Dino Zardi, professore ordinario di Fisica dell’atmosfera dell’Università di Trento, spiega a Paolo Virtuani che «la climatologia, suggerisce che sono probabili altri impulsi di maltempo, difficile ora dire di quale intensità». Zardi non si sottrae a un confronto con l’alluvione del 1966: «Quella del 1966 e Ciaran sono perturbazioni molto estese di tipo analogo. La differenza è che ora le temperature, e quindi le energie in gioco, sono molto più alte». C’entrano, insomma, i cambiamenti climatici: «Il Nord Atlantico nel 2023 ha registrato un riscaldamento significativo, che ha di gran lunga superato sia le medie trentennali che il primato precedente che risaliva solo all’anno scorso. Tempeste simili a Ciaran ci sono sempre state, ma abbiamo visto che i cambiamenti climatici le stanno rendendo più intense. Molti fenomeni meteorologici negli ultimi tempi sono stati amplificati. Occorrerà capire se le infrastrutture sono ancora adeguate per resistere a impatti di questo tipo».
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"Non si gioca a scacchi con i piccioni: ignorano le regole, buttano tutti i pezzi per aria, sporcano in giro (e gli piace farlo) e alla fine se ne vanno via tutti impettiti convinti di aver vinto una partita che non hanno nemmeno compreso".
Mario Tozzi
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