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Vecchio Oggi, 06:23   #41
campaz
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Comunque questo alluvione ha molte cose in comune con lo storico del 1842, come periodo settembre, durata circa 3 giorni e zone coinvolte. Ovviamente il disastro che provocava alla popolazione dell'epoca non è confrontabile, all'epoca si ruppero tutti i mulini e ponti, il problema era anche solo muoversi e trovare il cibo per sopravvivere, non si poteva più produrre farina e non era facile trasportare viveri da altre zone, ricostruire, pulire ecc...all'epoca era una lotta per la sopravvivenza quasi per tutti.
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Vecchio Oggi, 07:30   #42
sanpei
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A me sembra che la differenza maggiore sia che una volta queste piogge c'erano ogni 150 -200 anni, ora ogni 18 mesi.

Ma non e' detto che c'entri il cambiamento climatico.
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"Non si gioca a scacchi con i piccioni: ignorano le regole, buttano tutti i pezzi per aria, sporcano in giro (e gli piace farlo) e alla fine se ne vanno via tutti impettiti convinti di aver vinto una partita che non hanno nemmeno compreso".

Mario Tozzi
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Vecchio Oggi, 08:16   #43
sanpei
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E comunque, per fortuna per Faenza e limitrofe ma anche per Forlì, è piovuto meno in collina e soprattutto in modo diverso come scala temporale, le frane sono state meno intense, forse perchè erano già cadute prima, da noi è arrivata quasi solo acqua non quel cemento liquido del 2023 che spaccava tutto. Certo gli argini sono stati puliti ma a Faenza lo erano già lo scorso anno, ma la differenza per il ns centro storico e zone basse l'ha fatta il muraglione di cemento armato alto oltre due metri costruito in via renaccio al posto del "muretto fascista" degli anni 30 (che comunque aveva funzionato per 90 anni). I danni sono stati apportati dal Marzeno che resta ingovernabile e sul quale dovranno essere presi provvedimenti drastici, la parte di città inondata è stata la metà della prima alluvione di maggio 2023, forse meno di 1000 persone a cui va tutta la mia solidarietà e che devono necessariamente essere messi in sicurezza in brevissimo tempo.
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Mario Tozzi
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Vecchio Oggi, 08:50   #44
sanpei
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Ma non vi siete chiesti come mai la più grande pioggia di sempre è passata da Faenza con ancora quasi 1 metro di margine? mentre a maggio usciva un mezzo fiume sopra agli argini con conseguenti rotture ovunque per faenza?

" Oltre alla fortuna è servito l'argine di cemento armato in via renaccio e la manutenzione su quelli di terra nel borgo durbecco e borgotto"

Si può dire che a maggio servivano altri 2/3 metri di argine per contenerla, questa volta non è servito neppure tutto quello esistente. Solo il Marzeno ha fatto una solita esondazione sopra Faenza che poi va ad allagare la solita zona del borgo.
Altra domanda, vi siete chiesti come mai a maggio tutto un disastro di tracimamenti da Faenza a Boncellino e a Mezzano è arrivato solo un mezzo fiume?

" Ha rotto prima, Faenza ha salvato la bassa, stavolta no"

Mentre questa volta una piena più bassa di livello a Faenza è stata contenuta fino a Boncellino senza rotture e poi ha fatto un disastro da Boncellino in poi? E anche a Mezzano iquesta volta fiume pieno?
Io vi dico la mia: la pulizia del fiume ha permesso all'acqua di passare da Faenza alzandosi meno di livello e quindi rimanendo dentro gli argini, fino a Boncellino è arrivata a fiume pieno con straripamenti molto più leggeri di maggio e senza rotture, poi però, a questo punto nella bassa pianura la situazione è stata peggiore, perché da Faenza è arrivata giù più veloce, ha salvato Faenza, ma poi ha messo più in crisi la bassa pianura, o perché il fiume non ha abbastanza sezione da contenere tutta l'acqua che passa da Faenza, oppure non è stato pulito come a Faenza, e quindi quando arriva nella bassa è costretto a rallentare anche dagli alberi e quindi alzarsi maggiormente di livello. Mentre a maggio, il fiume era talmente sporco, che già a faenza il flusso rallentato dagli alberi lo faceva esondare e rompere in più punti fino a Boncellino, da fare in modo che nella bassa pianura arrivasse meno acqua e quindi avessero meno problemi, addirittura a Mezzano il fiume non era mai arrivato all'allerta rossa.
Mi sembra evidente che la pulizia ha salvato Faenza e tutto la zona fino a Reda-Prada-Russi, poi però il fiume non riesce a portare tutta quell'acqua fino al mare, o serve più sezione, o maggiore pulizia nel caso ci fossero ancora zone alberate che hanno rallentato il flusso nella bassa pianura.
Per avere più sezione occorre spostare di 20 -30 metri gli argini (50 + 50 km di argini almeno) e sacrificare case e campi preziosi. Ci parli tu con la Coldiretti ?
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Mario Tozzi
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Vecchio Oggi, 10:46   #45
sanpei
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Invita ad avere «coraggio». E a guardare in faccia una realtà nella quale ci sono zone «difficilmente difendibili dalle alluvioni». Il presidente dell’Ordine dei geologi dell’Emilia-Romagna, Paride Antolini, avverte che di fronte a eventi del genere, così imponenti e ormai tutt’altro che eccezionali, «c’è poco da fare. Non bastano le casse di espansione, non basta abbassare le golene e adeguare le sezioni, occorre dare spazio all’acqua senza se e senza ma».

«Aree vicino ai fiumi indifendibili»
E dunque ci vuole il coraggio. Inteso come «il coraggio di dirsi le cose in faccia, il coraggio per chi ha sempre rifiutato l’idea del cambiamento climatico di ammetterlo, il coraggio di smettere di fare polemiche politiche, il coraggio di fare azioni sul territorio drastiche. E il cittadino capisca che qui ci vorranno anni per risolvere in parte i problemi». Insomma il messaggio è che vivere vicino a certi corsi d’acqua è un rischio che qualsiasi tipo di intervento non riuscirà a prevenire o scongiurare, sicuramente non nel breve periodo secondo Antolini. Anche la pulizia dei fiumi e dei fossi, con piogge di questa intensità, «è paragonabile alle cure omeopatiche» continua lo specialista, per rendere l’idea dell’impotenza. «Determinate aree vicine ai fiumi, che noi geologi conosciamo benissimo, sono difficilmente difendibili dalle alluvioni». Le precipitazioni di questi giorni hanno «vanificato il lavoro di un anno e mezzo: troppo vicino all’alluvione del maggio 2023 e troppo intenso questo evento, non ha lasciato il tempo per realizzare i complessi interventi necessari per affrontare il tema del cambiamento climatico». Nella precedente occasione l’indicazione dei geologi andava nel senso di «dare spazio ai fiumi» come «strada principale da intraprendere. Oggi più che mai, nella drammaticità di queste ore, ribadiamo il concetto come principale tipo di intervento necessario per affrontare i problemi legati agli eventi alluvionali».
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