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Vecchio 30-12-2024, 11:02   #2391
sanpei
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Sei un ottimo filtratore delle notizie che ti danno ragione, trascurando quelle contrarie.

Il metodo scientifico.
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"Non si gioca a scacchi con i piccioni: ignorano le regole, buttano tutti i pezzi per aria, sporcano in giro (e gli piace farlo) e alla fine se ne vanno via tutti impettiti convinti di aver vinto una partita che non hanno nemmeno compreso".

Mario Tozzi
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Vecchio 31-12-2024, 07:59   #2392
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Ravenna si posiziona tra le province italiane più colpite dalla crisi climatica nel 2024, con 13 eventi meteo estremi registrati. È quanto emerge dal bilancio di fine anno dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, che fotografa un’Italia sempre più esposta agli effetti del cambiamento climatico. L’Emilia-Romagna si conferma la regione più martoriata, con 52 episodi complessivi, e Ravenna è seconda solo a Bologna, che ne ha registrati 17.
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Vecchio 08-01-2025, 16:42   #2393
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C’è l’impronta del cambiamento climatico anche sugli incendi che stanno devastando il sud della California? “Sta certamente succedendo qualcosa di anomalo, soprattutto visto che siamo in pieno inverno. Ma è difficile stabilire già ora un rapporto di causa-effetto tra innalzamento globale delle temperature e i roghi di queste ore”, risponde Antonello Pasini, fisico climatologo del Cnr e docente di fisica del clima all’Università Roma Tre.
Tuttavia, almeno due degli ingredienti meteorologici del disastro californiano fatto di fiamme, fumo, scintille e cenere, hanno di sicuro a che fare con il global warming. “La tempesta perfetta di fuoco si è scatenata per una miscela fatta di: fortissimi venti che scendono dalle montagne verso il Pacifico, alte temperature per la media della stagione, infine la prolungata siccità che negli ultimi anni ha colpito la California”, dice Pasini.
“Non possiamo dire che la cresciuta intensità dei venti sia conseguenza diretta della crisi climatica. Ma lo sono certamente l’innalzamento delle temperature e la drastica riduzione delle precipitazioni piovose in quella zona degli Stati Uniti”, continua il fisico. Ma perché la California è così soggetta a incendi boschivi che radono al suolo migliaia di ettari di foreste e ora anche interi centri abitati? “Il fenomeno è noto da tempo: sono venti caldi e secchi, simili al nostro phon e che loro chiamano Santa Anas”, risponde Pasini. “Si generano quando vi sono venti in quota da nord-est e si forma un’alta pressione nell’entroterra, mentre sull’oceano, davanti alle coste californiane c’è una bassa pressione. La differenza di pressione spinge l’aria calda da nord-est a sud-ovest, facendole svalicare le montagne. Nel loro cammino questi venti asciugano ulteriormente l’aria dall’umidità, creando le condizioni ideali per la diffusione dei roghi. Anche perché trovano una vegetazione facilmente infiammabile”. E in effetti le carte meteo di queste ore mostrano proprio un’alta pressione nell’entroterra, alle spalle della costa californiana, e una bassa pressione al largo.
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Vecchio 10-01-2025, 13:53   #2394
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Immaginate di esservi trasferiti in California, zona Los Angeles, per ottimi motivi: clima fantastico, ottimi stipendi per lavori qualificati, vita culturale e sociale attiva, disponibilità di ottime scuole e università (per chi può permettersele), rispetto dell’ambiente, cultura pop e liberal (rispetto al resto degli USA) etc. etc.
Immaginate di aver acquistato a caro prezzo (o a caro mutuo) una classica villetta americana, magari vista mare, costruita in legno con giardinetto e piscina. Un paradiso.
Immaginate di esservi assicurati contro i “rischi meteorologici” come fanno quasi tutti negli USA, spendendo poco perché siete in zona libera da alluvioni, uragani o tornado, al massimo si spende qualcosa per il rischio sismico, ma difficilmente casette in legno subiscono gravi danni da un terremoto.
Immaginate una stagione insolitamente umida che faccia esplodere la vegetazione dopo lunghi anni di siccità desertica, seguita poi da lunghi mesi senza traccia di precipitazione che faccia seccare tutto e mettere a rischio anche l’approvvigionamento idrico.
Immaginate che a questo punto la vostra assicurazione decida di recedere dal contratto “per aumentato rischio climatico” oppure vi chieda un aumento insostenibile per le vostre tasche.
Immaginate una configurazione meteo “estrema” con venti di caduta dalle montagne furiosi (oltre 150 kmh) e secchissimi che spargono le fiamme degli incendi ovunque, lanciando tizzoni ardenti a centinaia di metri di distanza, amplificando piccoli incendi su di una scala mai vista e incontrollabile, dato che il vento impedisce l’opera dei canadair e i luoghi impervi quella da terra dei pompieri, oltretutto a corto di acqua.
Immaginate che un turbine di fuoco raggiunga in pochi minuti la vostra casa, dandovi appena il tempo di scappare per salvarvi la vita, senza il tempo di recuperare le vostre cose più care che andranno per sempre distrutte.
Immaginate che non rimanga altro che cenere di casa vostra, del vostro quartiere, della località che avete scelto per passare la vostra vita insieme ai vostri cari.
Immaginate che ora l’assicurazione non paghi per i suddetti motivi e non abbiate i soldi per ricostruirla (ammesso che in quella zona si possa ricostruire). Dovrete spostarvi in zone meno ambite e costose, magari in un altro stato, dar fondo ai vostri risparmi, cambiare lavoro e scuola per i vostri figli, amici, abitudini.
In pratica diventerete un “migrante climatico”.
Abbiamo sempre pensato che questa definizione riguardasse i paesi poveri (anzi, “in via di sviluppo”), gli emarginati, insomma gli altri.
Invece potremmo diventare vittime anche noi.
Gli incendi californiani ci mostrano le grandi ingiustizie climatiche. Le case degli attori, cantanti, campioni sportivi e dei grandi milionari di Hollywood sono distrutte, anche loro soffrono la crisi climatica. Ma loro potranno ricostruirle senza nessuna difficoltà, le comunità povere, marginalizzate - come è stato già dimostrato da molte ricerche - hanno molti meno mezzi. Non riescono a ritornare nelle loro comunità dopo che vengono distrutte. E questo non fa che aumentare la forbice delle diseguaglianze. Un effetto troppo trascurato del cambiamento climatico.
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Vecchio 10-01-2025, 13:55   #2395
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C’è un cocktail di fattori all’origine dell’incendio di Los Angeles, uno dei peggiori della storia degli Stati Uniti. Un cocktail a cui contribuisce anche la crisi climatica e che, senza le giuste misure, rischia di trasformare le immagini che arrivano da Malibu e dintorni in una serie di cartoline dal futuro. Il perché lo abbiamo chiesto a Giorgio Vacchiano, docente di Scienze Forestali all’Università di Milano.

Cosa c’è all’origine di questi incendi che stanno devastando la California?
Da una parte ci sono i forti venti, tipici di questo periodo in California, sui quali ancora non abbiamo delle correlazioni affidabili con la crisi climatica. Quest'anno sono particolarmente intensi. Dall'altra parte, però, c'è la siccità: dissecca la vegetazione, la rende molto più infiammabile. È una siccità che viene dopo un anno molto umido, il 2023, quello che viene chiamato un colpo di frusta climatico. Nell'anno umido gli arbusti crescono, la vegetazione, la macchia mediterranea si sviluppa. Nell'anno secco, diventa infiammabile. Ecco il cocktail micidiale insieme ai venti. E l’alternanza tra periodi di pioggia e siccità viene intensificata dai cambiamenti climatici.

L’impressione è che gli ultimi grandi incendi siano più violenti e difficili da domare. C’è un riscontro nei dati scientifici?
Sì, in California quindici dei venti incendi più gravi che si sono mai verificati, sono avvenuti negli ultimi dieci anni. Anche in Italia stiamo osservando non tanto un aumento nel numero e nell'area percorsa da tutti gli incendi, ma un aumento nelle stagioni estreme. Sono quelle in cui il fuoco diventa così veloce o così intenso da non poter essere semplicemente affrontato sul terreno.

Per quale motivo?
In questo momento in California i Canadair non si possono alzare in volo a causa del vento troppo forte ma è impossibile anche solo avvicinarsi da terra ai roghi. Oltre una certa soglia di intensità, non si possono avvicinare le fiamme in sicurezza. Ecco perché quando l'incendio assume un comportamento di questo tipo, percorre grandi distanze e non può essere spento. Dai dati vediamo che questi fenomeni sono in aumento.


Sappiamo che la crisi climatica si contrasta riducendo le emissioni e con l’adattamento. Come ci si adatta a un futuro in cui gli incendi sono così pericolosi?
Si lavora su tre fattori: la vegetazione, l'esposizione delle strutture e delle infrastrutture e la preparazione delle comunità.

Partiamo dal primo punto
Lavorare sulla vegetazione è ancora possibile. Chiaramente lì dove abbiamo grandi estensioni di vegetazione, come in California, ci sono dei programmi di riduzione della parte più infiammabile delle foreste, dei cespuglieti. Sono programmi che avanzano con una certa lentezza, sono più sviluppati che in Europa, ma non hanno ancora assolutamente coperto tutta o la maggior parte della superficie infiammabile.

E l’esposizione?
Poiché non è possibile escludere tutti gli inneschi, si lavora sull'esposizione umana, quindi su dove vengono costruiti i nuovi insediamenti, le nuove abitazioni. Bisogna tenere in considerazione nei piani regolatori, nei progetti costruttivi, quali sono le aree a rischio incendi nei nuovi climi.

E come si lavora sulla preparazione?
L’allarme e la previsione devono essere dati in maniera sempre più rapida e puntuale perché il fuoco è sempre più veloce nella sua avanzata.
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Vecchio 10-01-2025, 15:35   #2396
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Negli ultimi anni l’aumento delle temperature globali ha allungato la stagione degli incendi in California: oggi inizia prima e finisce dopo, praticamente non finisce mai. Tipicamente si chiudeva in autunno, quando le piogge iniziavano a inumidire il terreno e la vegetazione. Ora si prolunga fino all’inverno inoltrato: «La California ha 78 “giorni di fuoco” (in cui le condizioni sono mature per scatenare gli incendi) in più all’anno rispetto a 50 anni fa» scrive il sito CalMatters. «La vegetazione lungo la costa, solitamente umida, è spesso così arida che non ha bisogno di venti per alimentare gli incendi. Inoltre, nell’estremo nord, le cosiddette “foreste di amianto” della California hanno perso la loro inespugnabilità. Incendi massicci hanno distrutto le dense e umide foreste pluviali dove il cambiamento climatico ha portato via lo strato protettivo di nebbia e foschia della regione». Oggi le città le zone della California e i loro dintorni sono sempre più ricche di «combustibile»: vegetazione secca facilmente incendiabile.
Le aree bruciate in estate nella California settentrionale e centrale sono quintuplicate nel periodo 1996-2021 rispetto al periodo 1971-1995. Inoltre, 10 dei più grandi incendi selvaggi della California si sono verificati negli ultimi 20 anni, cinque dei quali solo nel 2020» si legge su Drought.gov, il sito del Sistema informativo nazionale sulla siccità americano. «Quasi tutto l’aumento delle aree bruciate osservato nell’ultimo mezzo secolo è dovuto ai cambiamenti climatici causati dall’uomo. Si stima che dal 1971 al 2021 i cambiamenti climatici causati dall’uomo abbiano contribuito a un aumento del 172% delle aree bruciate, con un aumento del 320% dal 1996 al 2021. Nei prossimi decenni si prevede un ulteriore aumento delle aree boschive bruciate annualmente, compreso tra il 3% e il 52%»
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Vecchio Ieri, 10:31   #2397
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Due terribili eventi climatici - gli incendi a Los Angeles, il ciclone a Mayotte - hanno sconvolto l’inizio dell’anno, anche se non sembrano avere amplificato come si dovrebbe l’attenzione sullo stato di salute sempre più grave del pianeta. Ci pensano, in contemporanea, Le ****ro e Le Monde con la pubblicazione del rapporto C3S, prodotto dal Climate Change Service (C3S) dell'osservatorio europeo Copernicus. Il primo dato è già inquietante. Il 2024 è stato il primo anno a superare la soglia di riscaldamento di 1,5°C, il limite a lungo termine fissato dall'Accordo di Parigi che - ricordiamo - mira a mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C e a proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5°C. Accordi che molti Paesi ancora disattendono e che il neo presidente americano Donald Trump vorrebbe rimettere in discussione.

La temperatura media globale dello scorso anno, pari a 15,10°C, è stata di 1,6°C superiore alla stima della temperatura del periodo 1850-1900, designata come livello preindustriale. Ogni mese da gennaio a giugno 2024 è stato più caldo del mese corrispondente in qualsiasi anno precedente registrato. Inoltre, il 22 luglio 2024 è stato stabilito un nuovo record di temperatura media giornaliera, con 17,16°C. La tendenza è reale e globale: il 2024 è stato l'anno più caldo per tutti i continenti, ad eccezione di Antartide e Australia. «Il futuro è nelle nostre mani: un'azione rapida e decisa può ancora cambiare la traiettoria del nostro clima futuro», ha commentato Carlo Buontempo, direttore di Copernicus.

Anche la temperatura media annuale della superficie del mare ha battuto un record, con 20,87°C, 0,51°C in più rispetto alla media 1991-2020. Il servizio europeo sottolinea inoltre che l'estensione del ghiaccio marino nell'Artico e intorno all'Antartide «è un indicatore chiave della stabilità del clima terrestre», ma l'anno scorso l'estensione del ghiaccio marino è stata inferiore alla media. In Antartide, per il secondo anno consecutivo, ha raggiunto minimi record o quasi. Il ghiaccio marino al Polo Sud ha ripreso vigore a novembre e dicembre, con un tasso di scioglimento più lento. La tundra artica ora emette più CO₂ di quanto ne assorba.

L'anno scorso, la quantità totale di vapore acqueo nell'atmosfera ha raggiunto un livello record, circa il 5% in più rispetto alla media 1991-2020, secondo il C3S. Il servizio europeo aggiunge che «questa abbondanza di umidità ha amplificato il potenziale di precipitazioni estreme, in combinazione con le alte temperature della superficie del mare e ha contribuito allo sviluppo di grandi tempeste, in particolare di cicloni tropicali».
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