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Meteorologia Parliamo di meteorologia... |
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17-09-2020, 19:43 | #1111 |
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Capirai se non ci ficcavano dentro la parola resilienza... paias
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me scurès dedsà, me scurès dedlà, quand'a pas per al cèinter ed curès |
17-09-2020, 19:44 | #1112 |
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20-09-2020, 07:34 | #1113 | |
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20-09-2020, 12:20 | #1114 |
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"Non si gioca a scacchi con i piccioni: ignorano le regole, buttano tutti i pezzi per aria, sporcano in giro (e gli piace farlo) e alla fine se ne vanno via tutti impettiti convinti di aver vinto una partita che non hanno nemmeno compreso". Mario Tozzi |
21-09-2020, 16:43 | #1115 |
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"Nel 2019 le emissioni di gas serra nell’Ue a 27 sono diminuite del 4% rispetto al 2018, e del 24% sul 1990 (26% se si include il Regno Unito). Lo dicono i dati preliminari sulle emissioni 2019 dell’Agenzia europea per l’ambiente (Aea). Se confermata, sarebbe la diminuzione più significativa in 10 anni, e risulterebbe già abbondantemente superato l’obiettivo Ue di riduzione delle emissioni del 20% entro il 2020. Il traguardo è particolarmente significativo tenuto anche conto che nel periodo 1990-2016 l’economia è cresciuta del 53%. L’agenda 2020 per l’ambiente aveva fissato una serie di obiettivi: taglio del 20% nelle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990; copertura con energie rinnovabili del 20% del fabbisogno energetico; miglioramento del 20% dell’efficienza dei sistemi energetici."
Questo dimostra che si possono ridurre le emissioni senza penalizzare l'economia ...ora bisogna spiegarlo a USA e Paesi Emergenti ...che in alcuni casi lo hanno già capito. Novembre è vicino....
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22-09-2020, 10:12 | #1116 |
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Quest'anno l'aumento delle temperature nell'Artico ha ridotto la calotta glaciale alla sua seconda estensione più bassa degli ultimi quarant'anni: 3,74 milioni di chilometri quadrati. Un ulteriore segno di come la crisi climatica stia rapidamente trasformando la regione. Lo rivelano i ricercatori del National Snow and Ice Data Center americano, che hanno analizzato i dati satellitari.
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25-09-2020, 09:33 | #1117 |
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Mentre la crisi climatica diventa uno degli argomenti cruciali delle elezioni statunitensi, le compagnie petrolifere sono accusate di cercare di minimizzare le loro responsabilità nel riscaldamento globale. A giugno, il procuratore generale del Minnesota ha citato in giudizio, tra gli altri, il colosso ExxonMobil, sospettato di aver lanciato una "campagna di disinformazione" per minare la credibilità degli studi scientifici sul global warming. Una strategia che ricorda quella usata, decenni fa, delle aziende produttrici di tabacco...
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25-09-2020, 11:10 | #1118 | |
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Citazione:
Per me il problema sta nel fatto di attribuire una relazione univoca tra utilizzo di energia fossile e GW. Alcuni scienziati non lo credono e, anche se sono la minoranza, comunque un dibattito c'è. Quello che invece è oggettivo, che non provoca un dibattito, è che le energie fossili sono destinate ad esaurirsi e quindi è concettualmente sbagliato fondare una politica mondiale di sviluppo su di una risorsa che scomparirà. Bisogna, anzi bisognava, impostare in modo lungirmirante una politica di sviluppo basata sulle energie rinnovabili. Che anche queste, tra l'altro, alcune producono gas serra come la combustione di biomasse e biometano... Ora, dare la colpa alle compagnie petrolifere perchè offrivano quello che il mercato chiedeva, mi sembra un po' ridicolo. E' come incolpare i viticoltori perchè c'è richiesta di vino: che si fa, si proibisce il vino per far scomparire tutti i viticoltori? Forse è più efficace una campagna di sensibilizzazione sul fatto che il vino fa male per far cessare la domanda, ma in realtà è pura teoria. Basta vedere il tabacco: campagne antifumo e studi sui danni del fumo di tabacco ce ne sono a decine di migliaia ma la domanda rimane... |
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25-09-2020, 11:12 | #1119 |
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«Le tasse devono essere redistribuite con un politica trasparente e ben spiegata ai cittadini». È questo per Esther Duflo uno degli strumenti più efficaci per spingere sulla rivoluzione energetica. Come? Spiega la premio Nobel 2019 nella lectio d’apertura della 15esima edizione del Festival dell’Economia: «Le politiche redistributive aumentano la fiducia nei governi. E la fiducia è l’ingrediente che permette a ciascun individuo di cambiare il proprio comportamento». L’economista francese, 47 anni, la Nobel più giovane, prende la parola in streaming, introdotta dal direttore scientifico del Festival Tito Boeri, ricordando Alberto Alesina, il professore italiano ad Harvard tanto apprezzato nel mondo, editorialista del “Corriere”, morto improvvisamente lo scorso maggio. All’amico e collega Alesina, dice Boeri, è dedicata questa edizione intitolata Ambiente e Crescita. «Alberto sempre presente negli ultimi cinque anni — ricorda Boeri — ci manca molto. Lui che tanto aveva indagato la formazione delle preferenze e delle norme social»
La lezione del Covid, osserva Boeri, e concorda Duflo, è anche di aver aumentato «la percezione dell’esternalità, cioè dell’impatto che hanno sugli altri le singole azioni di ognuno». Con l’epidemia, il concetto di “esternalità” è chiaro, mentre sull’ambiente abbiamo nicchiato. «Invece è molto importante far capire che è il comportamento del singolo a cambiare le cose. E che l’ambiente è strettamente connesso con la giustizia e l’equità sociale», dice ancora Duflo che ha vinto il Nobel grazie alle ricerche empiriche sulla povertà. La studiosa alla quale si deve l’affermazione «l’economia è una cosa troppo importante per essere lasciata agli economisti» sostiene come le persone «che hanno reso più ecologici i propri comportamenti non siano più infelici degli altri, anzi». Ma non basta lasciare l’auto e usare la bici. La «speranza» di Duflo è che «le persone si interessino della politica e di tutte quelle attività che possono migliorare le nostre vite». Per l’editore Giuseppe Laterza, promotore del Festival, «è proprio questo il senso» di questa quattro giorni che vedrà anche l’intervento del premier Giuseppe Conte: «Discutere le scelte politiche in pubblico, questo è il cuore della democrazia»
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02-10-2020, 15:39 | #1120 |
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I ricercatori hanno osservato i dati di temperatura, nuvolosità, umidità e precipitazioni in tutto il mondo dal 1983 al 2017 e hanno rilevato una differenza media annuale di temperatura tra il riscaldamento diurno e quello notturno di oltre 0,25° sul 53% della superficie terrestre globale. «Un maggiore riscaldamento notturno, associato al clima più umido, ha importanti conseguenze sulla crescita delle piante e sul modo in cui interagiscono le diverse specie, come insetti e mammiferi», ha spiegato Daniel Cox, autore dello studio. Una ricerca condotta due anni fa negli Stati Uniti, che aveva già rilevato tale «asimmetria del riscaldamento» su scala nazionale, sottolineava come anche gli esseri umani potevano patire effetti seri, soprattutto nei mesi estivi più caldi: «La combinazione di alte temperature diurne e notturne può essere davvero letale» spiegava Lara Cushing, professoressa di epidemiologia ambientale alla San Francisco State University: «Il corpo non ha infatti la possibilità di rinfrescarsi durante le ore notturne».
Causa principale di tale «asimmetria del riscaldamento» sono le nuvole. L’aumento della copertura nuvolosa raffredda infatti la superficie durante il giorno e trattiene il calore durante la notte, il che porta inevitabilmente a un maggiore riscaldamento proprio nelle ore notturne, impedendo il raffreddamento per irraggiamento notturno ...
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