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Vecchio 20-09-2024, 12:43   #2351
Roberto
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Guardando il video del muro fatto a Faenza credo che di strada da fare ce ne sia ancora tanta.
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Vecchio 20-09-2024, 12:47   #2352
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Guardando il video del muro fatto a Faenza credo che di strada da fare ce ne sia ancora tanta.
In mancanza dei soldi promessi dal Generale Figliuolo (e da chi ora starnazza in TV), si è tentato di limitare i danni in poche ore e con quello che c'era, dove il muro era stato fatto per tempo (spesi 3,5 mln) in cemento armato ancorato con pali al sottosuolo, non ci sono stati danni. Ma per quello sono serviti sei mesi ...oltre ai soldi.
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"Non si gioca a scacchi con i piccioni: ignorano le regole, buttano tutti i pezzi per aria, sporcano in giro (e gli piace farlo) e alla fine se ne vanno via tutti impettiti convinti di aver vinto una partita che non hanno nemmeno compreso".

Mario Tozzi
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Vecchio 01-10-2024, 11:22   #2353
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Oltre cento vittime identificate e con ogni probabilità altre ancora sconosciute. Danni difficili da stimare, tra i 20 e gli oltre cento miliardi. Città inondate nella Carolina del Nord e del Sud, in Tennessee, Georgia e Kentucky, con lunghi elenchi di comunità traumatizzate, a volte spazzate via. Tra immagini di auto seppellite nella sabbia da mareggiate e abitazioni divelte e sbatacchiate come giocattoli in balia della furia degli elementi. Almeno due milioni di americani, erano cinque inizialmente, tuttora senza elettricità.

È il bilancio di Helene, l’uragano che si è abbattuto sul Sudest degli Stati Uniti con forza 4 a partire da giovedì sera. Per poi trascinare la sua violenza nell’entroterra, lungo un cammino di 800 chilometri. All’indomani delle peggiori devastazioni è solo provvisorio, con i soccorsi che restano in febbrile mobilitazione. Ma è già da record, spesso drammatico.

In North Carolina, dall’artistica Asheville a impoverite aree dell’Appalachia, Helene è diventato l’uragano peggiore in cento anni mietendo 42 vittime. La cittadina di Busick ha visto precipitare 76 centimetri di pioggia, superando massimi che risalivano al 1969. Non si è trattato di un’eccezione. Nell’area di Greenville-Spartanburgh, cuore economico della South Carolina, l’ufficio meteorologico locale ha abbandonato il linguaggio terso di previsioni e allarmi davanti al «peggior evento nella nostra storia. Non ci sono parole per esprimere il nostro dolore. Vogliamo sempre offrire pronostici accurati, stavolta speravamo di esserci sbagliati». Lo stato finora ha contato 25 vittime. Nel pomeriggo la rete Tv Cbs ha aggiornato a 116 il bilancio nazionale delle persone che hanno perso la vita.
La mobilitazione dei soccorsi, dalla Casa Bianca alle autorità locali, ha rispecchiato l’emergenza. Il presidente Joe Biden ha definito Helene «sconvolgente» e impegnato ogni risorsa federale. Il governatore democratico della North Carolina Roy Cooper ha parlato di «tragedia senza precedenti». Il suo omologo repubblicano della Georgia, Brian Kemp, ha detto che «sembra sia esplosa una bomba». Ad Atlanta la pioggia caduta, 28 centimetri in 48 ore, non ha paralleli dal 1878.

Al dramma umano si sommano ferite economiche a loro volta ancora da valutare appieno. Moody’s stima al momento l’impatto tra i 20 e i 34 miliardi, con danni alle proprietà per forse 26 miliardi e alla produzione per 8 miliardi. AccuWeather ipotizza un trauma da 95-110 miliardi.

Quel che appare certo è che l’effetto serra ha moltiplicato la forza dell’uragano, l’ottavo di una stagione ancora aperta: «Si è intensificato rapidamente muovendosi sopra acque eccezionalmente calde. Il cambiamento climatico ha reso simili temperature sulla rotta della tempesta 500 volte più probabili e aumentato la capacità dell’atmosfera di trattenere vapore acqueo dell’8%, aggravando i rischi», spiega Shel Winkley, metereologo del centro di ricerca Climate Central.
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Vecchio 14-10-2024, 11:57   #2354
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«Il momento per investire (nella transizione energetica) è ora, perché la questione non è più se la transizione verde avverrà, ma dove. Se l’Europa non la vuole, allora avverrà in Cina e negli Stati Uniti e si rischierà davvero la deindustrializzazione delle nostre economie», afferma Linda Kalcher, direttrice esecutiva di Strategic Perspectives. «Tornare indietro sul Green Deal - aggiunge - potrà fare guadagnare facili consensi, ma non abbasserà il costo dell’energia e non aiuterà a creare posti di lavoro».

Imporre dazi sulle auto elettriche cinesi, sottolinea Makaroff, «può essere un rimedio temporaneo, ma non offre una soluzione definitiva al gap di competitività, che ha bisogno di investimenti nella value chain e in innovazione. Mi colpisce sempre vedere il litio estratto in Portogallo che viene esportato in Cina, dove viene usato per fabbricare batterie poi vendute in Europa».

La Cina da sola rappresenta il 39% degli investimenti globali a zero emissioni (654 miliardi di dollari) e il 60% della capacità di produzione. Potenza incontrastata nel solare, controlla il 60% della catena di valore dell’eolico (la produzione è cresciuta del 30% nel 2023) e prevede di triplicare la capacità di produzione di batterie entro il 2030. Questo porterebbe a volumi quattro volte superiori alla domanda interna. Il risultato, afferma il report, è l’inondazione del mercato mondiale con prodotti cinesi, anche grazie ai massicci sussidi elargiti alle proprie imprese e alle economie di scala garantite dalle dimensioni del mercato interno.

Nel 2023, la Cina ha installato la stessa capacità di produzione solare del resto del mondo. Metà della flotta globale di veicoli elettrici circola sulle strade cinesi. Una batteria per auto made in China costa in media il 32% in meno rispetto a una batteria prodotta in Europa (per i pannelli solari la differenza è del 65%). Grazie all’Ira, gli Usa sono riusciti a ridurre il gap al 7%.
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Vecchio 22-10-2024, 09:22   #2355
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Piogge massime giornaliere dal 1961 ad oggi a Bologna (Fonte Eraclito, ARPA EMR).
Fino al 2022 la media giornaliera in ciascun anno è stata di 55 mm con un picco di 92 mm nel 2005.
Maggio 2023 118 mm in un giorno.
Ottobre 2024 137 mm in un giorno (in realtà in sei ore).

NON ERA MAI piovuto così intensamente in così poco tempo dal 1961 (e probabilmente da molto prima...).
Si tratta di una nuova era climatologia senza alcun dubbio, chi cercava prove dell'estremizzazione del clima credo possa dirsi soddisfatto.

Ma per certi personaggi la colpa è delle nutrie ....
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Vecchio 22-10-2024, 12:12   #2356
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L'Emilia-Romagna è in ginocchio, ancora una volta piegata da una alluvione e da "una crisi climatica senza precedenti". Una crisi che riguarda tutto il Paese: sott'acqua sono finite Cesenatico e la città metropolitana di Bologna, con l'esondazione dei corsi d'acqua che ha interessato anche Ravenna, Modena, Reggio e in direzione Piacenza. A parlarne è il geologo Paride Antolini, presidente dell'Ordine dei Geologi dell'Emilia-Romagna.

Presidente Antolini, cosa sta accadendo esattamente in regione?

"Siamo di fronte a fenomeni sconvolgenti e a una crisi climatica evidente, senza precedenti. E le persone pensano di poter risolvere tutto ciò con azioni semplici e superficiali, come con la pulizia dei fiumi e dei tombini. Ci ritroviamo in una situazione straordinaria nella gestione di un corso d'acqua, ma anche nella gestione della rete urbana con il deflusso scolante minore. Ma è chiaro che questo non regge più di fronte a queste accumulate di pioggia. E sabato quando hanno iniziato a circolare le informazioni meteo su Bologna, si percepiva già quello che sarebbe poi successo. La vita, ieri sera, non doveva continuare come sempre".

Cosa intende?

"Era stata diramata l'allerta rossa, ma la gente è comunque uscita. Ha pensato potesse piovere, ma non ha tenuto conto né dell'allerta né delle vere condizioni. La nostra vita ieri doveva fermarsi, perché l'allerta rossa impone questo. E invece non lo abbiamo fatto, d'altronde non ci sconvolgiamo più neanche di fronte a guerra, figuriamoci con un'alluvione".

Qual è la criticità maggiore?

"La quantità d'acqua che dovrebbe cadere in mesi, invece precipita in poco tempo, anche in una sola notte. Il problema è questo: la quantità di acqua che si alza in così poco tempo, ripetutamente, su porzioni del nostro territorio. Sono allerte rosse infinite, perché queste situazioni drammatiche ci fanno pensare a quanto c'è da lavorare per ristrutturare veramente il nostro territorio, dandogli un nuovo assetto".

A macchia di leopardo, tutta la regione è stata investita dalla terza alluvione. Cesenatico è sott'acqua.

"È partito tutto da Cesenatico, dove si verifica una situazione tra subsidenza e ingressione marina. L'allerta rossa era stata diramata, e c'erano comunque auto lasciate nei garage o nei seminterrati o cittadini bloccati in auto in mezzo all'alluvione. A Modigliana, poi, si stanno verificando altre frane. Ma il fondo lo abbiamo toccato nel Bolognese".

Perché?

"Bologna è la dimostrazione di quello che stiamo vivendo. La città ha una iconografia particolare ed è al piede delle colline. È attraversata da torrenti che nei secoli sono stati tombinati. Con l'alluvione dello scorso maggio, diciamo che i danni si sono limitati all'esondazione del Ravone, e l'acqua che cadeva veniva bene o male assorbita dal reticolo. Ma quanto successo ieri notte ci dà la misura del nuovo standard, ci fa vedere cosa si dovrà fare in futuro nella città metropolitana di Bologna: bisognerà attuare interventi che permettano di non far ripetere quello che è successo o che i danni siano limitati. Questo è un tema su cui si sta già pensando e lavorando, ma ora bisognerà farlo con un maggior occhio di riguardo, in ottica precauzionale".

In che modo?

"La situazione a Bologna è più complessa, perché non si tratta solo di agire sull'asta fluviale, ma anche su quelle dei torrenti. E in città bisogna agire sulla rete di deflusso secondario, che è quello degli scarichi, sia privati sia pubblici, della rete urbana".

Cosa bisogna fare per affrontare questi fenomeni?

"Innanzitutto aprire gli occhi e guardare ciò che sta accadendo: c'è ancora gente che dà la colpa alla pulizia dei tombini o dei fossi, e si ferma e limita a questo. Da mesi ripeto che il problema non è questo, ma le persone non lo capiscono e così facendo dimostrano di essere ignoranti, degli sciacalli. È incredibile non rendersi conto di quello che sta succedendo di fronte a noi, della drammaticità dei problemi e di quello che ci vorrà per riassettare il territorio".

Come potremo farlo?

"Da qui ai prossimi anni bisognerà risistemare e riassettare il nostro territorio, tutto. Saranno lavori immani e la gente deve comprenderlo: in questi momenti purtroppo questi discorsi contano poco, ma ci vuole una grande pazienza e soprattutto unione. Dobbiamo essere tutti uniti con le istituzioni, perché solo con queste si va avanti. E l'unica soluzione è progettare, lavorare, studiare e stare tutti con la barra dritta, perché in queste condizioni è facilissimo creare anche problemi di ordine pubblico se qualcuno soffia sul fuoco".

Il problema è solo regionale?

"La problematica attanaglia la regione, tutto il Paese e tutto il mondo. Nei prossimi anni dovremo seguire questa sfida: in montagna ci sono le frane e la gente pensa di risolvere il problema con la manutenzione dei boschi; in pianura ci sono le alluvioni e le persone gridano alla pulizia dei fiumi; al mare abbiamo l'ingressione marina e si chiede la pulizia dei tombini e delle fogne. Ma qui dobbiamo mettere mano al riassetto del territorio e avere comportamenti di vita diversi da quelli avuti fino ad ora".

Cosa intende per riassetto del territorio?

"Considerare le criticità e i danni subiti, ripensando effettivamente a come trovare la soluzione. Per esempio, in montagna con le frane la viabilità è stata interrotta, allora bisognerà capire come intervenire sulla viabilità; in città i fiumi esondano, quindi servirà capire come contenere tutta l'acqua che precipita".

Quali sono i comportamenti da seguire in questi casi?

"Il mio appello va ai cittadini: con l'allerta rossa bisogna stare a casa, seguendo quello che la protezione civile indica: se c'è un'evacuazione, bisogna eseguirla e spostarsi in punti sicuri. Si deve uscire di casa solo per emergenze eccezionali. La gente deve cominciare a imparare a comportarsi in base a ciò che succede".

È possibile prevedere precipitazioni straordinarie di questo tipo?

"Con l'allerta rossa si prevede che queste precipitazioni possano capitare, ma le perturbazioni possono spostarsi di decine di chilometri: a Cesena c'era l'allerta, ma non è stata colpita, mentre Cesenatico sì. Quando l'area di allerta è ampia, è difficile capire in che modo e dove si può avere una determinata manifestazione. I risultati sono diversi: a Bologna è successa una tragedia, Cesenatico è sott'acqua, mentre Cesena no. L'allerta rossa però ha funzionato benissimo e dobbiamo stare attenti su questo standard".
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Vecchio 30-10-2024, 12:32   #2357
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Andate a vedere cosa è successo in Spagna zona Valencia....

Ecco una semplice spiegazione del fenomeno (detto DANA assimilabile alla goccia fredda) sempre più intenso e più frequente nel mediterraneo.

" ....Negli ultimi anni si sono verificati diversi episodi di DANA in Spagna. Un fatto, questo, che può essere associato al cambiamento climatico poiché il Mediterraneo si sta riscaldando molto rapidamente e l'acqua presenta solitamente temperature piuttosto elevate nei mesi estivi e successivi. Alcuni studi suggeriscono che oggi piove di più nei giorni di forti precipitazioni rispetto ai decenni passati. Ciò sarebbe in linea con l’aumento delle acque precipitabili nell’atmosfera causato da un Mediterraneo più caldo. Le precipitazioni sono meno frequenti, ma più intense.

Se a questo contrasto di temperature aggiungiamo l'umidità e l'energia fornite da un Mediterraneo molto caldo dopo i mesi estivi, il risultato sono piogge torrenziali, che spesso provocano inondazioni nelle aree colpite. I dati indicano che episodi di pioggia intensa nelle zone della costa mediterranea causati dal DANA sono sempre più ricorrenti.

Secondo l’Agenzia Meteorologica Statale spagnola, l’ondata di freddo che ha colpito l’area di Valencia tra il 29 e il 30 ottobre è la peggiore del XXI secolo, paragonabile solamente ad altre due: quella del 1982, la cosiddetta «Pantanada de Tous» (il 20 ottobre una goccia fredda fece crollare il bacino idrico di Tous, Tous Pantanada, e il Júcar inondò tutta la regione della Ribera, causando gravi danni. Interi paesi furono allagati) e quella del 1987 (il 3 novembre a Gandía e Oliva le piogge superarono i 500 l/m² e devastarono la regione di Safor . A Oliva è stato raggiunto il record spagnolo di pioggia nelle 24 ore: 817 l/m²)."
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Vecchio 30-10-2024, 14:23   #2358
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Si parla della pioggia di un anno caduta in 8 ore (ovvero un megatemporale di massima intensità fino a 100 mm/h durato OTTO ore). Siamo alla follia meteo.

"Le autorità spagnole affermano che in otto ore a Valencia è caduta la pioggia che cade in un anno. Come scrive El Pais, l'Agenzia meteorologica statale (Aemet) aveva alzato ieri alle 8 il livello di allerta da arancione a rosso per la costa meridionale di Valencia, dove in appena un'ora si erano accumulati 90 litri. Si stimava che le piogge avrebbero potuto essere dai 150 ai 180 litri per metro quadrato, ma alla fine ne sarebbero stati rilevati più di 445, secondo i dati provvisori "
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Vecchio 31-10-2024, 16:14   #2359
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Gli scienziati la chiamano «gota fría», la goccia fredda, un fenomeno meteorologico conosciuto anche con la sigla Dana, in spagnolo «depresión aislada en niveles altos». Abbiamo chiesto ad Enrico Scoccimarro, senior scientist presso il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti climatici e direttore della divisione sulla «Variabilità e Previsioni climatiche», di spiegare di cosa si tratta e gli aspetti comuni con gli eventi estremi di cui lui stesso, residente a Forlì, è stato testimone diretto negli ultimi due anni in Emilia Romagna.

Un fenomeno non nuovo
Dana non è un evento meteorologico nuovo né sconosciuto alla scienza: «È una depressione isolata che si stacca dal normale flusso che viene dall’Atlantico e genera zone in quota con una temperatura particolarmente bassa; questo, associato ad alte temperature in superficie, può creare fenomeni convettivi molto intensi, ossia grandi quantità d’acqua che precipitano in poco tempo. È tipico della regione ovest del Mediterraneo e di questo periodo dell’anno». Ciò che lo ha reso «eccezionale» è l’intensità. «Eventi di questo tipo, in queste zone e con queste intensità, non si registravano da svariati decenni, bisogna andare indietro fino agli anni ’60 per trovare valori simili».

C’entra il cambiamento climatico?
Gli scienziati sono sempre molto prudenti nel collegare singoli eventi meteorologici al cambiamento climatico, ma l’intensità del fenomeno spagnolo è in linea con i modelli di simulazione del clima negli scenari futuri, che variano a seconda di quanto verranno «tagliate» le emissioni di gas serra. «Noi scienziati ci aspettiamo sia un aumento delle temperature superficiali, e quindi dell’energia a disposizione del sistema, sia un aumento della quantità di acqua che può rimanere immagazzinata nella colonna atmosferica, e che si rende disponibile quando si scatenano eventi estremi di questo tipo». La maggiore presenza di energia e di acqua in atmosfera, in un ambiente più caldo rispetto al passato, preannuncia piogge, o tempeste d’acqua, sempre più forti.

Mediterraneo troppo caldo
Il Mar Mediterraneo, più caldo rispetto al passato, contribuisce all’aumento dell’intensità di questi fenomeni, che si scatenano quando determinate e diverse condizioni si presentano contemporaneamente. «Oltre al fattore scatenante, in questo caso la “goccia fredda”, sono necessarie altre condizioni favorevoli, come un quantitativo di vapor d’acqua sufficientemente alto, facilitato anche dalle alte temperature dei mari circostanti».

Il rischio in Italia
«La struttura di Dana è tipica del Mediterraneo occidentale, ma anche in Italia abbiamo vissuto fenomeni intensi di precipitazione», conferma Scoccimarro. Si tratta di sistemi simili, legati a condizioni cicloniche stanziali che persistono sulla stessa regione, come il ciclone Boris, che ha causato le alluvioni in Emilia-Romagna. Le depressioni che hanno colpito l’Italia nel 2023 e 2024 sono di natura diversa rispetto a quella che si osserva in questi giorni in Spagna, «ma alla base della più alta intensità di questi eventi ci sono le stesse variabili — alta disponibilità di acqua in atmosfera legata ad alta temperatura dei mari, ecc. — e in entrambi i casi sono coerenti con gli scenari di aumento della temperatura globale».

Processo reversibile (ma in fretta)
Non è troppo tardi, ma il tempo stringe. «Dipenderà dal taglio delle emissioni di gas serra nei prossimi decenni, se questo processo potrà essere bloccato o ridotto. Siamo ancora in tempo, ma è necessario implementare rapidamente ciò che gli scienziati, negli ultimi vent’anni, hanno chiaramente definito come necessario per invertire o bloccare la tendenza. Abbiamo speso tante energie, tempo e denaro per definire in che misura il cambiamento climatico si traduce in un aumento delle condizioni estreme sul nostro pianeta e quanto questo può cambiare in diversi scenari futuri. Sarebbe bello vedere che le nostre analisi sfociassero in azioni concrete. Ma qui si entra nella politica, e non è il mio campo».

Previsioni imprecise?
Scoccimarro difende i colleghi meteorologi. «Se un evento estremo fa tanti danni, questi non sono automaticamente imputabili ad una errata previsione meteo: sul palco c’è anche la gestione del territorio. Nel 2023, in Emilia-Romagna, la previsione è stata tempestiva, le persone sono state informate per tempo dei rischi. Il territorio non era pronto. L’impermeabilizzazione del suolo prodotta dall’uomo accelera e convoglia i flussi dell’acqua in superficie e questo si aggiunge all’eventuale effetto causato dal cambiamento climatico».
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Un'idea per molte città italiane, forse anche per Bologna:

I più anziani se la ricordano ancora benissimo l'alluvione del 1957, quando il fiume Turia sfondò gli argini provocando almeno 400 morti e danni enormi in tutta la città. All'epoca quel corso d'acqua attraversava il centro di Valencia. Ora non è più così: dopo quella tragica inondazione il suo corso venne stato deviato a 12 km, lontano dal centro. E senza quella opera la Dana, con la sua violenza smisurata, certamente avrebbe provocato molte più vittime. Al posto dell'antico letto del fiume oggi c'è l'ammirato Giardino del Turia, uno dei parchi naturali urbani più grandi e visitati della Spagna, uno spazio verde di oltre nove chilometri con strutture sportive e la celebre Ciudad de las Artes y las Ciencias, opera dell'architetto Santiago Calatrava. L'opera di ingegneria idraulica di deviazione del fiume fu iniziata appunto subito dopo l'alluvione del 1957 e ultimata nel 1973: alla fine si portò il Turia fuori città, dotando il nuovo letto del fiume di una capacità di oltre 5mila metri cubici di acqua, molti di più rispetto ai 3700 del precedente corso cittadino.
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