo Torricelli di Faenza stiamo organizzando una conferenza meteo con illustri relatori Pierluigi Randi(GIGIO) e Roberto Ghiselli(ANNI 80)

IL TEMA: EVENTI ESTREMI CLIMATICI,ALLUVIONI E TORNADO IN ROMAGNA.

LA SERATA CI SARA' VENERDI 1 MARZO ALLE ORE 21 PRESSO IL MUSEO MALMERENDI DI FAENZA IN VIA MEDAGLIE D'ORO 51.

Vi aspettiamo numerosi!drink2

sanpei
15-02-2024, 08:32
«Il mondo inassicurabile», lo chiama il Financial Times. Con costi ormai troppo alti sia per chi deve risarcire i danni che per chi deve pagare le polizze, in particolare sulla casa. Benvenuti (si fa per dire) sula pianeta Terra ai tempi dei cambiamenti climatici. «Il riscaldamento globale sta rendendo gli eventi meteorologici estremi come tempeste, inondazioni e incendi più frequenti e gravi, e quindi sempre più difficili da coprire per il settore. Man mano che le imprese assicuratrici escono da alcuni settori e richiedono premi più alti in altri, la copertura assicurativa sulla casa a prezzi accessibili – per molti una spesa annuale essenziale, spesso una condizione del loro debito ipotecario – diventa sempre più difficile da garantire. Il quadro globale spiega il perché. Una serie di quattro anni consecutivi in cui le perdite assicurative complessive dovute a catastrofi naturali hanno superato i 100 miliardi di dollari — in passato segno di un anno particolarmente negativo — ha spaventato i dirigenti. Tutto ciò aggiunge maggiore urgenza e attenzione a una sfida da tempo prevista dagli attivisti ambientali: che il cambiamento climatico renderà alcune parti del mondo non assicurabili». Chi lavora nel settore ha ormai messo da parte ogni negazionismo climatico, arrendendosi all’evidenza. «I dirigenti di alto livello del settore sono ormai inequivocabili nel creare un collegamento tra il riscaldamento globale provocato dall’uomo e i problemi di accessibilità delle assicurazioni. “Se ci pensate, questa è la prima volta che presentiamo i conti del cambiamento climatico ai consumatori”, ha detto a gennaio ai delegati del forum di Davos Christian Mumenthaler, amministratore delegato di Swiss Re, uno dei più grandi riassicuratori del mondo. L’aumento dei premi assicurativi rappresenta una sorta di prezzo del carbonio per i consumatori, ha sostenuto, con costi più elevati derivanti dal “vivere nel modo in cui viviamo”. Poi ha aggiunto: “Ma ovviamente [ai consumatori] non piace e ai politici non piace”».

campaz
16-02-2024, 22:12
Cosa!?!?!? Quindi come la spiegano che in Romagna abbiamo avuto uno degli eventi più catastrofici al mondo del 2023, eppure hanno già pagato moltissimi danni e molti verranno rimborsati nei prossimi mesi. La cosa più assurda è che vengono pagati i danni a gente che nemmeno era assicurata, mentre nell'articolo si parla di mondo inassicurabile. Proprio tutto il contrario, vieni rimborsato anche senza assicurazione, per forza che poi la gente non assicura.
Conosco persone che assicurano da 20 anni per alluvione, in 20 anni avranno speso 20.000 euro, ora avranno il loro rimborso e riprenderanno i soldi spesi. Ma per assurdo chi non ha mai assicurato andrà molto meglio, perché avrà comunque un rimborso danni dallo stato senza aver mai pagato una polizza. Ci credo che poi passa la voglia di assicurare

Garese
17-02-2024, 09:46
Perché per ora passiamo da uno "stato di calamità" all'altro e ogni volta vengono reperiti fondi a rimborso dei danni subiti. La coperta però è corta, e quando si capirà, per forza, che siamo in un terribile "stato di normalità" non ci saranno rimborsi ogni volta...

sanpei
08-04-2024, 16:21
In attesa dei dati di marzo 2024 che verranno resi noti a breve, secondo il servizio di monitoraggio satellitare Copernicus febbraio 2024 è stato il più caldo del mondo (anomalia termica dell'atmosfera in superficie +0,81 °C), nono mese record consecutivo!

Inoltre, nonostante l'attenuazione di El Niño, sempre in febbraio le temperature medie oceaniche hanno raggiunto il valore in assoluto più elevato mai registrato in qualunque mese dell'anno (media mensile 21,06 °C), battendo il primato di agosto 2023; per questo gli scienziati Noaa temono che sia alle porte il peggior episodio di sbiancamento delle barriere coralline, preludio al collasso di questi santuari di biodiversità marina estremamente sensibili a incrementi di temperatura anche di pochi decimi di grado.

sanpei
18-04-2024, 12:23
"Mai, in 75 anni, si era vista una pioggia così devastante a Dubai. La città cresciuta nel deserto è piombata nel caos totale, tra voli sospesi e strade sommerse, dopo che in un solo giorno è caduto il quantitativo di pioggia che normalmente si verifica in quasi due anni.
La perturbazione, legata a una sacca di aria fredda che si è formata in quota tra Egitto ed Emirati, si è poi mossa verso sud-est portando devastazione in Oman, dove ci sono state almeno venti vittime, e poi danni in Arabia Saudita, Bahrain, Pakistan e Iran. La causa resta l’emergenza climatica, però c’è il sospetto della mano dell’uomo: negli Emirati infatti si utilizza una tecnica chiamata cloud seeding, una sorta di bombardamento delle nuvole nel tentativo di far piovere a comando. "

Le immagini disponibili in rete sono allucinanti, temporali violentissimi e allagamenti in città e nel deserto, aeroporto ridotto ad un'enorme piscina, metropolitana allagata.
Forse l'apprendista stregone umano deve riflettere bene prima di tentare di modificare il clima ai sui bisogni di breve periodo.

campaz
18-04-2024, 22:09
Già solo il fatto che si pensi che qualche aereo con un pò di "polvere" da sparare nelle nuvole, possa contribuire in un alluvione di simili portate, vuol proprio dire che siamo alla follia più totale, quasi come credere agli asini che volano

sanpei
19-04-2024, 16:22
Infatti arrivano le smentite da parte di illustri scienziati (P.S. il mio era un discorso più generale, legato ai tanti progetti di modifica del clima che vengono portati avanti per non prendersi la responsabilità di fermare il GW di origine umana.)

"Nuvole artificiali per combattere la siccità. È il cloud seeding, letteralmente «l’inseminazione delle nuvole», una tecnica che stimola artificialmente le precipitazioni delle piogge inseminandole con sali particolari, come lo ioduro d’argento. Nata dopo la Seconda Guerra Mondiale, oggi viene utilizzata negli Stati Uniti occidentali, in Messico, a Cuba, in Israele e, sempre di più, negli Emirati Arabi Uniti. Una possibile causa della pioggia da record che il 16 aprile si è riversata su Dubai e parte della penisola arabica (oltre 140 millimetri di pioggia in 24 ore in un’area che mediamente ne riceve 95 in un anno), lasciando esterrefatti i meteorologi?
«Una diceria che si è sparsa in rete perché gli Emirati Arabi, Paese molto poco piovoso, sta investendo moltissimo nel cloud seeding, come anche la Cina - chiarisce subito Vincenzo Levizzani, dirigente di ricerca dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del Cnr -. Il violento nubifragio di Dubai è un evento estremo legato ai cambiamenti climatici». Levizzani, 67 anni, professore di Fisica delle Nubi all'Università degli Studi di Bologna prossimo alla pensione, ha dedicato la vita allo studio delle nuvole. Suoi sono Quando fuori piove. Storia e futuro della pioggia, Il libro delle nuvole e Piccolo manuale per cercatori di nuvole, tutti per il Saggiatore.
Professore, cosa è successo quindi a Dubai?
«Il riscaldamento globale è responsabile del cambiamento del modo in cui le masse d'aria si spostano in atmosfera e di conseguenza anche della formazione dei sistemi precipitanti, come i temporali. Quello che sta succedendo è che su tutta la Terra piove globalmente lo stesso quantitativo d'acqua di un tempo (2.1 millimetri annui su tutta la superficie, ndr) ma è cambiata la circolazione generale dell'atmosfera per cui se prima pioveva nelle stagioni giuste questo non avviene più. Non solo: i modelli climatici ci dicono che pioverà molto di più già dove pioveva tanto mentre pioverà sempre di meno dove piove poco. Le zone dei monsoni verranno quindi interessate da piogge ancora più violente mentre il Corno d'Africa, dove le precipitazioni sono rare, vedrà sempre meno piogge. Anche negli Emirati Arabi stiamo cominciando a vedere fenomeni estremi, sia in termini di precipitazioni molto forti, intense e localizzate, che di siccità prolungate»
Perché non pensa che la pioggia violenta di Dubai sia stata provocata dal cloud seeding?
«Perché l'efficacia di questa tecnica è tutt'altro che provata, tanto è vero che gli esperimenti di cloud seeding sono stati abbandonati un po' ovunque nel mondo, anche da chi li praticava di più. Sostanzialmente, in una nube posso ottenere un buon risultato, in quella a fianco no perché tutte le nubi sono diverse tra loro. Gli Emirati Arabi sono un Paese molto ricco, che ha deciso di investire nella ricerca scientifica di questa tecnica ma a dire se questi esperimenti hanno dei risultati sono solo le pubblicazioni scientifiche che ne possono verificare l'efficacia. Del resto, la fisica è questa... L'Italia? Non mi risulta che la usi».
Quali sono i limiti di questa tecnica?
«Perché il cloud seeding funzioni è importante la temperatura, la circolazione delle masse d'aria e l'umidità. Non è possibile inseminare un'atmosfera completamente libera da nubi. Per provocare la pioggia devo avere già delle nubi che devono essere un po' prone a produrre precipitazioni, condizione che si può capire solo dai modelli di previsione meteorologica, cioè se una determinata giornata si formeranno delle nubi in grado di produrre pioggia. In sostanza, posso inseminare delle nuvole già esistenti e che magari produrranno poca pioggia».

Altri limiti?
«Costa molto. Il "bombardamento" delle nuvole avviene attraverso voli aerei e per ogni viaggio si spendono diverse migliaia di euro. L'aereo sorvola la nube, quando ci è sopra rilascia le particelle di ioduro d'argento, il sale più usato per inseminarla. Sono delle barre prodotte artificialmente che, bruciate, producono le particelle mentre un tempo si usavano dei razzi che venivano fatti esplodere all'interno della nube ma, ripeto, bisogna avere la possibilità di verificare che questa tecnica produca effettivamente dei risultati».

sanpei
24-04-2024, 12:27
"... c’è un altro rapporto uscito in queste ore che dovrebbe essere messo sulla bilancia: quello del Servizio di monitoraggio dell’Ue sul clima, Copernicus, pubblicato ieri, in coincidenza con la Giornata mondiale della Terra. Dice che l’Europa «è il continente che si sta scaldando più rapidamente: 1°C sopra la media globale e oltre 2.6 °C rispetto ai livelli pre-industriali. I ghiacciai alpini perdono volume rapidamente, i mari sono «bollenti», gli incendi hanno divorato nel 2023 un’area grande quanto Berlino, Londra e Parigi messe insieme; gli eventi estremi colpiscono con sempre maggiore intensità e frequenza, mettendo a rischio la salute dei cittadini».

sanpei
02-05-2024, 12:46
"La primavera è per sua natura una stagione di vivace variabilità termica, ma in Europa è da considerarsi memorabile il brusco passaggio dal caldo eccezionale della prima metà di aprile 2024 al successivo episodio di freddo e neve a bassa quota.
Tuttavia quest'ultimo - ancorché notevole e inconsueto soprattutto per l'estensione su gran parte del continente e la durata di quasi dieci giorni, con alcuni elementi straordinari a lungo termine come le basse temperature massime del 22-23 aprile in Valpadana, per quanto riguarda l'Italia - nel complesso è stato assai meno straordinario del caldo precedente che ha fatto cadere una moltitudine di record secolari per aprile dalla Spagna, all'Italia, ai Balcani."

segue articolo di Nimbus:
http://www.nimbus.it/eventi/2024/240424FreddoTardivo.htm

che conclude con un allarmante:

"In un commento su “Nature”, Gavin Schmidt, direttore del Goddard Institute for Space Studies della Nasa, spiega che nessun anno come il 2023 (probabilmente il più caldo degli ultimi centomila) ha mai disorientato e inquietato tanto i climatologi, con un salto di temperatura oltre ogni previsione, non spiegabile con il temporaneo contributo di El Niño sovrapposto al riscaldamento antropogenico di fondo. Si teme che il sistema climatico stia reagendo più rapidamente delle attese con meccanismi ancora poco noti, proiettandoci verso “territori inesplorati”. Forse c'entra la riduzione delle emissioni solforose delle navi che finora mascheravano un po' l'aumento termico, ma servono altri dati e una più urgente azione contro il riscaldamento globale."

sanpei
08-05-2024, 07:08
L'aprile del 2024 è stato globalmente il più caldo mai registrato, con una temperatura media dell'aria in superficie di 15,03 gradi, 0,67°C sopra la media di aprile del trentennio di riferimento 1991-2020 e 0,14°C sopra il record precedente dell'aprile 2016.

Lo rende noto il servizio meteo della Ue, Copenicus, che precisa che si tratta dell'11esimo mese consecutivo che risulta il più caldo mai registrato.

campaz
17-05-2024, 11:05
Ieri sera su RAI 3 c'era uno speciale sull'alluvione di 1 anno fa, non ho capito perché, gente con titolo di studio, ritenuti specialisti del settore, si ostinano a dare come concausa dell'alluvione del 16/17 maggio la precedente siccità, quando chiunque ha un po' di zucca in testa sa benissimo che in realtà i terreni erano saturi dal precedente alluvione del 3 maggio con i suoi 200/300 mm in 2 giorni in collina? (da ottobre a maggio erano piovuti cmq 400/500 mm in collina).
Sempre questi specialisti della TV, si ostinano a dire che anche in Pianura Padana i corsi artificiali dei fiumi, ristretti e costretti a passare tra argini, devono essere lasciati pieni di alberi.
Come si fa a dire cose simili contro le leggi matematiche dell' idraulica??
Già l'acqua deve rallentare quando arriva in pianura ed è costretta a passare dentro strette sezioni di fiumi arginate dall'uomo. Come si fa a pensare che servono ulteriori ostruzioni date dagli alberi al gia' lento deflusso dell'acqua a causa della poca pendenza Padana? Poi con il controsenso degli stessi studiosi che ritengono il vento contrario causa del rallentamento del deflusso.
Quindi il vento contrario che soffia solo sulla superficie dell'acqua rallenta il deflusso? Mentre la vegetazione con chiome di alberi per tutta la profondità della corrente no?
Ma perché mi tocca sentire certe boiate da scienziati che hanno voce televisiva nazionale il prima serata?
La cosa degli alberi ha senso finché si è fuori dal percorso artificiale con pendenze sostenute e forte velocità dell'acqua. Ma una volta entrata nel percorso artificiale arginato, è come entrare in un tubo, più il tubo è sporco e meno acqua può passare, più il tubo è pulito e più acqua può passare.

sanpei
17-05-2024, 14:30
In effetti la puntata di ieri sera non è stata il massimo della scientificità ma teniamo conto che era rivolta ad un pubblico generalista.
Il discorso sugli alberi nell'alveo del fiume va collegato al fatto di "lasciare spazio" ai fiumi e non restringerli in argini troppo alti e stretti. In tal caso, con spazi adatti all'espansione delle piene, se queste sono alberate la corrente rallenta e non erode gli argini nelle zone più strette lasciando campo libero alla natura e alla biodiversità.
Nelle nostre terre oramai la situazione è compromessa, lo spazio non c'è più, case, industrie e agricoltura hanno occupato tutto e i fiumi sono ridotti a canali, ora completamente disboscati e desertificati, che poco lasciano alla natura. Sarà anche più sicuro (cosa discutibile) ma è davvero brutta questa devastazione.

campaz
17-05-2024, 18:45
Parliamo di fiumi con bacino di scolo da 500 km2, che arrivano in pianura e poi i nostri nonni li hanno incanalati dentro argini, a volte anche stretti di poche decine di metri da un argine all'altro, come possiamo permetterci di mettere anche chiome degli alberi in quelle poche decine di metri rimasti disponibili al passaggio dell'acqua piovuta nei 500km2 della collina/montagna? Ma ci rendiamo conto di cosa stiamo parlando. Se vogliamo boschi e biodiversità allora espropriamo terreni e facciamo casse d'espansione, li non serve velocità per dare portata e flusso, li serve solo volume in metri cubi, ma il fiume dentro ai suoi argini ha bisogno di metri cubi al secondo, e non solo metri cubi. I canali di scolo artificiali (un fiume nella nostra pianura alla fine non è altro che un canale di scolo artificiale) è stato costruito stretto con l'intenzione di tenerlo poi pulito. Se pensavano di tenerlo alla natura selvaggia, che comunque sarebbe stato molto meglio, siccome poi non serviva neppure la manutenzione, ma bisognava costruirlo molto più largo.

campaz
17-05-2024, 19:00
Non si può pretendere di costruire un canale stretto per il passaggio dell'acqua montana e poi pensare di creare anche boschi e biodiversità sempre lì dentro. Si può fare, ma serve togliere un argine e spostarlo di centinaia di metri. Cosa cmq non impossibile con i mezzi d'oggi.

Graupel
02-07-2024, 11:46
L'uragano Beryl è ora categoria 5 ed è pronto a battere diversi record non solo di intensità... La temperatura dell'acqua in superficie in zona è quella che dovrebbe esserci fra due mesi hitemp//

sanpei
04-07-2024, 12:41
L’anno scorso le fonti rinnovabili — idroelettrico, solare ed eolico principalmente — hanno prodotto il 51 per cento dell’energia elettrica spagnola, quest’anno la quota è salita, balzata direi, al 60 per cento: Spagna regina continentale del settore. Merito soprattutto di fotovoltaico e dighe: da queste voci Madrid punta a raggiungere l’80 per cento entro il 2030. La principale fonte di elettricità non rinnovabile nel Paese è il nucleare (comunque carbon free): 18,6 per cento la quota del primo trimestre 2024.

Più in generale, nell’Unione europea, nel primo semestre di quest’anno l’energia elettrica generata è stata la più «pulita» di sempre: le rinnovabili hanno infatti raggiunto il 50 per cento della produzione complessiva. Mentre si continua a dire che le rinnovabili non sono abbastanza forti, queste avanzano e conquistano i mercati. Considerando che il nucleare ha contribuito con il 24 per cento (stime Eurelectric), in totale il 74 per cento della generazione elettrica europea è arrivato da fonti low-carbon (rinnovabili + nucleare), rispetto al 68 per cento dello stesso periodo 2023.

campaz
22-07-2024, 21:41
Oggi i giornali pubblicano che i danni climatici ammontano a 300 euro ad abitante in Italia in un anno, e l'Italia è tra gli stati che pagano di più i danni degli eventi estremi.
Ma quindi di quale tragedia economica stiamo parlando?
Come dicevo tempo fa, dal punto di vista economico, nei paesi più sviluppati si parla di danni climatici che ammontano a circa 1% del PIL.
Invece il clima di 200 anni fa, quando era tutto rose e fiori, nella società dell'epoca poteva arrecare danni economici anche del 10/20% del PIL dell'epoca.
Almeno, per sostenere la tesi della tragedia economica, non pubblicateli certi dati.
A volte non capisco se ci fanno o ci sono...

Roberto
23-07-2024, 07:34
18 miliardi di euro, noccioline.

Garese
23-07-2024, 08:53
Quindi ci si lamenta (giustamente) che il costo della vita sale, al contrario degli stipendi, ma va bene se si aggiungono 300 euro l'anno per un problema che non farà che peggiorare... Vabbè

sanpei
23-07-2024, 09:29
300 euro che ogni italiano paghera' ogni anno per colpa di quelli che negano o minimizzano. Mi sembra una tassa assolutamente evitabile, soldi che potremmo spendere per conservare la Natura invece che vederli bruciati per l'interesse di pochi.

sanpei
23-07-2024, 09:53
E i morti quanto ci costano ?

E Celeste Saulo, segretaria generale della World Meteorological Organization, aggiungeva: «La crisi climatica è la sfida più grande della nostra generazione. Il costo dell’azione per il clima può sembrare elevato, ma il costo dell’inazione è molto più elevato. Come mostra questo rapporto, dobbiamo sfruttare la scienza per fornire soluzioni per il bene della società».

È solo il caso di ricordare che siccità, inondazioni, incendi e ondate di calore costano anche vite umane, non soltanto soldi. «Sono stati stimati tra 55 mila e 72 mila decessi dovuti alle ondate di caldo in ciascuna estate del 2003, 2010 e 2022 — si legge nel rapporto di Copernicus —. Una stima per il 2023 non è ancora disponibile. Nell’area europea dell’Organizzazione mondiale della sanità, la mortalità correlata al caldo è aumentata di circa il 30% negli ultimi 20 anni. Si stima che tra il 2000 e il 2020 i decessi legati al caldo siano aumentati nel 94% delle regioni europee monitorate». A questi numeri andrebbero anche aggiunti i quasi 47 mila morti l’anno in Italia attribuibili al Pm 2,5, ossia le polveri ultra sottili, che salgono a oltre 250 mila nell’intera Ue (dati Agenzia europea per l’ambiente).

lucapa
23-07-2024, 11:07
Oggi i giornali pubblicano che i danni climatici ammontano a 300 euro ad abitante in Italia in un anno, e l'Italia è tra gli stati che pagano di più i danni degli eventi estremi.
Ma quindi di quale tragedia economica stiamo parlando?
Come dicevo tempo fa, dal punto di vista economico, nei paesi più sviluppati si parla di danni climatici che ammontano a circa 1% del PIL.
Invece il clima di 200 anni fa, quando era tutto rose e fiori, nella società dell'epoca poteva arrecare danni economici anche del 10/20% del PIL dell'epoca.
Almeno, per sostenere la tesi della tragedia economica, non pubblicateli certi dati.
A volte non capisco se ci fanno o ci sono...

Io i miei 300 annui li pago ma tutto quello che mi ha portato via l'alluvione dello scorso anno non me lo ha risarcito nessuno. Quindi l'anno scorso ho pagato 300 + macchina moto danni alle strutture e alle cose e mi è andata bene che l'acqua non mi ha portato via raccolti, alberi, capannoni, l'intera casa e vite umane. Di cosa parliamo esattamente?
Quali danni vengono coperti dai tuoi e miei 300 euro?

sanpei
23-07-2024, 11:35
Il 21 luglio e' stato nuovamente battuto il record di temperatura globale con 17,09°.Fonte Copernicus Ecmwf. Il precedente era ovviamente dello scorso anno.

campaz
23-07-2024, 13:51
Quindi ci si lamenta (giustamente) che il costo della vita sale, al contrario degli stipendi, ma va bene se si aggiungono 300 euro l'anno per un problema che non farà che peggiorare... Vabbè
Volevo solo dire che 300 euro in una società con PIL procapite da 30.000 euro sono una cosa. Mentre 30 lire in una società con PIL procapite da 300 lire sono una altra. Ho messo numeri così a caso per rendere l'idea di quello che voglio dire, non sono andato a indagare esattamente a quanto ammontavano i danni climatici a inizio 900. Ma so per certo che dopo un alluvione la gente moriva di fame, adesso dopo un alluvione chi va peggio passa dall'Audi alla Dacia, e tanti ne approfittana passando dalla Dacia all'Audi

sanpei
23-07-2024, 13:52
Allora speriamo ne faccia piu' spesso di alluvioni che devo cambiare auto....

supider
23-07-2024, 16:45
Volevo solo dire che 300 euro in una società con PIL procapite da 30.000 euro sono una cosa. Mentre 30 lire in una società con PIL procapite da 300 lire sono una altra. Ho messo numeri così a caso per rendere l'idea di quello che voglio dire, non sono andato a indagare esattamente a quanto ammontavano i danni climatici a inizio 900. Ma so per certo che dopo un alluvione la gente moriva di fame, adesso dopo un alluvione chi va peggio passa dall'Audi alla Dacia, e tanti ne approfittana passando dalla Dacia all'Audi

Cito Mercalli: per indirizzare il tema del riscaldamento climatico basterebbe che tutto il pianeta contribuisse con il 2% del PIL; dire che in fondo costa solo l'1% accettarne i danni (MEDIAMENTE, chi ci rimane sotto non sarà così d'accordo come dice Lucapa) significa che non vogliamo impegnarci ad avere un pianeta più pulito, sano, sostenibile, ma non ho capito a che pro.
A me piace chiedere alle persone se cagh***erebbero nell'acqua in cui bevono, perchè è quel che facciamo ogni giorno da tempo immemore.

Dovremmo ricordarci anche del bilancio dello sfruttamento del pianeta, del quale consumiamo più risorse rispetto a quelle che è in grado di fornirci, oltre a inquinarlo scriteriatamente.
Un caso celebre in scala minore fu quello degli abitanti dell'isola di Pasqua, che in un contesto già sovrappopolato sterminarono gli alberi dell'isola solo per il trasporto delle statue votive; in scarsità di risorse e senza possibilità di andarsene dall'isola, finirono per scannarsi per diverse decine di anni...

Roberto
23-07-2024, 21:22
Volevo solo dire che 300 euro in una società con PIL procapite da 30.000 euro sono una cosa. i

Moltiplicato per la popolazione italiana fanno quasi 18 miliardi, praticamente una manovra economica aggiuntiva.

campaz
23-07-2024, 22:03
Moltiplicato per la popolazione italiana fanno quasi 18 miliardi, praticamente una manovra economica aggiuntiva.
La.proporzione rimane la stessa, in percentuale è la stessa cosa. Cioè una sciocchezza se paragonato a quello che comportava il clima di 1 secolo fa. Cioè, si pregava perché il tempo fosse clemente e permettesse un raccolto in grado di sfamare la famiglia, si pensava fosse dio a mandare le calamità. Il clima decideva se vivere o morire, non esistevano meccanismi di difesa e ammortizzatori sociali. Oltretutto il freddo uccideva gli anziani nelle case d'inverno, il detto era "se riesce a smarzare... "
Ma di cosa state parlando?
Quando parlate di morti di caldo in aumento, ma al conteggio vengono sottratti i morti di freddo del 1929?

campaz
23-07-2024, 22:10
Discorso diverso se invece parliamo di sfruttamento del pianta, quello si che è preoccupante, da 1 miliardo di persone a 8 miliardi in poco più di 1 secolo. Robe assurde, l'esempio dell'isola di pasqua mi trova d'accordissimo. Ma non sono I 3 gradi in più che distruggeranno il pianeta, sono i miliardi di persone che vogliono vivere all'occidentale e il mondo non ha le risorse per permetterlo. Finché vivono a riso e acqua si va avanti, ma man mano che aumentano le loro possibilità economiche la tragedia si avvicina. Se tutti vogliono mangiare una fiorentina non ci sarebbe terra coltivabile a sufficienza, con tanto di disboscamento ecc...
Oltretutto va tanto di moda il biologico e il no OGM, che significa calo delle rese ad ettaro con conseguente aumento di terre coltivate. La chimica gli OGM sono il futuro per avere tanto cibo sfruttando poca terra, ma il colmo è che le stesse persone che vogliono un mondo meno sfruttato sono le stesse che vogliono il biologico e dicono no all'agricoltura geneticamente modificata.
Proprio il mondo al contrario.

sanpei
24-07-2024, 06:20
Campaz, ti commenti da solo con l'ultima frase.

sanpei
24-07-2024, 07:59
Ci sono più notti tropicali e inverni senza gelo: in Italia fa molto più caldo rispetto a 40 anni fa e la proiezione sul 2030 mostra che l’anomalia di oggi sarà la normalità. Lo rivela un dossier realizzato da IlMeteo.it per il Corriere della Sera.

Impressionante il dato delle notti tropicali, quelle cioè durante le quali la temperatura non scende mai sotto i 20 gradi. «Bergamo è la città dove sono aumentate di più: da 8 nel 1985 (mediamente) a 62 negli anni Venti del nostro secolo. A Milano da 20 a 71, a Roma da 51 a 90: significa tre mesi interi con temperature minime che non scendono mai sotto i 20 gradi» spiega il meteorologo Lorenzo Tedici.

Netta anche la diminuzione dei giorni di gelo, quelli con minima inferiore a zero gradi: a Milano sono scesi da 52 a 19, a Torino da 79 a 26, a Roma da 25 a uno all’anno. «La tendenza dice che nella capitale nel 2030 il termometro non andrà più sotto lo zero» dice ancora Tedici.

lucapa
24-07-2024, 15:45
Moltiplicato per la popolazione italiana fanno quasi 18 miliardi, praticamente una manovra economica aggiuntiva.

Una manovra economica che non corregge ma paga danni e così è destinata ad aumentare esponenzialmente anno dopo anno

sanpei
24-07-2024, 21:24
"La proposta dei governi di Francia e Brasile, presentata ai ministri dell’economia dei venti paesi più ricchi del mondo, di tassare del 2 per cento i mega-patrimoni (quelli superiori ai cento milioni di dollari), renderebbe disponibile: 680 miliardi di dollari all’anno. Una montagna di denaro, che se destinato al Welfare, o alla transizione green, avrebbe il suo evidente peso."

Potete stare tranquilli che non lo faranno, i grandi patrimoni possiedono giornali, tv, internet e social e troveranno il modo di convincerci che non si puo' fare.

campaz
25-07-2024, 13:51
Politicamente parlando, volendo, possono stampare tutti i soldi che vogliono per finanziare quello ritengono più utile, non serve necessariamente mettere tasse, per esempio in caso di guerre certi stati stampavano moneta per finanziare fabbriche d'armi e stipendi ai militari. Stampare moneta, creando inflazione, da sempre è un modo per tassare tutti, svalutando il loro potere d'acquisto, ma trasferendolo dove viene investita la nuova moneta. Anche senza tasse la politica ha il potere di togliere da una parte per dare da un altra.

lucapa
25-07-2024, 15:36
Meno male che la banca centrale è indipendente dal potere politico

campaz
25-07-2024, 23:24
Meno male che la banca centrale è indipendente dal potere politico
Si, vero, ma fino a un certo punto, quando c'è veramente bisogno di manovre extra per risolvere problemi importanti, politica e BCE vanno di comune accordo, tipo per comprare il debito di stati in fallimento (vedi Grecia anni fa), oppure per rilanciare l'economia post covid, tutte operazioni che incrementano moneta e conseguente inflazione, cioè una tassa per tutti per risolvere certe situazioni. Se scoppiasse veramente una guerra Europa contro Russia, sicuramente politica e BCE troverebbero l'accordo per stampare moneta per incentivare e finanziare le fabbriche di armi, soldati, ecc... che poi già lo facciamo per aiutare l'Ucraina, ci sono sempre manovre bancarie che portano all'immissione di nuova moneta e conseguente inflazione, già adesso lo fanno anche per incentivare le politiche green, se proprio venisse considerata una guerra umanità Vs co2, sicuramente politica e banche inizierebbero a incentivare ancora maggiormente il rinnovabile.
Ma volevo solo dire che in certe problematiche storiche, tipo guerre, in parte il covid o quella che si potrà ritenere in futuro la lotta al cambiamento climatico, non necessariamente serve mettere tasse dirette al popolo. La tassa la mettono anche solo con l'inflazione immettendo denaro nel settore da incentivare per vincere la "guerra".

sanpei
06-09-2024, 11:59
Il caldo aumenta velocemente sulla Terra. La sensazione di afa interminabile che abbiamo provato quest’estate è confermata dalle misurazioni ufficiali.
A giugno, luglio e agosto l’emisfero nord ha registrato l’estate più torrida dal 1851, da quando cioè esistono rilevazioni affidabili.
Il servizio europeo Copernicus per la misurazione del clima ha misurato sia l’estate che il mese di agosto più caldo di sempre. Il record vale sia per l’Europa che per il mondo intero.

Nei giorni scorsi le agenzie meteorologiche di vari paesi, dalla Cina al Giappone, e perfino all’Australia dove in questo momento è inverno, avevano annunciato livelli di caldo record negli ultimi tre mesi.

Se il 2023 si era classificato come l’anno più caldo dalla rivoluzione industriale - considerato l’innesco del riscaldamento globale – il 2024 lo supera al momento di 0,23 gradi. “E’ sempre più probabile che il 2024 diventi l’anno più caldo mai registrato”, scrive Copernicus.

“Negli ultimi tre mesi del 2024 il pianeta ha vissuto il giugno e l’agosto più caldi, la giornata più calda e l’estate più calda dell’emisfero nord” ha commentato Samantha Burgess, vicedirettrice del servizio per il cambiamento climatico di Copernicus.

“Gli eventi estremi di quest’estate diventeranno sempre più intensi, con conseguenze sempre più devastanti per gli esseri umani e per il pianeta se non interveniamo urgentemente per ridurre le emissioni di gas serra”.

L’agosto del 2024 è stato simile all’agosto 2023 con 16,82 gradi di media sul pianeta. Il servizio europeo elabora le sue medie partendo da miliardi di misurazioni da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche distribuite nel mondo.

Rispetto alla media 1850-1900 negli ultimi dodici mesi sulla Terra la colonnina del termometro è cresciuta di 1,64 gradi.

Il limite di un grado e mezzo – la soglia di sicurezza da non superare secondo gli accordi di Parigi del 2015 – è stato oltrepassato per 13 degli ultimi 14 mesi, sempre secondo Copernicus.

Il riscaldamento è in accelerazione
All’interno del continente europeo ha fatto più caldo nei paesi meridionali e orientali, mentre Gran Bretagna, Irlanda, Islanda e Portogallo sono stati relativamente più freschi.

Al di fuori dell’Europa le temperature maggiori si sono registrate in Antartide, America, Africa del nord, Iran, Cina, Giappone e Australia.

Rispetto agli ultimi trent’anni (cioè alla media 1991-2020) l’eccesso di temperatura degli ultimi dodici mesi è stato di 0.76 gradi.

Quasi metà del riscaldamento del pianeta degli ultimi 170 anni è concentrato nell’ultimo trentennio: un segno di come la situazione stia accelerando verso territori mai sperimentati dall’uomo.

sanpei
11-09-2024, 20:45
Altre conferme:

Italy had its second warmest august on record since 1800. The average temperature was 2.38 °C above the 1991-2020 reference period.
Summer 2024 was the third warmest on record (+1.79 °C).
Data from ISAC-CNR.

sanpei
12-09-2024, 13:10
Nelle scorse settimane è stato avvistato un banco di barracuda nel Golfo di Trieste: un centinaio di esemplari che nuotavano nelle acque dell’Area marina protetta di Miramare (Amp). A incontrare e filmare i barracuda boccagialla (Sphyraena viridensis) è stata una istruttrice e guida subacquea dell’Amp, Amanda Vertovese. «Diversi sono stati negli anni passati gli avvistamenti di singoli esemplari, ma mai finora di un banco così grande, segno che questa specie sta sempre più colonizzando i nostri mari per effetto del riscaldamento globale che porta alla meridionalizzazione dell’Adriatico e del Golfo di Trieste», ha scritto l’Amp sulla sua pagina Facebook. «Che il mare sia sempre più caldo per effetto della crisi climatica in corso è un dato oggettivo. Che molte specie marine ne stiano pagando il conto mentre altre, avvezze a mari ben più caldi del nostro, ne stiano approfittando, lo vediamo con i nostri occhi». Fino ad una decina di anni fa i barracuda boccagialla vivevano solo nelle acque più meridionali del Mediterraneo, lungo il Marocco, la Tunisia e nel Canale di Sicilia.

L’Alto Adriatico, rileva l’Arpa Friuli Venezia Giulia , nel 2024 ha avuto costantemente temperature più alte della norma. L’acqua a due metri di profondità nel porto di Trieste tra luglio e agosto ha superato spesso e per giorni i 28 gradi, arrivando anche più volte a sfiorare i trenta. A metà agosto è stata costantemente tra i 29 e 30 gradi, circa 4 o 5 in più rispetto alla media del periodo 1934-2023. E questo nonostante la temperatura media annua nel porto sia stata di 17,7 gradi già l’anno scorso, oltre un grado in più della media del ventennio 2001-2020 e, soprattutto, la più alta da quando si fanno le misurazioni.

In dieci anni il Mar Mediterraneo, da Trieste a La Spezia a Palermo, è cambiato moltissimo. II problema è che il bacino di 2,5 milioni di chilometri quadrati si sta riscaldando più velocemente della media dei mari del mondo. Secondo l’Onep, il programma ambientale dell’Onu, la regione mediterranea si sta riscaldando il 20% in più rispetto alla media globale e le zone costiere sono esposte a maggiori rischi di disastri, tra cui inondazioni ed erosione, e alla salinizzazione delle foci dei fiumi e delle falde acquifere. Dal 6 agosto la temperatura superficiale media del Mediterraneo ha superato i 28 gradi e ci è rimasta per settimane, segnando il periodo più prolungato al di sopra di questa soglia secondo i dati del Servizio Copernicus. Le acque intorno alla Sicilia hanno sfiorato i 30 gradi, tre gradi in più della media in questo periodo, uno dei motivi all’origine della tromba d’aria che ha fatto affondare lo yacht Bayesian il 19 agosto, a Palermo.

sanpei
20-09-2024, 10:04
Sono passati dieci anni da quel 2014 in cui l’allora ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti spiegò in Parlamento che occorrevano almeno 14 miliardi di euro per «la prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e l’adattamento al cambiamento climatico». Eppure solo pochi mesi fa, dopo sei governi e quattro anni spesi solo per la Valutazione ambientale strategica, il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha potuto annunciare il varo del «Pnacc», l’agognato Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico fornito di 361 disposizioni per contenere i disastri ambientali ma, ahinoi, del tutto squattrinato: «Purtroppo, per questo obiettivo essenziale, non è stato stanziato un euro. Zero», spiega Stefano Ciafani, presidente di Legambiente. «Non è che non ci sia un solo euro sul contrasto al cambiamento climatico», precisa l’ex ministro Enrico Giovannini, «Ma tutto è disorganico, approssimato, senza il filo conduttore». Peggio: mai come in questo caso ogni ritardo pesa di più sui ritardi successivi, finendo per moltiplicare a dismisura i costi di interventi indispensabili. Su tutti la «dislocazione», cioè il trasferimento altrove, di stabilimenti, edifici pubblici, scuole, case private e così via dichiarati da tempo ad alto o altissimo rischio idrogeologico.

Destino cinico: il ministro Galletti è di Bologna, città alluvionata (in periferia) anche questa volta.

sanpei
20-09-2024, 10:31
I fondi per la messa in sicurezza del territorio sono in totale circa 2,5 miliardi, spiega il Generale Figliuolo. Di questi, 1,6 miliardi sono stati già erogati, ha ribadito ieri il commissario. Attraverso 11 ordinanze che indicavano le procedure per l’utilizzo dei fondi, il generale parla di 6mila interventi per la difesa idraulica, la rete viaria e ferroviaria e le altre infrastrutture pubbliche. I fondi sono stati dati ad Agenzia Regionale di Protezione Civile, Province. Comuni e Consorzi di bonifica. La Regione parla nel suo report sugli interventi fatti attraverso l’agenzia regionale per la Protezione civile di 402 cantieri, di cui 130 terminati, 158 in corso e 114 in progettazione. Il tutto per un ammontare di spesa di 343 milioni di euro.

I 130 interventi conclusi dalla Regione lungo gli argini dei fiumi, circa un terzo del totale dei cantieri da fare dopo un anno e mezzo dall’alluvione del ‘23, sono comunque serviti a evitare danni ulteriori quando due giorni fa ha ripreso a piovere. A Faenza, per dire, il muro costruito con 3,5 milioni di euro in Via Renaccio, ha salvato il centro città. Mentre non c’è traccia della grande muraglia lungo gli argini che l’amministrazione aveva chiesto al commissario di costruire.


A Lugo e Sant’Agata, nella Bassa Romagna che aveva subito più danni un anno fa, i lavori lungo gli argini del Santerno questa volta hanno evitato problemi. Sfortunata Bologna, che ha speso 32 milioni per la ricostruzione del Ponte della Motta, tra Budrio e Molinella dove nel 2023 furono allagati i campi per molti chilometri, ma i cui lavori erano previsti in chiusura ai primi di ottobre. Ironia della sorte i guai sono arrivati invece a Modigliana, l’unico Comune dove la maxi opera prevista per mettere in sicurezza la cittadina dalle acque, è stata affidata dal commissario Figliuolo a una società esterna, la Sogesid, e non all’agenzia regionale della Protezione civile. L’opera infatti, non terminata, non ha impedito l’allagamento della città, che è stata tra le più colpite quest’anno.

Interventi solo per “aggiustare”
Il problema più grave però è che gli interventi eseguiti finora sono serviti solo ad “aggiustare” o consolidare quello che l’acqua aveva distrutto un anno fa. Quello che chiede la Regione, e che ieri è tornata a chiedere con la presidente facente funzioni Irene Priolo, sono i piani speciali contro il dissesto idrogeologico. In sostanza il piano per il futuro, che dovrebbe ridisegnare il territorio attraverso la costruzione di casse di espansione che contengano l’acqua durante le piene alluvionali. Un maxi piano del valore, secondo la Regione, di 4,5 miliardi di euro. Un piano che esiste, ma che non è finanziato. Nel maggio 2024, a un anno dall’alluvione dello scorso anno, Figliuolo spiegava che a marzo aveva approvato un piano provvisorio. Il piano è stato poi aggiornato a giugno, e approvato a luglio. Da allora però è fermo.

Roberto
20-09-2024, 11:43
Guardando il video del muro fatto a Faenza credo che di strada da fare ce ne sia ancora tanta.

sanpei
20-09-2024, 11:47
Guardando il video del muro fatto a Faenza credo che di strada da fare ce ne sia ancora tanta.

In mancanza dei soldi promessi dal Generale Figliuolo (e da chi ora starnazza in TV), si è tentato di limitare i danni in poche ore e con quello che c'era, dove il muro era stato fatto per tempo (spesi 3,5 mln) in cemento armato ancorato con pali al sottosuolo, non ci sono stati danni. Ma per quello sono serviti sei mesi ...oltre ai soldi.

sanpei
01-10-2024, 10:22
Oltre cento vittime identificate e con ogni probabilità altre ancora sconosciute. Danni difficili da stimare, tra i 20 e gli oltre cento miliardi. Città inondate nella Carolina del Nord e del Sud, in Tennessee, Georgia e Kentucky, con lunghi elenchi di comunità traumatizzate, a volte spazzate via. Tra immagini di auto seppellite nella sabbia da mareggiate e abitazioni divelte e sbatacchiate come giocattoli in balia della furia degli elementi. Almeno due milioni di americani, erano cinque inizialmente, tuttora senza elettricità.

È il bilancio di Helene, l’uragano che si è abbattuto sul Sudest degli Stati Uniti con forza 4 a partire da giovedì sera. Per poi trascinare la sua violenza nell’entroterra, lungo un cammino di 800 chilometri. All’indomani delle peggiori devastazioni è solo provvisorio, con i soccorsi che restano in febbrile mobilitazione. Ma è già da record, spesso drammatico.

In North Carolina, dall’artistica Asheville a impoverite aree dell’Appalachia, Helene è diventato l’uragano peggiore in cento anni mietendo 42 vittime. La cittadina di Busick ha visto precipitare 76 centimetri di pioggia, superando massimi che risalivano al 1969. Non si è trattato di un’eccezione. Nell’area di Greenville-Spartanburgh, cuore economico della South Carolina, l’ufficio meteorologico locale ha abbandonato il linguaggio terso di previsioni e allarmi davanti al «peggior evento nella nostra storia. Non ci sono parole per esprimere il nostro dolore. Vogliamo sempre offrire pronostici accurati, stavolta speravamo di esserci sbagliati». Lo stato finora ha contato 25 vittime. Nel pomeriggo la rete Tv Cbs ha aggiornato a 116 il bilancio nazionale delle persone che hanno perso la vita.
La mobilitazione dei soccorsi, dalla Casa Bianca alle autorità locali, ha rispecchiato l’emergenza. Il presidente Joe Biden ha definito Helene «sconvolgente» e impegnato ogni risorsa federale. Il governatore democratico della North Carolina Roy Cooper ha parlato di «tragedia senza precedenti». Il suo omologo repubblicano della Georgia, Brian Kemp, ha detto che «sembra sia esplosa una bomba». Ad Atlanta la pioggia caduta, 28 centimetri in 48 ore, non ha paralleli dal 1878.

Al dramma umano si sommano ferite economiche a loro volta ancora da valutare appieno. Moody’s stima al momento l’impatto tra i 20 e i 34 miliardi, con danni alle proprietà per forse 26 miliardi e alla produzione per 8 miliardi. AccuWeather ipotizza un trauma da 95-110 miliardi.

Quel che appare certo è che l’effetto serra ha moltiplicato la forza dell’uragano, l’ottavo di una stagione ancora aperta: «Si è intensificato rapidamente muovendosi sopra acque eccezionalmente calde. Il cambiamento climatico ha reso simili temperature sulla rotta della tempesta 500 volte più probabili e aumentato la capacità dell’atmosfera di trattenere vapore acqueo dell’8%, aggravando i rischi», spiega Shel Winkley, metereologo del centro di ricerca Climate Central.

sanpei
14-10-2024, 10:57
«Il momento per investire (nella transizione energetica) è ora, perché la questione non è più se la transizione verde avverrà, ma dove. Se l’Europa non la vuole, allora avverrà in Cina e negli Stati Uniti e si rischierà davvero la deindustrializzazione delle nostre economie», afferma Linda Kalcher, direttrice esecutiva di Strategic Perspectives. «Tornare indietro sul Green Deal - aggiunge - potrà fare guadagnare facili consensi, ma non abbasserà il costo dell’energia e non aiuterà a creare posti di lavoro».

Imporre dazi sulle auto elettriche cinesi, sottolinea Makaroff, «può essere un rimedio temporaneo, ma non offre una soluzione definitiva al gap di competitività, che ha bisogno di investimenti nella value chain e in innovazione. Mi colpisce sempre vedere il litio estratto in Portogallo che viene esportato in Cina, dove viene usato per fabbricare batterie poi vendute in Europa».

La Cina da sola rappresenta il 39% degli investimenti globali a zero emissioni (654 miliardi di dollari) e il 60% della capacità di produzione. Potenza incontrastata nel solare, controlla il 60% della catena di valore dell’eolico (la produzione è cresciuta del 30% nel 2023) e prevede di triplicare la capacità di produzione di batterie entro il 2030. Questo porterebbe a volumi quattro volte superiori alla domanda interna. Il risultato, afferma il report, è l’inondazione del mercato mondiale con prodotti cinesi, anche grazie ai massicci sussidi elargiti alle proprie imprese e alle economie di scala garantite dalle dimensioni del mercato interno.

Nel 2023, la Cina ha installato la stessa capacità di produzione solare del resto del mondo. Metà della flotta globale di veicoli elettrici circola sulle strade cinesi. Una batteria per auto made in China costa in media il 32% in meno rispetto a una batteria prodotta in Europa (per i pannelli solari la differenza è del 65%). Grazie all’Ira, gli Usa sono riusciti a ridurre il gap al 7%.

sanpei
22-10-2024, 08:22
Piogge massime giornaliere dal 1961 ad oggi a Bologna (Fonte Eraclito, ARPA EMR).
Fino al 2022 la media giornaliera in ciascun anno è stata di 55 mm con un picco di 92 mm nel 2005.
Maggio 2023 118 mm in un giorno.
Ottobre 2024 137 mm in un giorno (in realtà in sei ore).

NON ERA MAI piovuto così intensamente in così poco tempo dal 1961 (e probabilmente da molto prima...).
Si tratta di una nuova era climatologia senza alcun dubbio, chi cercava prove dell'estremizzazione del clima credo possa dirsi soddisfatto.

Ma per certi personaggi la colpa è delle nutrie ....

sanpei
22-10-2024, 11:12
L'Emilia-Romagna è in ginocchio, ancora una volta piegata da una alluvione e da "una crisi climatica senza precedenti". Una crisi che riguarda tutto il Paese: sott'acqua sono finite Cesenatico e la città metropolitana di Bologna, con l'esondazione dei corsi d'acqua che ha interessato anche Ravenna, Modena, Reggio e in direzione Piacenza. A parlarne è il geologo Paride Antolini, presidente dell'Ordine dei Geologi dell'Emilia-Romagna.

Presidente Antolini, cosa sta accadendo esattamente in regione?

"Siamo di fronte a fenomeni sconvolgenti e a una crisi climatica evidente, senza precedenti. E le persone pensano di poter risolvere tutto ciò con azioni semplici e superficiali, come con la pulizia dei fiumi e dei tombini. Ci ritroviamo in una situazione straordinaria nella gestione di un corso d'acqua, ma anche nella gestione della rete urbana con il deflusso scolante minore. Ma è chiaro che questo non regge più di fronte a queste accumulate di pioggia. E sabato quando hanno iniziato a circolare le informazioni meteo su Bologna, si percepiva già quello che sarebbe poi successo. La vita, ieri sera, non doveva continuare come sempre".

Cosa intende?

"Era stata diramata l'allerta rossa, ma la gente è comunque uscita. Ha pensato potesse piovere, ma non ha tenuto conto né dell'allerta né delle vere condizioni. La nostra vita ieri doveva fermarsi, perché l'allerta rossa impone questo. E invece non lo abbiamo fatto, d'altronde non ci sconvolgiamo più neanche di fronte a guerra, figuriamoci con un'alluvione".

Qual è la criticità maggiore?

"La quantità d'acqua che dovrebbe cadere in mesi, invece precipita in poco tempo, anche in una sola notte. Il problema è questo: la quantità di acqua che si alza in così poco tempo, ripetutamente, su porzioni del nostro territorio. Sono allerte rosse infinite, perché queste situazioni drammatiche ci fanno pensare a quanto c'è da lavorare per ristrutturare veramente il nostro territorio, dandogli un nuovo assetto".

A macchia di leopardo, tutta la regione è stata investita dalla terza alluvione. Cesenatico è sott'acqua.

"È partito tutto da Cesenatico, dove si verifica una situazione tra subsidenza e ingressione marina. L'allerta rossa era stata diramata, e c'erano comunque auto lasciate nei garage o nei seminterrati o cittadini bloccati in auto in mezzo all'alluvione. A Modigliana, poi, si stanno verificando altre frane. Ma il fondo lo abbiamo toccato nel Bolognese".

Perché?

"Bologna è la dimostrazione di quello che stiamo vivendo. La città ha una iconografia particolare ed è al piede delle colline. È attraversata da torrenti che nei secoli sono stati tombinati. Con l'alluvione dello scorso maggio, diciamo che i danni si sono limitati all'esondazione del Ravone, e l'acqua che cadeva veniva bene o male assorbita dal reticolo. Ma quanto successo ieri notte ci dà la misura del nuovo standard, ci fa vedere cosa si dovrà fare in futuro nella città metropolitana di Bologna: bisognerà attuare interventi che permettano di non far ripetere quello che è successo o che i danni siano limitati. Questo è un tema su cui si sta già pensando e lavorando, ma ora bisognerà farlo con un maggior occhio di riguardo, in ottica precauzionale".

In che modo?

"La situazione a Bologna è più complessa, perché non si tratta solo di agire sull'asta fluviale, ma anche su quelle dei torrenti. E in città bisogna agire sulla rete di deflusso secondario, che è quello degli scarichi, sia privati sia pubblici, della rete urbana".

Cosa bisogna fare per affrontare questi fenomeni?

"Innanzitutto aprire gli occhi e guardare ciò che sta accadendo: c'è ancora gente che dà la colpa alla pulizia dei tombini o dei fossi, e si ferma e limita a questo. Da mesi ripeto che il problema non è questo, ma le persone non lo capiscono e così facendo dimostrano di essere ignoranti, degli sciacalli. È incredibile non rendersi conto di quello che sta succedendo di fronte a noi, della drammaticità dei problemi e di quello che ci vorrà per riassettare il territorio".

Come potremo farlo?

"Da qui ai prossimi anni bisognerà risistemare e riassettare il nostro territorio, tutto. Saranno lavori immani e la gente deve comprenderlo: in questi momenti purtroppo questi discorsi contano poco, ma ci vuole una grande pazienza e soprattutto unione. Dobbiamo essere tutti uniti con le istituzioni, perché solo con queste si va avanti. E l'unica soluzione è progettare, lavorare, studiare e stare tutti con la barra dritta, perché in queste condizioni è facilissimo creare anche problemi di ordine pubblico se qualcuno soffia sul fuoco".

Il problema è solo regionale?

"La problematica attanaglia la regione, tutto il Paese e tutto il mondo. Nei prossimi anni dovremo seguire questa sfida: in montagna ci sono le frane e la gente pensa di risolvere il problema con la manutenzione dei boschi; in pianura ci sono le alluvioni e le persone gridano alla pulizia dei fiumi; al mare abbiamo l'ingressione marina e si chiede la pulizia dei tombini e delle fogne. Ma qui dobbiamo mettere mano al riassetto del territorio e avere comportamenti di vita diversi da quelli avuti fino ad ora".

Cosa intende per riassetto del territorio?

"Considerare le criticità e i danni subiti, ripensando effettivamente a come trovare la soluzione. Per esempio, in montagna con le frane la viabilità è stata interrotta, allora bisognerà capire come intervenire sulla viabilità; in città i fiumi esondano, quindi servirà capire come contenere tutta l'acqua che precipita".

Quali sono i comportamenti da seguire in questi casi?

"Il mio appello va ai cittadini: con l'allerta rossa bisogna stare a casa, seguendo quello che la protezione civile indica: se c'è un'evacuazione, bisogna eseguirla e spostarsi in punti sicuri. Si deve uscire di casa solo per emergenze eccezionali. La gente deve cominciare a imparare a comportarsi in base a ciò che succede".

È possibile prevedere precipitazioni straordinarie di questo tipo?

"Con l'allerta rossa si prevede che queste precipitazioni possano capitare, ma le perturbazioni possono spostarsi di decine di chilometri: a Cesena c'era l'allerta, ma non è stata colpita, mentre Cesenatico sì. Quando l'area di allerta è ampia, è difficile capire in che modo e dove si può avere una determinata manifestazione. I risultati sono diversi: a Bologna è successa una tragedia, Cesenatico è sott'acqua, mentre Cesena no. L'allerta rossa però ha funzionato benissimo e dobbiamo stare attenti su questo standard".

sanpei
30-10-2024, 11:32
Andate a vedere cosa è successo in Spagna zona Valencia....

Ecco una semplice spiegazione del fenomeno (detto DANA assimilabile alla goccia fredda) sempre più intenso e più frequente nel mediterraneo.

" ....Negli ultimi anni si sono verificati diversi episodi di DANA in Spagna. Un fatto, questo, che può essere associato al cambiamento climatico poiché il Mediterraneo si sta riscaldando molto rapidamente e l'acqua presenta solitamente temperature piuttosto elevate nei mesi estivi e successivi. Alcuni studi suggeriscono che oggi piove di più nei giorni di forti precipitazioni rispetto ai decenni passati. Ciò sarebbe in linea con l’aumento delle acque precipitabili nell’atmosfera causato da un Mediterraneo più caldo. Le precipitazioni sono meno frequenti, ma più intense.

Se a questo contrasto di temperature aggiungiamo l'umidità e l'energia fornite da un Mediterraneo molto caldo dopo i mesi estivi, il risultato sono piogge torrenziali, che spesso provocano inondazioni nelle aree colpite. I dati indicano che episodi di pioggia intensa nelle zone della costa mediterranea causati dal DANA sono sempre più ricorrenti.

Secondo l’Agenzia Meteorologica Statale spagnola, l’ondata di freddo che ha colpito l’area di Valencia tra il 29 e il 30 ottobre è la peggiore del XXI secolo, paragonabile solamente ad altre due: quella del 1982, la cosiddetta «Pantanada de Tous» (il 20 ottobre una goccia fredda fece crollare il bacino idrico di Tous, Tous Pantanada, e il Júcar inondò tutta la regione della Ribera, causando gravi danni. Interi paesi furono allagati) e quella del 1987 (il 3 novembre a Gandía e Oliva le piogge superarono i 500 l/m² e devastarono la regione di Safor . A Oliva è stato raggiunto il record spagnolo di pioggia nelle 24 ore: 817 l/m²)."

sanpei
30-10-2024, 13:23
Si parla della pioggia di un anno caduta in 8 ore (ovvero un megatemporale di massima intensità fino a 100 mm/h durato OTTO ore). Siamo alla follia meteo.

"Le autorità spagnole affermano che in otto ore a Valencia è caduta la pioggia che cade in un anno. Come scrive El Pais, l'Agenzia meteorologica statale (Aemet) aveva alzato ieri alle 8 il livello di allerta da arancione a rosso per la costa meridionale di Valencia, dove in appena un'ora si erano accumulati 90 litri. Si stimava che le piogge avrebbero potuto essere dai 150 ai 180 litri per metro quadrato, ma alla fine ne sarebbero stati rilevati più di 445, secondo i dati provvisori "

sanpei
31-10-2024, 15:14
Gli scienziati la chiamano «gota fría», la goccia fredda, un fenomeno meteorologico conosciuto anche con la sigla Dana, in spagnolo «depresión aislada en niveles altos». Abbiamo chiesto ad Enrico Scoccimarro, senior scientist presso il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti climatici e direttore della divisione sulla «Variabilità e Previsioni climatiche», di spiegare di cosa si tratta e gli aspetti comuni con gli eventi estremi di cui lui stesso, residente a Forlì, è stato testimone diretto negli ultimi due anni in Emilia Romagna.

Un fenomeno non nuovo
Dana non è un evento meteorologico nuovo né sconosciuto alla scienza: «È una depressione isolata che si stacca dal normale flusso che viene dall’Atlantico e genera zone in quota con una temperatura particolarmente bassa; questo, associato ad alte temperature in superficie, può creare fenomeni convettivi molto intensi, ossia grandi quantità d’acqua che precipitano in poco tempo. È tipico della regione ovest del Mediterraneo e di questo periodo dell’anno». Ciò che lo ha reso «eccezionale» è l’intensità. «Eventi di questo tipo, in queste zone e con queste intensità, non si registravano da svariati decenni, bisogna andare indietro fino agli anni ’60 per trovare valori simili».

C’entra il cambiamento climatico?
Gli scienziati sono sempre molto prudenti nel collegare singoli eventi meteorologici al cambiamento climatico, ma l’intensità del fenomeno spagnolo è in linea con i modelli di simulazione del clima negli scenari futuri, che variano a seconda di quanto verranno «tagliate» le emissioni di gas serra. «Noi scienziati ci aspettiamo sia un aumento delle temperature superficiali, e quindi dell’energia a disposizione del sistema, sia un aumento della quantità di acqua che può rimanere immagazzinata nella colonna atmosferica, e che si rende disponibile quando si scatenano eventi estremi di questo tipo». La maggiore presenza di energia e di acqua in atmosfera, in un ambiente più caldo rispetto al passato, preannuncia piogge, o tempeste d’acqua, sempre più forti.

Mediterraneo troppo caldo
Il Mar Mediterraneo, più caldo rispetto al passato, contribuisce all’aumento dell’intensità di questi fenomeni, che si scatenano quando determinate e diverse condizioni si presentano contemporaneamente. «Oltre al fattore scatenante, in questo caso la “goccia fredda”, sono necessarie altre condizioni favorevoli, come un quantitativo di vapor d’acqua sufficientemente alto, facilitato anche dalle alte temperature dei mari circostanti».

Il rischio in Italia
«La struttura di Dana è tipica del Mediterraneo occidentale, ma anche in Italia abbiamo vissuto fenomeni intensi di precipitazione», conferma Scoccimarro. Si tratta di sistemi simili, legati a condizioni cicloniche stanziali che persistono sulla stessa regione, come il ciclone Boris, che ha causato le alluvioni in Emilia-Romagna. Le depressioni che hanno colpito l’Italia nel 2023 e 2024 sono di natura diversa rispetto a quella che si osserva in questi giorni in Spagna, «ma alla base della più alta intensità di questi eventi ci sono le stesse variabili — alta disponibilità di acqua in atmosfera legata ad alta temperatura dei mari, ecc. — e in entrambi i casi sono coerenti con gli scenari di aumento della temperatura globale».

Processo reversibile (ma in fretta)
Non è troppo tardi, ma il tempo stringe. «Dipenderà dal taglio delle emissioni di gas serra nei prossimi decenni, se questo processo potrà essere bloccato o ridotto. Siamo ancora in tempo, ma è necessario implementare rapidamente ciò che gli scienziati, negli ultimi vent’anni, hanno chiaramente definito come necessario per invertire o bloccare la tendenza. Abbiamo speso tante energie, tempo e denaro per definire in che misura il cambiamento climatico si traduce in un aumento delle condizioni estreme sul nostro pianeta e quanto questo può cambiare in diversi scenari futuri. Sarebbe bello vedere che le nostre analisi sfociassero in azioni concrete. Ma qui si entra nella politica, e non è il mio campo».

Previsioni imprecise?
Scoccimarro difende i colleghi meteorologi. «Se un evento estremo fa tanti danni, questi non sono automaticamente imputabili ad una errata previsione meteo: sul palco c’è anche la gestione del territorio. Nel 2023, in Emilia-Romagna, la previsione è stata tempestiva, le persone sono state informate per tempo dei rischi. Il territorio non era pronto. L’impermeabilizzazione del suolo prodotta dall’uomo accelera e convoglia i flussi dell’acqua in superficie e questo si aggiunge all’eventuale effetto causato dal cambiamento climatico».

sanpei
31-10-2024, 15:25
Un'idea per molte città italiane, forse anche per Bologna:

I più anziani se la ricordano ancora benissimo l'alluvione del 1957, quando il fiume Turia sfondò gli argini provocando almeno 400 morti e danni enormi in tutta la città. All'epoca quel corso d'acqua attraversava il centro di Valencia. Ora non è più così: dopo quella tragica inondazione il suo corso venne stato deviato a 12 km, lontano dal centro. E senza quella opera la Dana, con la sua violenza smisurata, certamente avrebbe provocato molte più vittime. Al posto dell'antico letto del fiume oggi c'è l'ammirato Giardino del Turia, uno dei parchi naturali urbani più grandi e visitati della Spagna, uno spazio verde di oltre nove chilometri con strutture sportive e la celebre Ciudad de las Artes y las Ciencias, opera dell'architetto Santiago Calatrava. L'opera di ingegneria idraulica di deviazione del fiume fu iniziata appunto subito dopo l'alluvione del 1957 e ultimata nel 1973: alla fine si portò il Turia fuori città, dotando il nuovo letto del fiume di una capacità di oltre 5mila metri cubici di acqua, molti di più rispetto ai 3700 del precedente corso cittadino.

Brokenmoon
01-11-2024, 13:06
Di recente, a Ottobre sulla costa romagnola, il caldo anomalo di questi giorni non è causata dalla falsa narrazione della co2 ma dall'effetto serra causata da tutta la monnezza che rilasciano nel cielo che creano un sottile strato di particolato che intrappola il calore. La consapevolezza è essenziale per capire certe cose.
Foto scattate da me in questi ultimi giorni, costa romagnola.


ps: Avevo chiesto l'eliminazione completa del mio account dal forum se le mie foto e opinioni non erano gradite ma non è stato fatto nulla, quindi suppongo che posso postare articoli, foto e opinioni personali.

Brokenmoon
01-11-2024, 13:18
La bufala del riscaldamento globale in un articolo scientifico del Washington Post (poi rimosso), mostra come siamo in fase discendente.
https://archive.md/hi0OP

Brokenmoon
01-11-2024, 13:22
Articoli recenti apparsi sulla stampa ufficiale.

https://www.moroccoworldnews.com/2024/08/364756/moroccos-cloud-seeding-plans-raise-concerns-in-spain

https://www.ilmessaggero.it/AMP/schede/alluvione_spagna_inseminazione_nuvole_marocco_alla rme_meteo_cosa_e_cosa_sappiamo-8449715.html

lg59
01-11-2024, 17:02
Di recente, a Ottobre sulla costa romagnola, il caldo anomalo di questi giorni non è causata dalla falsa narrazione della co2 ma dall'effetto serra causata da tutta la monnezza che rilasciano nel cielo che creano un sottile strato di particolato che intrappola il calore. La consapevolezza è essenziale per capire certe cose.
Foto scattate da me in questi ultimi giorni, costa romagnola.


ps: Avevo chiesto l'eliminazione completa del mio account dal forum se le mie foto e opinioni non erano gradite ma non è stato fatto nulla, quindi suppongo che posso postare articoli, foto e opinioni personali.

Broken ma perchè voleviche ti cancellasero l'account?I tuoi post si leggono volentieri, mettono di buon umore!

Brokenmoon
01-11-2024, 18:38
Broken ma perchè voleviche ti cancellasero l'account?I tuoi post si leggono volentieri, mettono di buon umore!
Mi hanno impedito di postare le mie opinioni per tot mesi, mica cambio idea rispetto ai 2 soliti utenti che postano sempre, a questo punto mi cancelli l'account e buona notte. Altrimenti ne prendi atto e mi lasci postare anche se la penso completamente all'opposto.

Giuliacci, che voi pubblicizzate, sa tutto benissimo.
https://www.youtube.com/watch?v=-wv-n3pUyKQ

Graupel
02-11-2024, 22:56
Comunque da queste foto, non si capisce se la terra è in realtà piatta... sarcastic-

sanpei
03-11-2024, 10:28
Siamo sotto elezioni e i negazionisti escono dalle loro luride tane. Peccato ( per loro ) che il mondo abbia gia' capito chi sono e chi li paga.

Frenk_Modena
04-11-2024, 10:25
Non serve una laurea in Fisica dell'Atmosfera per capire che il riscaldamento globale c'è eccome, invece incredibilmente c'è chi riesce ancora a dire che siamo ina una fase calante....forse come fase lunare?

sanpei
04-11-2024, 13:18
"Nell’Unione Europea, nel 2021 e nel 2022 c’è stata una forte accelerazione delle perdite economiche dovute a eventi climatici e meteorologici estremi, secondo il rapporto sull’adattamento, preparato dall’ex presidente finlandese, Sauli Niinisto.

Nel 2021 i danni hanno sfiorato quota 60 miliardi di euro, l’anno seguente sono stati circa 52 miliardi. Con una media annua in crescita: era di 18 miliardi nel 2022. Tra il 1980 e il 2022, gli eventi estremi legati al meteo e al clima sono costati agli Stati membri 650 miliardi di euro. «Il costo della mancata preparazione - sottolinea il rapporto - potrebbe diventare astronomicamente più alto dell’investimento richiesto per la prevenzione». Che non può sostituirsi all’impegno a tagliare i gas serra."

Figurarsi nel 2023 e 2024 ...

sanpei
05-11-2024, 11:38
Tratto da Nimbus:

Secondo AEMET, l'agenzia statale di meteorologia della Spagna, la precipitazione più intensa è stata registrata a Chiva, nell'entroterra 35 km a Ovest della costa di Valencia, con ben 491,2 mm in otto ore (pari alla media di un anno!), di cui 160 in un'ora. Si tratta di un valore tra i più elevati storicamente noti in Europa e nel bacino del Mediterraneo, all'incirca del medesimo ordine di grandezza dei 472 mm caduti in un tempo tuttavia ancora più breve (6 ore) il 25 ottobre 2011 a Brugnato (La Spezia), responsabili dell'alluvione delle Cinque Terre e della Val di Vara, e dei 496 mm piovuti sempre in 6 ore il 4 ottobre 2021 a Montenotte Inferiore (Savona), attuale record italiano su tale intervallo orario (precipitazioni tuttavia avvenute in territori mediamente abituati a ricevere e smaltire il triplo della pioggia annua di Valencia). Sono quantità che nessun territorio, anche se correttamente (e giustamente) manutenuto, può sopportare senza gravi conseguenze.

Brokenmoon
05-11-2024, 12:32
Oggi geoingegneria pesante in Italia, il nord-est è la zona più colpita, si vedono le striature anche sulla mappa gps ufficiale sat24. Solite velature artificiali. Le foto sotto sono state scattate da varie parti del nord italia, postate su vari social.
Queste continue operazioni creano un costante effetto serra con temperature sopra media di 5-6 gradi, hanno anche diminuito il divario fra notte e giorno, sopratutto d'estate quando la temperatura rimane alta anche di notte.
Qua sulla costa romagnola c'è una fitta coltre nebbiosa in quota che non mi permette al momento di fare foto.

Curiosità, in europa i verdi ecologisti al governo hanno fatto rimuovere più di 200 dighe, dicono erano vecchie e non servivano più, lo hanno fatto per l'ambiente. L'eu ha pure un sito a tal proposito.

https://i.imgur.com/3VbpZWJ.jpeg

https://adelanteespana.com/el-gobierno-ha-invertido-2-500-millones-de-euros-en-demoler-las-presas-que-construyo-franco

https://www.sport.es/es/noticias/actualidad/son-presas-derribadas-espana-ultimos-111106063

https://damremoval.eu/about/

Garese
05-11-2024, 12:56
Puoi scriverle in un thread separato queste tue str...aordinarie osservazioni? Così, se mai a qualcuno interessassero, se le va a leggere lì e non nelle altre discussioni.

Brokenmoon
05-11-2024, 13:45
Puoi scriverle in un thread separato queste tue str...aordinarie osservazioni? Così, se mai a qualcuno interessassero, se le va a leggere lì e non nelle altre discussioni.


Se mi è concesso di farlo non è un problema, posso aprire un topic a parte. Ne parlo qui perchè è un argomento collegato al riscaldamento globale (non lo nego, ma nego che la causa sia la co2 e l'attività umana), e comunque se pensi che dico idiozie sappi che anche Giuliacci, che è pubblicizzato qui su questo forum quindi presumo persona credibile, ne ha parlato in un suo recente video, lui è informatissimo tantè che ammette che è una pratica che va avanti da circa 70 anni.

Peval
05-11-2024, 15:39
Se mi è concesso di farlo non è un problema, posso aprire un topic a parte. Ne parlo qui perchè è un argomento collegato al riscaldamento globale (non lo nego, ma nego che la causa sia la co2 e l'attività umana), e comunque se pensi che dico idiozie sappi che anche Giuliacci, che è pubblicizzato qui su questo forum quindi presumo persona credibile, ne ha parlato in un suo recente video, lui è informatissimo tantè che ammette che è una pratica che va avanti da circa 70 anni.

no, non ti è concesso fare disinformazione e continuare a intasare le discussioni con le tue bufale, ne' tantomeno aprire nuove discussioni, adesso ti ribanno drink2

sanpei
05-11-2024, 16:11
Grazie Peval,
il contesto di questo thread che animo (forse pure troppo....) richiede una certa comprensione e adesione scientifica, tutte le risposte sono ben accette, anche quelle critiche, purché scientificamente provate e pubblicate su sedi autorevoli.

sanpei
07-11-2024, 11:46
Non avevamo più dubbi, peccato che siamo in anticipo solo di 75 anni ....

"Riscaldamento globale, il 2024 sarà il primo anno a superare la soglia di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Secondo i dati del servizio europeo Copernicus, è ormai praticamente certo che quello in corso sarà l’anno più caldo di sempre e il primo a infrangere la soglia indicata dagli accordi di Parigi sul clima."

sanpei
08-11-2024, 14:31
Il 29 ottobre su Turis, entroterra di Valencia, sono caduti 771,8 mm nelle 24 ore, in realta' la pioggia e' durata circa 14 ore soltanto.
L'intensita' massima oraria e' stata di 184,6 mm, in 10 minuti sono caduti 42 mm.
Faccio notare che nella zona la media annuale sta tra 450 e 500 mm.
Insomma e' caduta in 14 ore il 150% della pioggia di un anno, in un'ora quella che cade in 4 mesi, in 10 minuti quella di un mese.
Credo che nessuna rete scolante al mondo possa reggere questi carichi.
Se poi si dimostrasse la colpa e' dell'inseminazione delle nubi (ironico...), potremo riportare alla fertilita' tutti i deserti del mondo.

Martin MB
13-11-2024, 10:52
Comunque direte tanto dello sci sul nostro Appennino, ma non è che sulle Alpi siano messi meglio ora come ora…sparano già la neve ed è tutto marrone fino a 3000 metri circa

sanpei
13-11-2024, 16:46
Oggi sono caduti in meno di 24 ore ben 512 mm a Giarre, entroterra Etneo.

Oramai non ci sono più parole per definire di cosa sia capace il rovente mar mediterraneo.

https://www.weathersicily.it/mappa-rete-stazioni-meteo/?cn-reloaded=1

supider
14-11-2024, 13:59
Comunque direte tanto dello sci sul nostro Appennino, ma non è che sulle Alpi siano messi meglio ora come ora…sparano già la neve ed è tutto marrone fino a 3000 metri circa

Dipende dagli anni Martin, anno scorso ha nevicato molto a novembre già dai primi giorni, l'anno prima la neve è arrivata il 6/12.
Quest'anno aveva già nevicato a Settembre e nella prima metà di ottobre, fino a 1.500m, ma il caldo seguente è arrivato molto in alto.

sanpei
17-12-2024, 14:38
È stata la catastrofe del cambiamento climatico, che ha riscaldato l’oceano moltiplicando la potenza del ciclone, e la tragedia della povertà e dell’immigrazione, perché le vittime — centinaia, forse migliaia — sono soprattutto gli abitanti delle bidonville, troppo poveri per abitare in case vere e troppo pieni della paura di essere espulsi per accettare di rifugiarsi nei centri di accoglienza. Il ciclone Chido ha devastato l’isola di Mayotte, dipartimento francese nell’Oceano indiano, con venti superiori ai 220 km/h e onde imponenti. Il sindaco della capitale Mamoudzou, Ambdilwahedou Soumaila, ha dichiarato che i soccorritori temono di trovare molte vittime tra le macerie delle baraccopoli, popolate da decine di migliaia di persone, in particolare nelle colline sopra la città.

campaz
20-12-2024, 06:38
Riporto cosa c'è scrtto sul giornale:
(Oggi siamo qui di persona sul fiume Montone insieme ai tecnici che sono all’opera per rimuovere il legname che aveva occupato una parte del fiume- hanno spiegato de Pascale e Rontini-. Al tempo stesso, abbiamo verificato anche gli altri lavori che vanno fatti di completa pulizia di tutte le arginature; è infatti un nodo idraulico molto complesso, dove purtroppo in questi anni più volte si sono verificati fenomeni alluvionali: sono dunque necessari interventi ulteriori. Si tratta del primo dei sopralluoghi che intendiamo svolgere settimanalmente sui fiumi in tutto il territorio regionale, per presidiare lo stato di avanzamento dei lavori di manutenzione e pulizia radicale degli alvei, segnando quel cambio di passo nella sicurezza territoriale che abbiamo promesso”.

I recenti eventi di piena, che si sono verificati tra settembre e ottobre e nel mese di dicembre, hanno causato nuovi accumuli di materiale galleggiante (tronchi, ramaglie e detriti) nell’alveo del Montone, tra l’immissione del Rio Cosina e il ponte dell’autostrada, al confine tra i comuni di Faenza e Forlì.

L’intervento in corso viene realizzato anticipando risorse regionali, circa 20mila euro, della Manutenzione e del Servizio di piena (annualità 2025).

L’appalto dei lavori è in capo all’Ufficio territoriale di Forlì-Cesena dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile. L’Agenzia ha già in programma di proseguire l’intervento con il taglio della vegetazione in alveo, che può ostacolare il normale deflusso delle acque.)

Va a finire che il presidente De Pascale e la sottosegretario Rontini hanno studiato sul mio stesso libro.

Per i professori che hanno studiato su libri diversi si staranno mangiando le mani vedendo che hanno votato gente che vuole togliere la vegetazione in alveo portandoci (a loro dire) a disastri ancora maggiori.

Per capirci meglio, in questa foto la rottura del Senio a Cotignola, in concomitanza di un tratto bello alberato come piace ai professori:
https://www.amazon.it/photos/share/nPatNOOvr6oEu4qEJrxSOxZr3WXmaO7jUU66TFCxz1v
Metto anche la foto del Lamone dove ha rotto a settembre, pure qui in coincidenza con l'inizio di un tratto di fiume non ancora pulito, si vedono chiaramente gli alberi in alveo a valle:
https://www.amazon.it/photos/share/VIMjrSGRQcOxHon1TY56kKfNvgcfgXgU444Jhbz6fwH
Metto anche la foto di come hanno pulito a Faenza dopo il disastro del 2023 e quindi, a settembre è riuscita a passare la pioggia più intensa che si conosca con un avanzo di 2 metri di argine
https://www.amazon.it/photos/share/aA3lUXKEhzqJACjr2rzKEFau7sm3fnu5lA4iKYtbTI6

sanpei
23-12-2024, 09:43
Meritoria iniziativa contro le fake-news e i "sedicenti esperti":

Dopo le alluvioni di maggio 2023 e di settembre 2024, molte voci, forse troppe, hanno cercato di dare risposte alle tante domande poste dai cittadini. Voci di esperti o pseudo-esperti, spesso in contrasto tra di loro, hanno generato confusione, scetticismo, addirittura rabbia nelle persone comuni che hanno creduto ad un parere, scartando l’altro, senza mai trovare chiarezza né certezze.

Fare informazione e cultura sulla riduzione del rischio idrogeologico è l’obbiettivo del neonato Comitato Tecnico Scientifico di AGIRE – Alleanza per la Gestione Integrata del Rischio idro-geologico in Emilia Romagna -, a cui hanno già aderito 19 esperti di meteorologia, climatologia, idraulica, ingegneria, biodiversità, ecologia e urbanizzazione e sono già più di una decina le richieste pervenute al Comitato da parte di altri professionisti interessati ad parteciparvi.
“L’idea è nata dopo l’alluvione di settembre 2024 quando molti esperti, ciascuno nella propria materia, si esprimevano individualmente sui “perché”, generando nella popolazione solo confusione, che si è trasformata spesso in slogan banali, utilizzati anche in maniera non appropriata. Si è quindi diffusa una moltitudine di teorie che non hanno fatto altro che semplificare argomenti molto complessi” spiega Fabrizio Ballardini, ingegnere, fondatore e portavoce del CTS.
Ballardini sottolinea: “È sbagliato pensare di poter affrontare il tema “fiume” senza tener ben presente che si tratta di un concentrato di materie e professionalità molto complesso. La mancanza di unione nelle versioni sulle cause e su cosa fosse realmente successo nel settembre 2024 è stato alla base del caos comunicativo che si è generato in questi ultimi mesi”.
Dal 2023 ad oggi, il tema “cambiamenti climatici” ha generato una forte frattura tra istituzioni, cittadini e scienza. “Proprio la scienza che si occupa di studiare i fattori ambientali ha commesso molti errori di comunicazione ed ora è necessario ricucire lo strappo – sottolinea il fondatore del CTS -. È stata questa la scintilla che ha dato origine al progetto del CTS AGIRE: abbiamo pensato di creare un gruppo multidisciplinare di esperti in grado di dare risposte complete e chiare a temi complessi. In poche settimane si è formato un gruppo di lavoro che si propone di seguire un approccio integrato e collaborativo”.
“Capire come reagisce un bacino fluviale ad un evento alluvionale è molto complesso. È fondamentale riuscire a fornire ai cittadini una base di conoscenze ampia” prosegue l’esperto, facendo alcuni esempi: far capire la differenza tra una pressione dinamica o statica; spiegare come erano stati progettati i fiumi in base alle portate del passato e in relazione al futuro; come funzionano le casse di laminazione, come funzionano le briglie, ecc. Ovviamente sarà necessario parlare di teoria applicata a siti specifici, perché non si possono dare risposte serie, basandosi su una fotografia pubblicata sui social, e ciò richiede tempo”.
Il Comitato ha da subito iniziato a raccogliere le domande poste dagli utenti della pagina Facebook CTS AGIRE (sono circa una trentina quelle giunte in un paio di giorni ). “Ogni domanda viene catalogata e condivisa con gli esperti del Comitato, suddivisi in sotto-categorie così da dare risposte chiare e puntuali, basandosi su dati scientifici. Gli esperti producono la risposta che viene condivisa e validata dal CTS e quindi pubblicata sul profilo Facebook e successivamente sarà on line anche sul sito di AGIRE, a partire dai primi mesi del 2025“.
“L’obbiettivo di AGIRE è fare informazione e comunicare con chiarezza sul tema della riduzione del rischio idrogeologico, sia attraverso il web e in futuro anche durante incontri con la popolazione” prosegue Ballardini, sottolineando che ad oggi l’adesione degli esperti al CTS AGIRE è a titolo gratuito.
“Ciò che rende questa nuova organizzazione unica è la volontà di unire anziché dividere l’opinione pubblica – conclude -. In un panorama spesso caratterizzato da frammentazione e conflitti, AGIRE punta a essere un catalizzatore di collaborazione e consenso, per affrontare temi come la riqualificazione ecologica dei corsi d’acqua, l’adattamento delle opere di difesa, la gestione sostenibile del territorio e il miglioramento della comunicazione e della consapevolezza pubblica”.

campaz
25-12-2024, 08:25
Per le feste, siccome in genere ci si può permettere di prendersi più tempo per leggere e studiare, metto questo link con un rapporto completo sul clima in Italia del 2023:
https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.snpambiente.it/wp-content/uploads/2024/07/Rapporto-SNPA-clima-2023.pdf&ved=2ahUKEwicpJmOq8KKAxWn4AIHHTnlGpQQFnoECCMQAQ&usg=AOvVaw3X6I7dFdpAJUn6x0XOKxLZ

Estrapolo quello che c'è scritto alla pagina 89, in riferimento alla variazione degli eventi estremi di precipitazione:
Complessivamente, dall’analisi delle serie temporali di questi indici, sulla base delle stazioni disponibili,
non emergono segnali netti di variazioni della frequenza e della intensità delle precipitazioni nel medio-
lungo periodo. Per il 2023 l’analisi mette in evidenza valori di anomalia inferiori alla media per tutti
e tre gli indici al Nord e al Sud e Isole e per l’indice R10mm al Centro; in generale, il 2023 ha fatto
registrare valori contenuti delle anomalie degli indici estremi.Complessivamente, dall’analisi delle serie temporali di questi indici, sulla base delle stazioni disponibili,
non emergono segnali netti di variazioni della frequenza e della intensità delle precipitazioni nel medio-
lungo periodo. Per il 2023 l’analisi mette in evidenza valori di anomalia inferiori alla media per tutti
e tre gli indici al Nord e al Sud e Isole e per l’indice R10mm al Centro; in generale, il 2023 ha fatto
registrare valori contenuti delle anomalie degli indici estremi.

campaz
25-12-2024, 10:23
Dalle ricerche scientifiche, proprio nel 2023, l'anno del più grande disastro di tutti i tempi in Romagna, non risulta nessun aumento delle precipitazioni estreme in Italia. O almeno, io leggo così. Sono io che non so comprendere quello che leggo? O veramente c'è scritto questo?
Se ho compreso bene, vorrebbe dire molto semplicemente, che l'evento romagnolo è solo avvenuto da noi invece di avvenire da un altra parte, nessun evento estremo in più, ma solo eventi che sono accaduti da noi, piuttosto che in Sicilia o Calabria ecc...
Attendiamo conferme o smentite da parte di altri scienziati.

Ovviamente riguardo alle temperature, le ricerche mostrano come ormai la scalata sia continua anno dopo anno.

TelegraphCove
27-12-2024, 00:13
Dalle figure 5.13 5.14 5.15 risulta ben chiaro che gli indici in questione riguardano la media dei dati disponibili divisi per le 3 macro regioni Nord Centro e Sud.
All’interno della macro regione Nord i giorni con eccesso di precipitazione dell’area romagnola vengono diluiti e attenuati dai valori del resto del territorio.

TelegraphCove
27-12-2024, 00:26
Mi sembrano andare in quella direzione l’incipit del paragrafo: “Complessivamente, dall’analisi delle serie temporali….” e poi nel testo si evidenzia ancora “… mette in evidenza valori di anomalia inferiori alla media per tutti e tre gli indici al Nord e al Sud e Isole…” infine la didascalia delle figure indicate riporta sempre “… Serie delle anomalie medie al Nord Centro e Sud …”

TelegraphCove
27-12-2024, 00:40
Invece a pag. 145 si legge:
Dal punto di vista dell’indice di precipitazioni medie regionali, il valore della precipitazione cumulata sui due giorni dell’evento, 16-17 maggio, è risultato del tutto equivalente a quello dell’1-2 maggio, con 73.2 mm complessivi dell’ultimo evento contro i 73.8 mm dell’evento di inizio mese. I due episodi, considerati singolarmente, si attestano come i due eventi primaverili più intensi dal 1961 e i più intensi in assoluto dal 1° gennaio 1997. La cumulata dell’indice regionale sui primi 17 giorni di maggio 2023 è di 221.40 mm e corrisponde al massimo mai registrato dal 1961.
La commissione incaricata dalla Regione Emilia-Romagna per valutare l’eccezionalità di quanto avvenuto ha stimato tempi di ritorno per i singoli eventi tra 100 e 500 anni, a seconda della località considerata, e superiori a 1000 anni per due eventi così ravvicinati.

sanpei
27-12-2024, 09:28
Invece a pag. 145 si legge:

La commissione incaricata dalla Regione Emilia-Romagna per valutare l’eccezionalità di quanto avvenuto ha stimato tempi di ritorno per i singoli eventi tra 100 e 500 anni, a seconda della località considerata, e superiori a 1000 anni per due eventi così ravvicinati.

Insomma un evento "normale" che si verifica "ogni 500 - 1000 anni" e invece si è ripetuto appena l'anno successivo.

Mi basta questo per dire che siamo al di fuori di qualsiasi statistica e viaggiamo in territori inesplorati.

campaz
28-12-2024, 08:47
Insomma un evento "normale" che si verifica "ogni 500 - 1000 anni" e invece si è ripetuto appena l'anno successivo.

Mi basta questo per dire che siamo al di fuori di qualsiasi statistica e viaggiamo in territori inesplorati.
Non è stato un evento normale, tutti gli eventi classificati con tempo di ritorno di 200 anni e oltre, non possono essere ritenuti normali, ma allo stesso tempo è normale la loro esistenza, tutti gli anni da qualche parte del mondo avvengono.
Ma sono in aumento i giorni con precipitazioni più intense in Italia? Dalla ricerca di ISPRA, come nel link che ho postato l'altro giorno, dicono di no, nella media delle stazioni prese in esame, nessun aumento dell'intensità delle precipitazioni, nessun aumento dei giorni molto piovosi, nessun aumento dell'intensità di pioggia giornaliera (mm totali diviso i giorni di pioggia)

sanpei
30-12-2024, 10:02
Sei un ottimo filtratore delle notizie che ti danno ragione, trascurando quelle contrarie.

Il metodo scientifico.

sanpei
31-12-2024, 06:59
Ravenna si posiziona tra le province italiane più colpite dalla crisi climatica nel 2024, con 13 eventi meteo estremi registrati. È quanto emerge dal bilancio di fine anno dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, che fotografa un’Italia sempre più esposta agli effetti del cambiamento climatico. L’Emilia-Romagna si conferma la regione più martoriata, con 52 episodi complessivi, e Ravenna è seconda solo a Bologna, che ne ha registrati 17.

sanpei
08-01-2025, 15:42
C’è l’impronta del cambiamento climatico anche sugli incendi che stanno devastando il sud della California? “Sta certamente succedendo qualcosa di anomalo, soprattutto visto che siamo in pieno inverno. Ma è difficile stabilire già ora un rapporto di causa-effetto tra innalzamento globale delle temperature e i roghi di queste ore”, risponde Antonello Pasini, fisico climatologo del Cnr e docente di fisica del clima all’Università Roma Tre.
Tuttavia, almeno due degli ingredienti meteorologici del disastro californiano fatto di fiamme, fumo, scintille e cenere, hanno di sicuro a che fare con il global warming. “La tempesta perfetta di fuoco si è scatenata per una miscela fatta di: fortissimi venti che scendono dalle montagne verso il Pacifico, alte temperature per la media della stagione, infine la prolungata siccità che negli ultimi anni ha colpito la California”, dice Pasini.
“Non possiamo dire che la cresciuta intensità dei venti sia conseguenza diretta della crisi climatica. Ma lo sono certamente l’innalzamento delle temperature e la drastica riduzione delle precipitazioni piovose in quella zona degli Stati Uniti”, continua il fisico. Ma perché la California è così soggetta a incendi boschivi che radono al suolo migliaia di ettari di foreste e ora anche interi centri abitati? “Il fenomeno è noto da tempo: sono venti caldi e secchi, simili al nostro phon e che loro chiamano Santa Anas”, risponde Pasini. “Si generano quando vi sono venti in quota da nord-est e si forma un’alta pressione nell’entroterra, mentre sull’oceano, davanti alle coste californiane c’è una bassa pressione. La differenza di pressione spinge l’aria calda da nord-est a sud-ovest, facendole svalicare le montagne. Nel loro cammino questi venti asciugano ulteriormente l’aria dall’umidità, creando le condizioni ideali per la diffusione dei roghi. Anche perché trovano una vegetazione facilmente infiammabile”. E in effetti le carte meteo di queste ore mostrano proprio un’alta pressione nell’entroterra, alle spalle della costa californiana, e una bassa pressione al largo.

sanpei
10-01-2025, 12:53
Immaginate di esservi trasferiti in California, zona Los Angeles, per ottimi motivi: clima fantastico, ottimi stipendi per lavori qualificati, vita culturale e sociale attiva, disponibilità di ottime scuole e università (per chi può permettersele), rispetto dell’ambiente, cultura pop e liberal (rispetto al resto degli USA) etc. etc.
Immaginate di aver acquistato a caro prezzo (o a caro mutuo) una classica villetta americana, magari vista mare, costruita in legno con giardinetto e piscina. Un paradiso.
Immaginate di esservi assicurati contro i “rischi meteorologici” come fanno quasi tutti negli USA, spendendo poco perché siete in zona libera da alluvioni, uragani o tornado, al massimo si spende qualcosa per il rischio sismico, ma difficilmente casette in legno subiscono gravi danni da un terremoto.
Immaginate una stagione insolitamente umida che faccia esplodere la vegetazione dopo lunghi anni di siccità desertica, seguita poi da lunghi mesi senza traccia di precipitazione che faccia seccare tutto e mettere a rischio anche l’approvvigionamento idrico.
Immaginate che a questo punto la vostra assicurazione decida di recedere dal contratto “per aumentato rischio climatico” oppure vi chieda un aumento insostenibile per le vostre tasche.
Immaginate una configurazione meteo “estrema” con venti di caduta dalle montagne furiosi (oltre 150 kmh) e secchissimi che spargono le fiamme degli incendi ovunque, lanciando tizzoni ardenti a centinaia di metri di distanza, amplificando piccoli incendi su di una scala mai vista e incontrollabile, dato che il vento impedisce l’opera dei canadair e i luoghi impervi quella da terra dei pompieri, oltretutto a corto di acqua.
Immaginate che un turbine di fuoco raggiunga in pochi minuti la vostra casa, dandovi appena il tempo di scappare per salvarvi la vita, senza il tempo di recuperare le vostre cose più care che andranno per sempre distrutte.
Immaginate che non rimanga altro che cenere di casa vostra, del vostro quartiere, della località che avete scelto per passare la vostra vita insieme ai vostri cari.
Immaginate che ora l’assicurazione non paghi per i suddetti motivi e non abbiate i soldi per ricostruirla (ammesso che in quella zona si possa ricostruire). Dovrete spostarvi in zone meno ambite e costose, magari in un altro stato, dar fondo ai vostri risparmi, cambiare lavoro e scuola per i vostri figli, amici, abitudini.
In pratica diventerete un “migrante climatico”.
Abbiamo sempre pensato che questa definizione riguardasse i paesi poveri (anzi, “in via di sviluppo”), gli emarginati, insomma gli altri.
Invece potremmo diventare vittime anche noi.
Gli incendi californiani ci mostrano le grandi ingiustizie climatiche. Le case degli attori, cantanti, campioni sportivi e dei grandi milionari di Hollywood sono distrutte, anche loro soffrono la crisi climatica. Ma loro potranno ricostruirle senza nessuna difficoltà, le comunità povere, marginalizzate - come è stato già dimostrato da molte ricerche - hanno molti meno mezzi. Non riescono a ritornare nelle loro comunità dopo che vengono distrutte. E questo non fa che aumentare la forbice delle diseguaglianze. Un effetto troppo trascurato del cambiamento climatico.

sanpei
10-01-2025, 12:55
C’è un cocktail di fattori all’origine dell’incendio di Los Angeles, uno dei peggiori della storia degli Stati Uniti. Un cocktail a cui contribuisce anche la crisi climatica e che, senza le giuste misure, rischia di trasformare le immagini che arrivano da Malibu e dintorni in una serie di cartoline dal futuro. Il perché lo abbiamo chiesto a Giorgio Vacchiano, docente di Scienze Forestali all’Università di Milano.

Cosa c’è all’origine di questi incendi che stanno devastando la California?
Da una parte ci sono i forti venti, tipici di questo periodo in California, sui quali ancora non abbiamo delle correlazioni affidabili con la crisi climatica. Quest'anno sono particolarmente intensi. Dall'altra parte, però, c'è la siccità: dissecca la vegetazione, la rende molto più infiammabile. È una siccità che viene dopo un anno molto umido, il 2023, quello che viene chiamato un colpo di frusta climatico. Nell'anno umido gli arbusti crescono, la vegetazione, la macchia mediterranea si sviluppa. Nell'anno secco, diventa infiammabile. Ecco il cocktail micidiale insieme ai venti. E l’alternanza tra periodi di pioggia e siccità viene intensificata dai cambiamenti climatici.

L’impressione è che gli ultimi grandi incendi siano più violenti e difficili da domare. C’è un riscontro nei dati scientifici?
Sì, in California quindici dei venti incendi più gravi che si sono mai verificati, sono avvenuti negli ultimi dieci anni. Anche in Italia stiamo osservando non tanto un aumento nel numero e nell'area percorsa da tutti gli incendi, ma un aumento nelle stagioni estreme. Sono quelle in cui il fuoco diventa così veloce o così intenso da non poter essere semplicemente affrontato sul terreno.

Per quale motivo?
In questo momento in California i Canadair non si possono alzare in volo a causa del vento troppo forte ma è impossibile anche solo avvicinarsi da terra ai roghi. Oltre una certa soglia di intensità, non si possono avvicinare le fiamme in sicurezza. Ecco perché quando l'incendio assume un comportamento di questo tipo, percorre grandi distanze e non può essere spento. Dai dati vediamo che questi fenomeni sono in aumento.


Sappiamo che la crisi climatica si contrasta riducendo le emissioni e con l’adattamento. Come ci si adatta a un futuro in cui gli incendi sono così pericolosi?
Si lavora su tre fattori: la vegetazione, l'esposizione delle strutture e delle infrastrutture e la preparazione delle comunità.

Partiamo dal primo punto
Lavorare sulla vegetazione è ancora possibile. Chiaramente lì dove abbiamo grandi estensioni di vegetazione, come in California, ci sono dei programmi di riduzione della parte più infiammabile delle foreste, dei cespuglieti. Sono programmi che avanzano con una certa lentezza, sono più sviluppati che in Europa, ma non hanno ancora assolutamente coperto tutta o la maggior parte della superficie infiammabile.

E l’esposizione?
Poiché non è possibile escludere tutti gli inneschi, si lavora sull'esposizione umana, quindi su dove vengono costruiti i nuovi insediamenti, le nuove abitazioni. Bisogna tenere in considerazione nei piani regolatori, nei progetti costruttivi, quali sono le aree a rischio incendi nei nuovi climi.

E come si lavora sulla preparazione?
L’allarme e la previsione devono essere dati in maniera sempre più rapida e puntuale perché il fuoco è sempre più veloce nella sua avanzata.

sanpei
10-01-2025, 14:35
Negli ultimi anni l’aumento delle temperature globali ha allungato la stagione degli incendi in California: oggi inizia prima e finisce dopo, praticamente non finisce mai. Tipicamente si chiudeva in autunno, quando le piogge iniziavano a inumidire il terreno e la vegetazione. Ora si prolunga fino all’inverno inoltrato: «La California ha 78 “giorni di fuoco” (in cui le condizioni sono mature per scatenare gli incendi) in più all’anno rispetto a 50 anni fa» scrive il sito CalMatters. «La vegetazione lungo la costa, solitamente umida, è spesso così arida che non ha bisogno di venti per alimentare gli incendi. Inoltre, nell’estremo nord, le cosiddette “foreste di amianto” della California hanno perso la loro inespugnabilità. Incendi massicci hanno distrutto le dense e umide foreste pluviali dove il cambiamento climatico ha portato via lo strato protettivo di nebbia e foschia della regione». Oggi le città le zone della California e i loro dintorni sono sempre più ricche di «combustibile»: vegetazione secca facilmente incendiabile.
Le aree bruciate in estate nella California settentrionale e centrale sono quintuplicate nel periodo 1996-2021 rispetto al periodo 1971-1995. Inoltre, 10 dei più grandi incendi selvaggi della California si sono verificati negli ultimi 20 anni, cinque dei quali solo nel 2020» si legge su Drought.gov, il sito del Sistema informativo nazionale sulla siccità americano. «Quasi tutto l’aumento delle aree bruciate osservato nell’ultimo mezzo secolo è dovuto ai cambiamenti climatici causati dall’uomo. Si stima che dal 1971 al 2021 i cambiamenti climatici causati dall’uomo abbiano contribuito a un aumento del 172% delle aree bruciate, con un aumento del 320% dal 1996 al 2021. Nei prossimi decenni si prevede un ulteriore aumento delle aree boschive bruciate annualmente, compreso tra il 3% e il 52%»

sanpei
14-01-2025, 09:31
Due terribili eventi climatici - gli incendi a Los Angeles, il ciclone a Mayotte - hanno sconvolto l’inizio dell’anno, anche se non sembrano avere amplificato come si dovrebbe l’attenzione sullo stato di salute sempre più grave del pianeta. Ci pensano, in contemporanea, Le ****ro e Le Monde con la pubblicazione del rapporto C3S, prodotto dal Climate Change Service (C3S) dell'osservatorio europeo Copernicus. Il primo dato è già inquietante. Il 2024 è stato il primo anno a superare la soglia di riscaldamento di 1,5°C, il limite a lungo termine fissato dall'Accordo di Parigi che - ricordiamo - mira a mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C e a proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5°C. Accordi che molti Paesi ancora disattendono e che il neo presidente americano Donald Trump vorrebbe rimettere in discussione.

La temperatura media globale dello scorso anno, pari a 15,10°C, è stata di 1,6°C superiore alla stima della temperatura del periodo 1850-1900, designata come livello preindustriale. Ogni mese da gennaio a giugno 2024 è stato più caldo del mese corrispondente in qualsiasi anno precedente registrato. Inoltre, il 22 luglio 2024 è stato stabilito un nuovo record di temperatura media giornaliera, con 17,16°C. La tendenza è reale e globale: il 2024 è stato l'anno più caldo per tutti i continenti, ad eccezione di Antartide e Australia. «Il futuro è nelle nostre mani: un'azione rapida e decisa può ancora cambiare la traiettoria del nostro clima futuro», ha commentato Carlo Buontempo, direttore di Copernicus.

Anche la temperatura media annuale della superficie del mare ha battuto un record, con 20,87°C, 0,51°C in più rispetto alla media 1991-2020. Il servizio europeo sottolinea inoltre che l'estensione del ghiaccio marino nell'Artico e intorno all'Antartide «è un indicatore chiave della stabilità del clima terrestre», ma l'anno scorso l'estensione del ghiaccio marino è stata inferiore alla media. In Antartide, per il secondo anno consecutivo, ha raggiunto minimi record o quasi. Il ghiaccio marino al Polo Sud ha ripreso vigore a novembre e dicembre, con un tasso di scioglimento più lento. La tundra artica ora emette più CO₂ di quanto ne assorba.

L'anno scorso, la quantità totale di vapore acqueo nell'atmosfera ha raggiunto un livello record, circa il 5% in più rispetto alla media 1991-2020, secondo il C3S. Il servizio europeo aggiunge che «questa abbondanza di umidità ha amplificato il potenziale di precipitazioni estreme, in combinazione con le alte temperature della superficie del mare e ha contribuito allo sviluppo di grandi tempeste, in particolare di cicloni tropicali».

sanpei
16-01-2025, 12:53
Manca la neve, eppure fa freddo. In questi giorni si ha la percezione che questo inverno sia particolarmente rigido, rispetto ai precedenti. Ma è proprio così? L’analisi climatologica di lungo periodo ci dice che le temperature delle ultime settimane sono del tutto normali nella seconda decade di gennaio, la più fredda dell’anno.

Il mese di dicembre 2024, anzi, si è concluso con una anomalia termica di +0,55% rispetto alla media del trentennio 1991-2020. E l’anno scorso per l’Italia è stato in media più caldo di 3° C rispetto al periodo pre-industriale 1850-1900.

L’innalzamento delle temperature, e più in generale il cambiamento climatico, hanno un impatto diretto sui fenomeni nevosi. «È cambiato il flusso delle correnti aeree», spiega Antonello Pasini, fisico del clima del Cnr e docente all’Università di RomaTre.

Prima le correnti fredde solitamente venivano dall’Atlantico, da ovest verso est. «Oggi, invece, il cambiamento climatico ha fatto espandere verso Nord la circolazione mediterranea - aggiunge Pasini - e così risentiamo di forti afflussi legati all’anticiclone africano. Solo quando le correnti calde dal Meridione si placano, viviamo alcune intrusioni fredde da nord verso sud, come quella che stiamo vivendo in queste ore». Insomma, il clima si sta estremizzando.

Durante le incursioni fredde da nord, la catena montuosa delle Alpi in realtà ci protegge. Ed ecco spiegato perché «nevica abbondantemente sul versante estero, ma da noi, dalla nostra parte, quasi niente», chiosa Pasini. E ricomincia a nevicare, invece, dalla Romagna in giù, se non addirittura al Sud come qualche giorno fa.

A confermare la tendenza di lungo periodo è Michele Brunetti, ricercatore dell’Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima, che ha condotto uno studio sulla durata del manto nevoso, pubblicato sulla rivista Nature Climate Change: «Non c’è mai stata così poca neve negli ultimi 600 anni – dice Brunetti –. Lo zero termico sale di quota e la percentuale di precipitazioni solide sta calando, per effetto dell’aumento delle temperature. In parallelo la permanenza al suolo della neve è più breve: la fusione è anticipata».

La variabilità delle precipitazioni, legata alla circolazione atmosferica, è elevata di anno in anno, ma la tendenza di lungo periodo è certificata: la durata del manto nevoso sulle Alpi si è accorciata e la fusione anticipata riduce le risorse idriche disponibili per il periodo estivo. «Negli ultimi anni già nel mese di luglio le scorte idriche scarseggiano», racconta Brunetti. Un fatto che preoccupa, in caso di eventi siccitosi.

sanpei
16-01-2025, 13:13
Allarme neve sulle Alpi. Le ultime stime del 10 gennaio ci dicono che la copertura nevosa in Italia è inferiore del 63% rispetto alla media dello stesso periodo 2011-2023. In valori assoluti, oggi le “scorte nivali” sono pari a 1 miliardo e 700mila metri cubi di neve, contro i 4,6 della media 2011-23. Siamo circa a un terzo. E alla metà rispetto a gennaio dell’anno scorso, quando ne avevamo 3,2. Questo deficit, se prolungato, si tradurrà in carenza di acqua a valle nei mesi estivi.

campaz
16-01-2025, 15:41
Comunque uno degli incendi più devastanti degli USA e' avvenuto in inverno, ciò vuol dire che il mondo possiamo bruciarlo anche senza GW. Di escamotage per distruggerci ne troviamo tante altre...

Garese
17-01-2025, 08:41
Comunque uno degli incendi più devastanti degli USA e' avvenuto in inverno, ciò vuol dire che il mondo possiamo bruciarlo anche senza GW. Di escamotage per distruggerci ne troviamo tante altre...Non è l'esatto contrario? Che un pericolo che una volta era relegato al periodo estivo, oggi pare possibile anche in quella che dovrebbe essere la stagione fredda?

campaz
17-01-2025, 13:28
Non è l'esatto contrario? Che un pericolo che una volta era relegato al periodo estivo, oggi pare possibile anche in quella che dovrebbe essere la stagione fredda?
Diciamo che un mondo 2°C più caldo sicuramente aumenta il rischio incendi. Ma volevo sottolineare che anche se fossimo un una era glaciale, abbassando la guardia e la prevenzione, il rischio incendi rimane uguale, anzi, può anche aumentare. Perché aumentando il rischio aumenti anche la prevenzione, quando invece ti senti sicuro (tipo a gennaio ci si crede più sicuri) abbassi la guardia e la prevenzione, ed ecco che la situazione peggiora.
Le disgrazie non sono direttamente proporzionali al rischio. Incide moltissimo quanto il popolo investe in adattamento e prevenzione per difendersi.

sanpei
17-01-2025, 14:30
Discorsi validi per noi ma non in California.
Li la stagione degli incendi è proprio quella invernale, quando l'aria gelida e secca irrompe sui deserti di Nevada e Arizona e, causa l'alta pressione, inverte il normale flusso da Ovest, causando venti di caduta furiosi e secchissimi verso la costa pacifica. Il loro garbino, insomma, moltiplicato per 10.
Se poi dall'estate c'è stata una forte siccità come quest'anno il mix è esplosivo.
In estate invece il rischio incendi è mitigato dal vento fresco da Ovest che viene dall'oceano e che porta una certa umidità nell'entroterra ed eventualmente spinge gli incendi verso monte e non verso le zone abitate (se non forse le più impervie e lontane dal mare). Tenete conto che, nonostante quello che si vede nei film e telefilm alla Baywatch, fare il bagno in mare in California non è piacevolissimo, l'acqua è fredda come sulla Manica e la sua azione rinfrescante arriva molto dentro nell'entroterra, fino alle prime montagne. Condizioni ideali per il surf e il windsurf ma non per bagnanti poco esperti. Il problema incendi della California è la cattiva valutazione dei rischi di un'urbanizzazione estensiva in zone molto asciutte con case non adatte a resistere agli incendi, per problemi di costo e di abitudine. Ma è un discorso lungo.

Martin MB
23-01-2025, 10:12
Avevo guardato un rapporto della regione e anche da noi la stagione degli incendi coincide con quella invernale, con tutta la vegetazione (o comunque molta) che è secca e date le precipitazioni invernali modeste. Il rischio è più o meno pari a quello estivo, localmente di più o di meno, ma comunque non siamo zona incline a incendi forestali

supider
23-01-2025, 11:32
Ho letto su alcune fonti che l'aumentata volatilità idroclimatica è responsabile dell'incremento dei roghi.
Per intenderci, l'inverno 2023-2024 e la successiva primavera hanno avuto un notevole picco precipitativo, dopo una fase di siccità molto pronunciata.
Questo ha portato a un'esplosione della vegetazione, che però si è successivamente seccata a causa di una nuova fase siccitosa, e la quantità di vegetazione secca è stato fattore determinante per la gravità degli incendi.

Inoltre su altro articolo ho letto che a causa dei mutamenti climatici, la stagione degli incendi si è molto espansa sull'arco temporale, ci sono 78 giorni a rischio in più rispetto a 30-40 anni fa.

supider
23-01-2025, 11:42
sulla costa sud-est invece abbiamo poderoso ingresso artico, con neve ventata su tutti gli stati che si affacciano sul golfo dalla louisiana al nord della florida e 20-30cm di accumulo.

https://www.youtube.com/watch?v=QUCXi7cu4vM

sanpei
31-01-2025, 14:43
Il cambiamento climatico causato dall'uomo ha aggravato i roghi “riducendo le precipitazioni, seccando la vegetazione e aumentando la sovrapposizione tra condizioni di siccità e i forti venti di Santa Ana in California”. A dirlo è il World Weather Attribution, cioè la più autorevole organizzazione di scienziati che si occupa proprio di analizzare e verificare l’impatto dei cambiamenti climatici sugli eventi estremi.

sanpei
04-02-2025, 11:40
Siamo sulla strada che conduce il pianeta alla fine del secolo con un riscaldamento di 2,6 gradi oltre la media delle temperature pre-industriali. Una pessima strada che dovremmo fare di tutto per abbandonare. E i percorsi alternativi da prendere li suggerisce il Global Climate and Energy Outlook (GECO) appena pubblicato. I report GECO, redatti dal Centro comune di ricerca della Commissione europea, sono una fonte annuale di previsioni globali su energia ed emissioni che aiutano i decisori politici a prendere le azioni necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici che si sono prefissati, e cioè quelli sottoscritti negli accordi di Parigi nel 2015. E nel farlo giudicano le politiche ambientali dei singoli Paesi e suggeriscono i correttivi necessari per rimettersi sulla retta via. I consigli della Commissione europea sono basati sulla relazione causa-effetto tra emissioni di CO2 e temperature.

La situazione attuale
Le emissioni globali raggiungeranno il loro picco in questo decennio, e a quel punto ci si aspetta che inizino a ridursi ma, stanti le politiche ambientali in vigore attualmente, arriveremo a un aumento di 2,6°C entro il 2100. Per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi entro fine secolo, il mondo deve ridurre le emissioni di gas serra del 56% rispetto ai livelli del 2022 entro il 2035, arrivando a una riduzione del 90% entro il 2050. Per questo il 2025 deve essere un anno di “azione globale accelerata per il clima”, come recita il report. Perché le maggiori economie mondiali - i Paesi del G20 - non sono sulla buona strada per raggiungere l'obiettivo e gli attuali impegni nazionali a lungo termine sono ancora insufficienti per limitare il riscaldamento a 1,5°C entro il 2100.

Lo scenario
In realtà nemmeno gli esperti del Centro di ricerca della Commissione europea sanno cosa accadrebbe se l’aumento nei prossimi 80 anni fosse davvero di 2,6 gradi. Lo scenario attualmente considerato off limits è quello relativo a un aumento di 2 gradi. E anche in questo caso le previsioni sono incerte, sebbene terrificanti. In occasione della COP 28 di Dubai è stato così descritto: “significherebbe probabilmente la perdita del ghiaccio marino artico, il triplo delle ondate di calore estremo, livelli di estinzione molto più elevati e la possibile perdita delle barriere coralline in tutto il pianeta. Ci porterebbe ancora più vicini al punto di rottura per la perdita delle calotte glaciali della Groenlandia e dell'Antartide occidentale”.

sanpei
06-02-2025, 08:59
Il gennaio del 2025 è stato il più caldo della storia, con una temperatura media in superficie di 13,23 gradi, 0,79 gradi sopra la media di gennaio del periodo di riferimento 1991-2020.

Lo rivela il servizio meteo della Ue, Copernicus.

Il gennaio 2025 è stato di 1,75 gradi sopra i livelli pre-industriali ed è il stato il 18esimo mese degli ultimi 19 mesi nel quale la temperatura media superficiale è stata superiore a 1,5 gradi dai livelli pre-industriali.
Gli ultimi 12 mesi, dal febbraio del 2024 al gennaio del 2025, sono stati 0,73 gradi sopra la media 1991-2020 e 1,61 gradi sopra la media pre-industriale (1850-1900).

sanpei
19-02-2025, 10:54
Fiumi di fango nero e puzzolente scorrevano tra gli scheletri delle case bruciate. Giovedì ha piovuto sulle zone di Los Angeles colpite dai grandi incendi di inizio gennaio. Erano mesi che nella zona si aspettava la pioggia: gli incendi di gennaio sono stati resi particolarmente dannosi anche dalla siccità che ha colpito la California del Sud nei mesi scorsi. Ma la pioggia è arrivata troppo tardi e troppo intensa e adesso per le zone distrutte dai roghi è un ulteriore danno: il fango infatti ha trasportato ancora più in profondità e fino all'oceano le sostanze tossiche prodotte dai roghi. Per Los Angeles non c'è pace. E la città più popolosa della California rischia di essere un triste presagio della vita ai tempi dei cambiamenti climatici.

Tra le cittadine più colpite dai detriti del rogo di Eaton ci sono Altadena e in particolare Sierra Madre, che è stata in parte sommersa da acqua, resti di vegetazione e massi che hanno intrappolato almeno un'auto nel fango e hanno danneggiato diversi edifici. Una parte degli abitanti di Sierra Madre, già evacuati durante l'incendio di Eaton (uno di quelli che hanno colpito l'area di Los Angeles a inizio gennaio) ha dovuto di nuovo essere evacuata. La perturbazione è passata, ma la zona è ancora sotto osservazione, perché c'è il rischio di frane e smottamenti sui pendii dove la vegetazione che aiuta a trattenere il suolo è stata bruciata.

Il fango è arrivato anche a Pacific Palisades, dove venerdì sono dovuti intervenire i bulldozer per liberare le strade. Solo poche settimane prima i bulldozer, in quella zona, avevano spostato le carcasse di auto bruciate dopo che le persone in fuga dagli incendi sono rimaste bloccate nel traffico e sono fuggite a piedi. Sembra una maledizione, ma è l'effetto del tempo sempre più instabile favorito dal surriscaldamento globale. Nella California del Sud, la settimana scorsa, sono caduti fino a 15 centimetri di pioggia in un giorno.

Ma il fango non è soltanto un danno immediato agli edifici e alle auto: è anche un rischio di lungo periodo a causa delle sostanze che contiene. Gli incendi di Palisades ed Eaton hanno bruciato migliaia di case, aziende, automobili e prodotti elettronici, trasformando gli oggetti di uso quotidiano in cenere pericolosa che contiene pesticidi, amianto, plastica, piombo, metalli pesanti e altre sostanze chimiche dannose. Sono un pericolo anche per l'ecosistema dell'oceano.

Già il 21 gennaio i ricercatori dell'Istituto di Oceanografia Scripps dell'Università di San Diego hanno trovato significative quantità di cenere nel mare di fronte all'area più colpita dai fumi dell'incendio, all'interno e al largo della Baia di Santa Monica. «Questi incendi non stanno consumando solo la vegetazione, ma anche enormi quantità di infrastrutture urbane», ha spiegato la responsabile del progetto dello Scripps Julie Dinasquet. «Questo introduce una nuova componente di "cenere urbana", piena di materiali eccezionalmente tossici come metalli pesanti, fibre di amianto, idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) e microplastiche. Questi incendi rappresentano una potenziale minaccia significativa sia per gli esseri umani che per gli ecosistemi marini».

Gli scienziati hanno trovato cenere e resti degli incendi fino a 100 miglia (161 chilometri) dalla costa. «La cosa più sorprendente per noi è la dimensione dei detriti osservati», ha detto Dinasquet.

Questo succedeva prima della pioggia, che ha aggravato ulteriormente la situazione. La settimana scorsa le autorità della Contea di Los Angeles hanno posizionato chilometri di barriere di cemento e sacchi di sabbia per evitare che i detriti raggiungessero le spiagge, racconta l'Ap. Ma non sono bastati a fermare l'acqua, che finisce in mare anche attraverso i normali scarichi. Nei prossimi mesi i ricercatori analizzeranno pesci della baia di Santa Monica per verificare la presenza di metalli pesanti e contaminanti. Gli incendi di Los Angeles sono stati spenti, ma il loro effetto sull'ambiente si farà sentire ancora a lungo.

lg59
27-02-2025, 14:17
Siamo sulla strada che conduce il pianeta alla fine del secolo con un riscaldamento di 2,6 gradi oltre la media delle temperature pre-industriali. Una pessima strada che dovremmo fare di tutto per abbandonare. E i percorsi alternativi da prendere li suggerisce il Global Climate and Energy Outlook (GECO) appena pubblicato. I report GECO, redatti dal Centro comune di ricerca della Commissione europea, sono una fonte annuale di previsioni globali su energia ed emissioni che aiutano i decisori politici a prendere le azioni necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici che si sono prefissati, e cioè quelli sottoscritti negli accordi di Parigi nel 2015. E nel farlo giudicano le politiche ambientali dei singoli Paesi e suggeriscono i correttivi necessari per rimettersi sulla retta via. I consigli della Commissione europea sono basati sulla relazione causa-effetto tra emissioni di CO2 e temperature.

La situazione attuale
Le emissioni globali raggiungeranno il loro picco in questo decennio, e a quel punto ci si aspetta che inizino a ridursi ma, stanti le politiche ambientali in vigore attualmente, arriveremo a un aumento di 2,6°C entro il 2100. Per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi entro fine secolo, il mondo deve ridurre le emissioni di gas serra del 56% rispetto ai livelli del 2022 entro il 2035, arrivando a una riduzione del 90% entro il 2050. Per questo il 2025 deve essere un anno di “azione globale accelerata per il clima”, come recita il report. Perché le maggiori economie mondiali - i Paesi del G20 - non sono sulla buona strada per raggiungere l'obiettivo e gli attuali impegni nazionali a lungo termine sono ancora insufficienti per limitare il riscaldamento a 1,5°C entro il 2100.

Lo scenario
In realtà nemmeno gli esperti del Centro di ricerca della Commissione europea sanno cosa accadrebbe se l’aumento nei prossimi 80 anni fosse davvero di 2,6 gradi. Lo scenario attualmente considerato off limits è quello relativo a un aumento di 2 gradi. E anche in questo caso le previsioni sono incerte, sebbene terrificanti. In occasione della COP 28 di Dubai è stato così descritto: “significherebbe probabilmente la perdita del ghiaccio marino artico, il triplo delle ondate di calore estremo, livelli di estinzione molto più elevati e la possibile perdita delle barriere coralline in tutto il pianeta. Ci porterebbe ancora più vicini al punto di rottura per la perdita delle calotte glaciali della Groenlandia e dell'Antartide occidentale”.

Ma non è che queste previsioni sia pur preoccupate e preoccupanti siano un pò ottimistiche?Già il 2024 ha superato l'1,5 a livello globale,certo il nino e altri fattori,ammesso e non concesso che il 2025 ritracci un po come scriveva Randi in un post di qualche giorno fa su FB,ci attesteremo tra 1,4 e 1,5,con la prospettiva di ripartire per un nuovo scalino al prossimo nino o qualche altra forzante.Io temo che 2,6 nel 2100,per i miei figli(cissà) e nipoti si potrebbe firmare.

sanpei
16-03-2025, 12:07
Crisi climatica
Il rialzo delle temperature prosegue inesorabile e con lui il calo delle nevicate. Numeri impietosi quelli raccolti nel dossier che attraverso l’analisi della Fondazione CIMA mostra il grave deficit nevoso. Sulle Alpi nella fascia tra i 1000 e i 2000 metri, la riduzione dell’innevamento è del 71% e addirittura del 94% sugli Appennini. Se andiamo più su con l’altitudine a quote comprese tra i 2000 ei 3000 metri, il deficit si attesta al 43% sulle Alpi e al 78% sugli Appennini. Una situazione che ha ricadute pesanti per gli impianti sciistici per questa ragione il governo ha stanziato fino al 2028 l’erogazione ben 430 milioni di euro per bilanciare le perdite.

Dimissione impianti
Raddoppia il numero delle strutture in quota legate agli sci che hanno smesso di funzionare. Il numero passa dai 132 censiti nel 2020 agli attuali 265. 76 in Piemonte, 33 in Lombardia, 31 in Abruzzo e 30 in Veneto. Sono queste infatti le regioni che stanno maggiormente soffrendo la crisi climatica con la diminuzione delle nevicate in conseguenza all’aumento delle temperature. 112 poi le strutture temporaneamente chiuse, mentre sono 128 quelle un “po’ aperte, un po’ chiuse”.

sanpei
20-03-2025, 12:53
L'anno scorso è stato l'anno più caldo mai registrato, i 10 anni più caldi si sono verificati tutti nell'ultimo decennio e i livelli di anidride carbonica nell'atmosfera, che causano il surriscaldamento del pianeta, sono ai massimi da 800 mila anni. Sono le tre cattive notizie (purtroppo non sorprendenti) contenute nel rapporto annuale sullo Stato del Clima dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo) pubblicato oggi.

«Non era mai successo che tutti i dieci anni più caldi di sempre ricadessero nello stesso decennio. Di solito le temperature oscillano di più» dice Sandro Fuzzi, ricercatore dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del Cnr di Bologna. «Questo dato è la conferma che stiamo andando velocemente verso un cambiamento climatico che non ha precedenti».

L'anno scorso inoltre ha superato per la prima volta la soglia limite di 1,5 gradi Celsius in più rispetto alla temperatura media dell'era pre-industriale. È quella individuata come limite da non superare (perché, se si alza di più, le conseguenze diventano ingestibili) negli accordi internazionali per il clima, come quello di Parigi del 2015. Il fatto che il superamento sia avvenuto per un solo anno, per i climatologi, significa che non può essere ancora considerato definitivo (serve che la soglia venga superata per più anni) e che quindi c'è ancora tempo per intervenire. «Sebbene un solo anno di riscaldamento superiore a 1,5 gradi Celsius non indichi che gli obiettivi di temperatura a lungo termine dell'Accordo di Parigi siano irraggiungibili, è un campanello d'allarme che stanno aumentando i rischi per le nostre vite, per le nostre economie e per il pianeta», ha detto Celeste Saulo, segretaria generale del Wmo.

L'Italia ha fatto registrare un surriscaldamento ancora maggiore: nel 2024 la temperatura media del nostro Paese è stata di 3,22 gradi al di sopra dell’era pre-industriale. Inoltre il surriscaldamento delle temperature diventa sempre più veloce (l'Italia ha superato la soglia di 1,5 gradi a partire dalla metà degli anni 90).

Nel rapporto l'Organizzazione Meteorologica Mondiale afferma che il riscaldamento globale sta contribuendo all'aumento di eventi meteorologici estremi che hanno causato il maggior numero di evacuazioni e migrazioni forzate degli ultimi 16 anni, hanno contribuito all'aggravarsi delle crisi alimentari e causato ingenti perdite economiche. Solo nel 2024 si sono verificati almeno 151 eventi meteorologici estremi «senza precedenti».

«Gli eventi estremi che 50-60 anni fa si verificavano ogni dieci anni, ora in dieci anni si verificano tre volte. E sono più intensi» spiega ancora Fuzzi. «Diventerà più difficile abitare in molte zone dell’Italia. Qui in Emilia Romagna si sta già iniziando a parlare di ricollocare le persone che vivono in aree impossibili da difendere dalle acque con opere ingegneristiche».

L'aumento delle temperature non comporta soltanto una maggiore frequenza di alluvioni e piogge torrenziali, ma anche l'innalzamento del mare. «Negli ultimi 100 anni il livello dei mari si è innalzato di circa 25 centimetri. Può sembrare poco ma significa che alcune isole del Pacifico stanno già scomparendo. A questi ritmi a fine secolo il Mose di Venezia, per esempio, diventerà inutile» aggiunge Fuzzi.

sanpei
25-03-2025, 15:50
Nel 2023, le emissioni dei gas serra in Italia segnano un -6,8% rispetto al 2022, per un totale di 385mln di tonnellate di CO2 equivalente. Un dato che porta a segnare una riduzione di oltre un quarto (-26%) rispetto ai livelli del 1990 grazie alla corsa alle rinnovabili, ma il settore dei trasporti, in particolare auto e mezzi pesanti, resta ancora critico e ben oltre la soglia. Tanto da portare l'Italia a superate i tetti europei anche nel 2023 (8.2MtCO2 eq), dopo averli gia' superati nel 2022 e nel 2021. Sono i dati dell'Ispra comunicati a Bruxelles.

Le emissioni prodotte dal settore dei trasporti, che da soli valgono il 28% del totale nazionale, derivano, infatti, per oltre il 90% dal trasporto stradale, che segna nel 2023 oltre il 7% in piu' di emissioni rispetto al 1990.

A contribuire per oltre la meta' delle emissioni nazionali di gas climalteranti sono, poi, produzione di energia (21%), residenziale (18%) e dell'industria manufatturiera (13%). E' proprio la riduzione del settore energetico, con l'aumentare delle rinnovabili, cui va la gran parte dei passi avanti delle industrie manifatturiere e delle costruzioni che nel 2023 riducono le proprie emissioni del -45,2% dal 1990. Cosi' come quelle provenienti dal settore delle stesse industrie energetiche, quasi dimezzate a -47,3% nel 2023, a fronte, per altro, di un aumento della produzione di energia totale e dei consumi di energia elettrica.

Robby64
30-03-2025, 10:43
Bravo Gelo. Concordo al 100x 100.