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Vecchio Oggi, 11:07   #101
campaz
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Che poi non ho offeso nessuno, da persona alluvionata chiedo solo di poter dire la mia e costruire un dibattito serio a riguardo, io ho detto la mia fatta di dati oggettivi e le formule basi del movimento dell'acqua dentro un fiume arginato come insegnano ai bambini delle scuole elementari, anche solo per costruire un dibattito, ma quella formulina che se aumenti la velocità su tutta l'asta fluviale, abbassi il livello, è dimostrabile anche praticamente in modo semplice in miniatura a casa, costruite un canale, gli date una leggerissima pendenza, poi aprite un rubinetto a monte della canaletta. Poi vedrete che a parità di pioggia (il rubinetto) il livello della canaletta si alza o abbassa in base a quanta sporcizia mettiamo a rallentarne il flusso dentro la canaletta
Questa cosa elementare, perché sono un idiota e quindi sono rimasto indietro.
Potreste facilmente smentirla se fosse sbagliata.
Se aumenti la velocità abbassi il livello, se la rallenti aumenti il livello. In modo direttamente proporzionale.
Il mio modellino casalingo da bambino stupido dice questo. E i dati a larga scala sull'asta del fiume lo confermano. Dimostrando anche come i disastri avvengono in zone diverse da un alluvione all'altro in base a come si è pulito o non pulita la sezione fluviale, quando incontra km di chiome di alberi dentro alla stretta sezione disponibile, l'acqua rallenta e si alza di livello.
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Vecchio Oggi, 11:17   #102
novalis
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Personalmente sulla questione della pulizia dei fiumi non prendo posizioni nette, visto che prendo atto che al riguardo ci sono posizioni differenti fra chi dovrebbe saperne più di me. Dico solo che se anche pulisci un argine non c'è bisogno di farlo diventare il deserto del Sahara, e se mi rispondi che non si può tenere neanche un albero perché poi dà fastidio alla motosega che taglia il prato mi cadono le braccia; con questo genere di mentalità nel giro di due generazioni abbiamo distrutto il paesaggio italiano, dobbiamo deciderci se ci sono alcune cose per cui vale la pena un costo ragionato e un po' di sbattimento ogni tanto.
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Vecchio Oggi, 11:49   #103
campaz
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Personalmente sulla questione della pulizia dei fiumi non prendo posizioni nette, visto che prendo atto che al riguardo ci sono posizioni differenti fra chi dovrebbe saperne più di me. Dico solo che se anche pulisci un argine non c'è bisogno di farlo diventare il deserto del Sahara, e se mi rispondi che non si può tenere neanche un albero perché poi dà fastidio alla motosega che taglia il prato mi cadono le braccia; con questo genere di mentalità nel giro di due generazioni abbiamo distrutto il paesaggio italiano, dobbiamo deciderci se ci sono alcune cose per cui vale la pena un costo ragionato e un po' di sbattimento ogni tanto.
Infatti tutto l'esterno argine e altri metri di terreno si potrebbero lasciare a bosco, oltretutto quando avviene la tracimazione rallenterebbero la cascata esterna che è quella che fa erodere l'argine per poi diventare una rotta.
Ma se ci fai caso, tutti gli esterni argini sono rasati a zero, mentre l'interno fiume si lascia la giungla. Intanto io, da bambino stupido, lascerei tutto bosco all'esterno dell'argine poi anche altro campo dove è possibile. Ma purtroppo gli stupidi come me vengono censurati e allora vai di trincia tutto esterna e lasciamo il bosco interno dove deve correre l'acqua delle piene.
Poi sicuramente non è un parco custodito all'interno del fiume il problema, il problema è che custodire un parco con potature e rasatura selezionate ha un costo insostenibile per km e km di alveo, quindi si può anche fare che dove vuoi fare passeggiate fai manutenzione come in un parco cittadino. Ma poi per forza di cose devi rapare a zero per poter affrontare la spesa di manutenzione, altrimenti l'alternativa è solo la giungla del prima di maggio 2023, ma il fittume diventa talmente alto e denso per tutta la sezione che veramente l'acqua frena in modo spaventoso.
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Vecchio Oggi, 11:57   #104
campaz
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Ma io queste cose le posso dire perché tanto non vivo di questo lavoro, chi ci vive, se le dice perde il posto di lavoro...
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Vecchio Oggi, 13:51   #105
campaz
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Poi per voi ravennati è una bella cosa questa mentalità boschiva dentro ai fiumi. Perché le piene nel Montone da voi non possono più arrivare siccome è ancora talmente sporco nei km a monte che anche se piove come in queste ultime alluvioni il fiume tracima sempre a monte e a valle non ha mai modo di riempirsi, poi l'acqua che esce dagli argini a monte come anno scorso poi segue traiettorie fuori di Ravenna città, segue le depressioni attorno alle grandi canale, tipo la devastazione di Fornace Zarattini di Maggio, acqua delle rotte di Montone e Lamone da Faenza è Forlì, dopo avere allagato km e km va in quella direzione lì. Se invece puliscono tutto il fiume fino a San Marco, e poi lasciano il bosco da lì in poi, il fiume romperebbe in prossimita' di Ravenna.
Per questo dico che le opere di manutenzione devono sempre partire dalla foce, e non il contrario.
Io nell'acqua e il fango ci lavoro da quando ero bambino, livellamento campi, costruzioni canale, fossi, drenaggi. Oltre alle osservazioni e lo studio elementare dei movimenti dell'acqua. Per non parlare degli impianti d'irrigazione. Monitoraggio falde freatiche tramite vecchi pozzi e carotaggi (anche solo per curiosità personale) ho sempre avuto una mania nello studio e osservazione delle acque del mio territorio tramandata da mio nonno e poi da mio babbo.
Poi i laureati mi danno dello stupido. Accetto anche. Ma di certo spalare fango in casa è poco piacevole, quindi me ne frego se un professore mi manda a cagare, io la mia continuo a dirla perché sulla questione di conoscenza del mio fiume mi sento di poter ribadire la mia fino allo sfinimento.
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Vecchio Oggi, 14:09   #106
Gigiometeo
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Ma io queste cose le posso dire perché tanto non vivo di questo lavoro, chi ci vive, se le dice perde il posto di lavoro...
Ti avevo avvertito. Queste sono affermazioni molto gravi se non confortate da uno straccio di prova. Adesso ti riposi per un paio di mesi.
__________________
Detesto la nazionale azzurra, però lo dico. Non me ne fotte nulla del Rwanda, però lo dico. Voi no, non ve ne fotte, ma non lo dite! Non sono eroico; me ne infischio di me stesso, del governo, della politica, del teatro..

C. Bene
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Vecchio Oggi, 14:40   #107
sanpei
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Sperando di pacificare un poì gli animi, ora che dopo gli argini è stato ripulito anche il forum, pubblico un intervento che cerca di rimettere nelle giuste proporzioni tutti gli interventi che si dovrebbero fare per mettere in sicurezza i fiumi romagnoli (e non solo).

Non potendo pubblicare le foto menzionate, allego anche il link, spero si possa.

https://www.ravennanotizie.it/ambien...sato-la-rotta/

Pubblichiamo come contributo al dibattito pubblico e alla conoscenza dei fatti, questo intervento di Alberto Gobbi, apparso sul suo profilo Facebook il 23 settembre. Alberto Gobbi è un tecnico delle acque, laureato in scienze forestali e ambientali con dottorato in idronomia ambientale all’Università di Padova, curatore del sito dedicato all’analisi dei fenomeni temporaleschi italiani fenomenitemporaleschi.it


ALBERTO GOBBI: RIFLESSIONI INTORNO ALLA ROTTA ARGINALE DI TRAVERSARA DEL 19 SETTEMBRE 2024
Alla luce della terza alluvione nelle medesime aree in neppure un anno e mezzo, caratterizzata da precipitazioni molto più violente, voglio tentare di fare un po’ di chiarezza in merito a quanto avvenuto durante l’ultima alluvione del 19 settembre scorso a valle di Faenza lungo il corso del fiume Lamone, in sinistra idraulica nel comune di Bagnacavallo.
In Fig. 1 evidenzio le due aree interessate da fenomeni alluvionali: nel cerchio giallo si è verificato un sormonto arginale a Boncellino a monte di un ponte ferroviario, dove tra l’altro si è accumulato un notevole quantitativo di legname (Fig. 2). Questo ammasso di tronchi e rami con ogni probabilità è derivato da estesi lavori di disboscamento effettuati più a monte nell’alveo dello stesso Lamone da parte di ditte private su disposizione dell’Agenzia per la sicurezza territoriale della Regione Emilia-Romagna in quanto non vi erano foglie ed erano evidenti i tagli da motosega.
A puro titolo esemplificativo, in Fig. 3 (che, si ribadisce, non si riferisce al caso in esame) si indica una serie di cataste di legname lasciate in prossimità dell’alveo attivo del Lamone nei pressi di Faenza nel luglio 2023 a seguito di tagli a raso effettuati per favorire il deflusso delle acque; con l’onda di piena tale materiale viene naturalmente convogliato verso valle fino ad incastrarsi a monte del primo attraversamento sufficientemente basso (in questo caso il ponte ferroviario). Probabilmente le varie fasi dei disboscamenti non sono state gestite e/o sorvegliate dagli ispettori di cantiere nel migliore dei modi, in quanto le suddette cataste vanno rimosse (oppure “cippate”) nel più breve tempo possibile per evitare qualunque tipo di ostruzione al deflusso lungo il corso del fiume. Fortunatamente, nel caso in esame, il sormonto arginale di Boncellino, tra l’altro avvenuto in corrispondenza di un tratto di argine ricostruito dopo l’alluvione del maggio 2023, si è limitato all’allagamento di alcune abitazioni e della campagna adiacente.
Passiamo ora alla rotta arginale di Traversara (Fig. 1, cerchio rosso), avvenuta a seguito di una lunga fase di sormonto arginale, anche in questo caso a monte di un attraversamento (ponte stradale), come meglio evidenziato in Fig. 4 (cerchio bianco). Nella successiva Fig. 5 si nota il collasso arginale (in basso, a sinistra) e la presenza di una formazione arborea all’interno dell’alveo attivo (ellisse bianca), i medesimi alberi sono riportati in Fig. 6 grazie alle immagini da drone di Local Team. In questo caso è assai evidente una carenza di manutenzione rispetto alla gestione della vegetazione ripariale, in quanto questi alberi probabilmente hanno generato un sovralzo idraulico (rigurgito) a monte degli stessi, inoltre gli stessi alberi avrebbero potuto formare una barriera trasversale al flusso di piena nel caso eventuale materiale flottante in discesa da monte si fosse incastrato tra i loro rami (effetto diga).
In entrambi i casi analizzati (Boncellino e Traversara) le criticità idrauliche si sono manifestate a monte di un attraversamento (tratto di fiume soggetto a rigurgito in caso di piena) sul lato esterno di una curva del fiume (tratto di argine soggetto a erosione), purtroppo nel caso di Traversara la rotta arginale è avvenuta proprio di fronte al centro abitato posto in adiacenza all’argine. L’accumulo di legname sul ponte di Boncellino non ha avuto alcun ruolo sulla devastante rotta di Traversara, come invece si evince da vari post nei social e anche da alcuni organi di informazione, in quanto questa enorme massa di materiale flottante si è trasferita a valle a collasso arginale già avvenuto appena l’abbassamento dei livelli idrometrici ha permesso il transito sotto la ferrovia del suddetto legname.
Il messaggio che vorrei trasmettere è: evitiamo di polarizzare la causa di questa serie di alluvioni o sul solo cambiamento climatico o sulla sola presunta mancata manutenzione dei fiumi. Di fronte a eventi di precipitazione così estremi (dovuti al Global Warming antropogenico), sempre più violenti e ravvicinati nel tempo, le attuali sezioni di deflusso del Lamone (e di molti altri fiumi italiani, beninteso) e le luci dei ponti sono insufficienti a smaltire i colmi di piena, da cui i frequenti fenomeni di sormonto arginale che, nella peggiore delle ipotesi, possono evolvere in collasso arginale come avvenuto a Traversara.
Rettifiche e canalizzazioni dei corsi d’acqua generano picchi di piena più veloci e severi, non è possibile né consigliabile alzare ulteriormente gli argini o dragare gli alvei, la soluzione è quella di ridare spazio al fiume ricorrendo anche a provvedimenti impopolari (delocalizzazioni, espropri, imposizione servitù di allagamento, tracimazioni controllate…).
In conclusione, tornando sul disastro di Traversara, si sono sommati fattori sfavorevoli di varia origine, tutti purtroppo, spiace dirlo, di origine antropica: cambiamento climatico, cementificazione, mancata o approssimativa manutenzione degli alvei e delle opere idrauliche di difesa, costrizione dei fiumi lungo percorsi innaturali… ma si ribadisce come la causa principale siano le sezioni di deflusso ormai inadeguate al nuovo regime pluviometrico così plasmato dall’estremizzazione meteorologica nel novero di una palese crisi climatica.
__________________
"Non si gioca a scacchi con i piccioni: ignorano le regole, buttano tutti i pezzi per aria, sporcano in giro (e gli piace farlo) e alla fine se ne vanno via tutti impettiti convinti di aver vinto una partita che non hanno nemmeno compreso".

Mario Tozzi
sanpei è offline   Rispondi Con Citazione
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