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Meteorologia Parliamo di meteorologia... |
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#1 |
Senior Member
Data Registrazione: Jul 2007
Località: Albereto, 2km N/E Reda (10km EST da Faenza)
Età: 43
Messaggi: 4.381
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Cerco dati statistici fatti di numeri scientifici che chiariscano meglio questa tesi ricorrente ad ogni alluvione.
Non numeri fatti da quanti tornado ripresi con smartphone, case invase dall'acqua, strade allagate, alberi caduti, fiumi straripati o un anziano che dice la classica frase "mai avevo visto una cosa simile". Tali numeri si riferiscono al disagio della popolazione ma influenzati dalla gestione del territorio e non da un reale aumento degli eventi meteo estremi. Cerco numeri dati da stazioni meteo attendibili con un lungo archivio storico fatti da mm di pioggia, vento km/h, numero cicloni mediterranei con relative pressioni ecc... Tipo nell'attuale disastro del veneto, sicuramente eccezionale, non c'è stato nessun record di acqua alta a Venezia (40 cm in meno rispetto al 1966), nessun record del livello del Piave nella zona di pianura; 12 metri a Ponte di Piave nel 1966 con straripamenti e 11 metri in questa occasione senza straripamenti nella zona di pianura (le case e terre nelle aree golenali, cioè dentro agli argini, non le considero alluvionate al contrario di quello che credono i giornalisti) Un forum meteo credo si possa ritenere anche un sito di divulgazione scientifica, quindi certi argomenti vanno trattati anche con dati numerici alla mano e non solo per sensazioni o ricordi... |
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#2 |
Senior Member
Data Registrazione: Jul 2007
Località: Albereto, 2km N/E Reda (10km EST da Faenza)
Età: 43
Messaggi: 4.381
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http://www.isprambiente.gov.it/files...ci_estremi.pdf Ecco un ottimo lavoro svolto dall'ente ISPRA istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale, nelle loro conclusioni si evince quello che mi aspettavo, cioè la tendenza all'aumento degli estremi di caldo ma nessun aumento significativo da parte delle precipitazioni intense, un leggero aumento solo al sud Italia ma addirittura una leggera diminuzione al nord...
Insomma, dalla ricerca fatta su alcune stazioni meteo con sufficiente serie storica, non c'è nessun aumento significativo medio di giornate con precipitazioni intense... I nubifragi avvenivano anche una volta... |
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#3 | |
Responsabile Sez. "Angolo della Neve"
Data Registrazione: Oct 2007
Località: Boncellino NW (fraz. di Bagnacavallo - RA) - 9 m. s.l.m.
Età: 43
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#4 |
Senior Member
Data Registrazione: Feb 2007
Località: Faenza Sud
Messaggi: 7.906
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Ecco un giornale che la pensa come voi, non sono numeri ma pareri di un esperto:
https://www.liberoquotidiano.it/news...ia-rischi.html In ogni caso eventi più o meno eccezionali si abbattono su un territorio antropizzato, se 2000 anni fa faceva un uragano come quello di domenica scorsa chi se ne fregava ? Adesso è una tragedia sociale e ambientale ....
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"Non si gioca a scacchi con i piccioni: ignorano le regole, buttano tutti i pezzi per aria, sporcano in giro (e gli piace farlo) e alla fine se ne vanno via tutti impettiti convinti di aver vinto una partita che non hanno nemmeno compreso". Mario Tozzi |
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#5 |
Senior Member
Data Registrazione: Jul 2007
Località: Albereto, 2km N/E Reda (10km EST da Faenza)
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Messaggi: 4.381
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Scusa Sanpei, ma ho scritto che cercavo numeri a sostegno della tesi sull'aumento dei fenomeni estremi, non sto dicendo che non è vero (anche se non ci credo, o almeno non ci credo nei modi e termini in cui ce lo vogliono fare credere), ma sto cercando numeri fatti da stazioni meteo ufficiali, come la ricerca fatta da ISPRA.
Invece tu mi posti il classico articolo dove non c'è nessun numero che dimostri l'aumento delle giornate con pioggia intensa. Cerco numeri, non le parole di tizio caio e samprogno... Non è vero nemmeno che 2000 anni fa se ne fregavano, le alluvioni portavano molti più morti e miseria in passato... di certo se morivano 9 persone a Palermo non lo venivano a sapere qua a Faenza... |
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#6 |
Senior Member
Data Registrazione: Feb 2007
Località: Faenza Sud
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Credo che non troverai su internet quello che cerchi, tieni presente che la meteorologia come la conosciamo ora (avere sotto controllo i dati di quasi tutto il mondo) esiste da forse 20 anni, limitatamente ai paesi sviluppati forse da 100 anni o poco più, sapere se un fenomeno "estremo" successo in Mongolia o in Brasile era già accaduto in passato e quando è molto complesso e incerto.
Riguardo all'Italia io mi riferivo alla strage di alberi in Veneto e Trentino, evento che a memoria d'uomo (forse 200 anni di tradizione orale) non era mai successo .... Di certo possiamo supporre che l'aumento di temperatura nell'atmosfera e, soprattutto, nei mari aggiunge energia nel sistema e l'energia da qualche parte si scarica necessariamente. Dove lo faccia e in che forma (piogge alluvionali, venti, uragani, ondate di caldo, nevicate etc.) NON è facile da prevedere e nemmeno da misurare se non avviene in zone che abbiamo uno storico di rilevazioni abbastanza lungo da misurare eventi estremi che per loro natura dovrebbero avere tempi di ritorno lunghissimi.
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#7 |
Senior Member
Data Registrazione: Feb 2007
Località: Faenza Sud
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Un' idea: visto che i fenomeni estremi sono spesso figli di blocchi anticiclonici persistenti che provocano temperature estreme o precipitazioni molto intense su zone ristrette, basterebbe analizzare se tali situazioni di blocco sono diventate più intense e persistenti negli ultimi anni. Credo che i supercomputer dei centri meteo mondiali siano in grado di farlo o forse lo stanno già facendo ....
Di certo i blocchi anticiclonici estivi africani da noi sono diventati MOLTO più intensi e MOLTO più persistenti ...
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#8 |
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Data Registrazione: Jul 2007
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Ecco altri lavori trovati sul web:
Eventi Meteorologici Estremi Eventi termici estremi Alle medie latitudini dell’emisfero Nord gli eventi termici estremi sono stazionari nel periodo 1979-2012 (Screen & Simmonds, 2014). Le analisi condotte sulla serie storica delle temperature di Milano Brera indicano invece un aumento delle ondate di caldo sull’Europa dopo il 1987 (Mariani, 2015). Eventi pluviometrici estremi Qui le cose sono assai meno chiare anche per la progressiva riduzione della qualità delle serie storiche di dati che rende proibitivo esprimere valutazioni in merito a serie storiche orarie. Ciò detto occorre rilevare che le evidenze osservative indicano che nella maggior parte delle aree mondiali non vi sono segnali di incremento nell’intensità degli eventi estremi. In proposito una ricerca pubblicata sul Journal of Climate nel 2013 a firma di Westra e altri ricercatori ha verificato le tendenze delle precipitazioni massime annue di un giorno per il periodo dal 1900 al 2009 (110 anni in tutto). Il lavoro è stato riferito ad un totale di 8326 stazioni terrestri che i ricercatori hanno ritenuto di “alta qualità” ed ha portato a concludere che il 2% delle stazioni mostra un decremento nelle piogge estreme, *l’8% un incremento e il 90% non presenta alcuna tendenza significativa. Si segnala inoltre che: I già citati Screen & Simmonds ( 2014), lavorando su un dataset di rianalisi relativo alle medie latitudini dell’emisfero Nord hanno evidenziato la sostanziale stazionarietà degli eventi pluviometrici e termici estremi nel periodo 1979-2012Mariani e Parisi (2013), analizzando un vasto dataset di dati pluviometrici giornalieri per stazioni dell’area euro-mediterranea per il periodo 1973-2010 ed utilizzando lo schema di analisi proposto da Alpert et al. (2002) hanno evidenziato l’infondatezza dell’aumento parossistico delle piogge estreme giornaliere affermato dagli stessi Alpert et al. in un lavoro del 2002Fatichi e Caporali (2009), lavorando sulle serie storiche di precipitazione di 785 stazioni della Toscana per il periodo 1916-2003, hanno posto in evidenza l’assenza di trend nel regime precipitativo medio e nell’intensità degli eventi estremi di 3,6 e 12 h in pressoché tutte le stazioni analizzatePinna (2014) analizza le piogge estreme per l’area mediterranea e per la Toscana evidenziando l‘assenza di trend rilevanti riferibili agli eventi pluviometrici estremi. Eventi alluvionali Diversi studi paleoclimatici evidenziano che la frequenza degli eventi alluvionali in Europa è stata sensibilmente più bassa durante le fasi calde (es: optimum romano, optimum medioevale) *che durante quelle fredde (es: piccola era glaciale) (Wirth et al., 2013). *Istruttiva può essere inoltre l’analisi del numero delle grandi alluvioni del Po (8 eventi noti nel XVIII secolo, 20 eventi nel XIX, 18 nel XX e 2 finora nel XXI). Cicloni tropicali Nel 2011 Maue ha pubblicato sulla rivista scientifica Geophysical Research Letter uno studio sulla frequenza dei cicloni tropicali e sull’energia da essi liberata. I dati ottenuti con il metodo descritto in tale studio sono costantemente aggiornati *sul sito*http://models.weatherbell.com/tropical.php. Da essi si evince che l’energia media annua liberata dai cicloni tropicali espressa in unità ACE è stata di 664 nel decennio 1971-80, di 716 nel 1981-90, di 857 nel 1991-2000, di 723 nel 2001-2010 ed infine di 689 nel 2011-15, il che evidenzia l’esistenza di un trend complessivo improntato alla decrescita dell’energia liberata da tali eventi estremi. |
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#9 |
Senior Member
Data Registrazione: Jul 2007
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Comunque facendo un mio ragionamento, forse banale, se la differenza di temperatura tra alte latitudini e medie latitudini diminuisce (dovuta alla diminuzione di superficie innevata e ghiacciata alla alte latitudini, che comporta un minor effetto albedo e conseguente riscaldamento di tale zone rispetto, appunto, a quelle delle medie latitudini), perché dovrebbero aumentare gli eventi estremi di precipotazione alle medie latitudini, se abbiamo un minor contrasto di temperature tra nord e sud?
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#10 | |
Senior Member
Data Registrazione: Dec 2009
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