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Vecchio 20-06-2010, 22:56   #1
manu 88
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Predefinito chiesta l'autorizzazione per trivellare l'arcipelago

So che è OT se volete spostatela ma la devono leggere tutti è troppo grave


Già chiesta al governo l'autorizzazione a trivellare. L'area interessata sarebbe vasta più di tre volte l'isola, insorge l'assessore Bramerini: "Ci opporremo". Legambiente: "Da non credere, dopo Suriname e Namibia ora vengono da noi"

di MAURIZIO BOLOGNI

Comuni e ambientalisti vorrebbero che in quel prezioso tratto di mare, nel golfo di Pianosa, neppure passassero le petroliere: così da evitare inquinanti sversamenti e lavaggi che si ripetono ad ogni stagione. Sul fondo di quello stesso prezioso mare, i petrolieri australiani della Key Petroleum Ltd (Key) l'oro nero chiedono addirittura di cercarlo, sondando, trivellando, magari installando piattaforme offshore: così da evocare lo spettro che il disastro ambientale della Bp nel golfo del Messico possa ripetersi nelle marine protette del Parco nazionale dell'arcipelago toscano, in pieno santuario internazionale dei mammiferi Pelagos, sulla rotta delle balenottere e nell'area più frequentata dai delfini. All'Elba stentano a crederci. In Regione Toscana trasecolano. Ma è tutto vero. La Key Petroleum, attraverso la compagnia britannica Puma Petroleum incorporata di recente, ha chiesto al governo italiano l'autorizzazione a cercare petrolio al largo delle coste meridionali dell'Elba fino quasi a Montecristo, su un'area di 643 chilometri quadrati e quindi estesa - osservano gli ambientalisti - più di tre volte l'isola principale dell'arcipelago toscano, che a sua volta è la terza d'Italia.

Una boutade estiva? Non sembra. La procedura per ottenere le autorizzazioni è calda, viva. Mentre in tutta Italia si assiste ad un'accelerazione della nuova corsa all'oro nero - come documenta Luigi Carletti in Inchiesta italiana sull'edizione di ieri di Repubblica e su RepubblicaTv - si ha infatti notizia che poco più di un mese fa, il 7 maggio, il ministero delle infrastrutture ha chiesto un parere alla capitaneria di porto di Livorno sulla istanza della Key di sondare il petrolio nel mare d'Elba. Alla luce di queste rilevazioni, inoltre, c'è chi finalmente legge l'inspiegabile presenza, l'inverno scorso, di gigantesche piattaforme illuminate come astronavi al largo delle isole dell'arcipelago. "Dicevano che erano solo di passaggio e che si rifugiavano vicino costa per il maltempo - racconta Umberto Mazzantini di Legambiente arcipelago toscano - Evidentemente erano piattaforme della Key impegnate nelle attività preliminari di valutazione geologica e geofisica del fondo marino". Del resto la stessa Key ammette di essere avanti coi lavori preparativi. "I due pozzi all'interno dell'area di richiesta di concessione all'Elba hanno entrambi dimostrato presenza di gas - afferma la compagnia petrolifera - Le relazioni sono attualmente sottoposte alla valutazione del ministero per l'ambiente e la Key è in attesa del responso finale e dell'approvazione del ministero".

Gli australiani non fanno mistero dei loro progetti. Cercano di espandere le trivellazioni - scrivono nel loro sito - "in Paesi politicamente stabili che offrano condizioni fiscali attraenti". Operano così in Tanzania, Suriname, in Namibia. E ora puntano sull'Eldorado Elba. "Roba da non credere - brontola Mazzantini di Legambiente - Da una Paese in via di sviluppo ad un altro: dalla Tanzania all'Italia. Da un paradiso fiscale per petrolieri all'altro, sempre l'Italia appunto. E' incredibile che una multinazionale che si sta facendo largo a gomitate nei Paesi in via di sviluppo abbia preso di mira il mare protetto dell'Elba per le sue colonizzazioni petrolifere. Chiediamo ai Comuni dell'arcipelago, alle Province di Livorno e Grosseto, alla Regione e al Parco Nazionale di opporsi immediatamente con atti ufficiali a questa follia".

http://firenze.repubblica.it/cronaca...irino-4967745/
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Vecchio 20-06-2010, 23:16   #2
gibo
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So che è OT se volete spostatela ma la devono leggere tutti è troppo grave


Già chiesta al governo l'autorizzazione a trivellare. L'area interessata sarebbe vasta più di tre volte l'isola, insorge l'assessore Bramerini: "Ci opporremo". Legambiente: "Da non credere, dopo Suriname e Namibia ora vengono da noi"

di MAURIZIO BOLOGNI

Comuni e ambientalisti vorrebbero che in quel prezioso tratto di mare, nel golfo di Pianosa, neppure passassero le petroliere: così da evitare inquinanti sversamenti e lavaggi che si ripetono ad ogni stagione. Sul fondo di quello stesso prezioso mare, i petrolieri australiani della Key Petroleum Ltd (Key) l'oro nero chiedono addirittura di cercarlo, sondando, trivellando, magari installando piattaforme offshore: così da evocare lo spettro che il disastro ambientale della Bp nel golfo del Messico possa ripetersi nelle marine protette del Parco nazionale dell'arcipelago toscano, in pieno santuario internazionale dei mammiferi Pelagos, sulla rotta delle balenottere e nell'area più frequentata dai delfini. All'Elba stentano a crederci. In Regione Toscana trasecolano. Ma è tutto vero. La Key Petroleum, attraverso la compagnia britannica Puma Petroleum incorporata di recente, ha chiesto al governo italiano l'autorizzazione a cercare petrolio al largo delle coste meridionali dell'Elba fino quasi a Montecristo, su un'area di 643 chilometri quadrati e quindi estesa - osservano gli ambientalisti - più di tre volte l'isola principale dell'arcipelago toscano, che a sua volta è la terza d'Italia.

Una boutade estiva? Non sembra. La procedura per ottenere le autorizzazioni è calda, viva. Mentre in tutta Italia si assiste ad un'accelerazione della nuova corsa all'oro nero - come documenta Luigi Carletti in Inchiesta italiana sull'edizione di ieri di Repubblica e su RepubblicaTv - si ha infatti notizia che poco più di un mese fa, il 7 maggio, il ministero delle infrastrutture ha chiesto un parere alla capitaneria di porto di Livorno sulla istanza della Key di sondare il petrolio nel mare d'Elba. Alla luce di queste rilevazioni, inoltre, c'è chi finalmente legge l'inspiegabile presenza, l'inverno scorso, di gigantesche piattaforme illuminate come astronavi al largo delle isole dell'arcipelago. "Dicevano che erano solo di passaggio e che si rifugiavano vicino costa per il maltempo - racconta Umberto Mazzantini di Legambiente arcipelago toscano - Evidentemente erano piattaforme della Key impegnate nelle attività preliminari di valutazione geologica e geofisica del fondo marino". Del resto la stessa Key ammette di essere avanti coi lavori preparativi. "I due pozzi all'interno dell'area di richiesta di concessione all'Elba hanno entrambi dimostrato presenza di gas - afferma la compagnia petrolifera - Le relazioni sono attualmente sottoposte alla valutazione del ministero per l'ambiente e la Key è in attesa del responso finale e dell'approvazione del ministero".

Gli australiani non fanno mistero dei loro progetti. Cercano di espandere le trivellazioni - scrivono nel loro sito - "in Paesi politicamente stabili che offrano condizioni fiscali attraenti". Operano così in Tanzania, Suriname, in Namibia. E ora puntano sull'Eldorado Elba. "Roba da non credere - brontola Mazzantini di Legambiente - Da una Paese in via di sviluppo ad un altro: dalla Tanzania all'Italia. Da un paradiso fiscale per petrolieri all'altro, sempre l'Italia appunto. E' incredibile che una multinazionale che si sta facendo largo a gomitate nei Paesi in via di sviluppo abbia preso di mira il mare protetto dell'Elba per le sue colonizzazioni petrolifere. Chiediamo ai Comuni dell'arcipelago, alle Province di Livorno e Grosseto, alla Regione e al Parco Nazionale di opporsi immediatamente con atti ufficiali a questa follia".

http://firenze.repubblica.it/cronaca...irino-4967745/

Nell'ottica di una azienda che cerca di fare profitti e non disastri ambientali trovo legittima la richiesta, se poi le zone interessate sono paradisi protetti trovo altrettanto legittimo, doveroso e obbligatorio negare i permessi.
Quello che trovo poco onesto è buttare sempre il discorso sulla politica facendo passare l'Italia sempre come un paese del terzo mondo.
Mi pare un pessimo stile e repubblica è maestra in questi metodi.
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Vecchio 20-06-2010, 23:22   #3
molli89
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Nell'ottica di una azienda che cerca di fare profitti e non disastri ambientali trovo legittima la richiesta, se poi le zone interessate sono paradisi protetti trovo altrettanto legittimo, doveroso e obbligatorio negare i permessi.
Quello che trovo poco onesto è buttare sempre il discorso sulla politica facendo passare l'Italia sempre come un paese del terzo mondo.
Mi pare un pessimo stile e repubblica è maestra in questi metodi.
Quotissimo!!!!
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Vecchio 20-06-2010, 23:25   #4
miki
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Quello che trovo poco onesto è buttare sempre il discorso sulla politica facendo passare l'Italia sempre come un paese del terzo mondo.
Mi pare un pessimo stile e repubblica è maestra in questi metodi.
Beh non vedo cosa ci sia di male nello scrivere la verità... Siamo davvero un paese politicamente stabile che si fa letteralmente fregare le risorse naturali da sotto il sedere... Forse siamo solo leggermente più stabili politicamente rispetto ai paesi del terzo mondo sopracitati, ma per il resto... :)

Vatti a vedere i canoni di sfruttamento per le nostre risorse naturali... Gli imprenditori (da quelli delle acque minerali a quelli del petrolio) sono ancora lì che se la ridono da decenni alle spalle del nostro Stato... Non mi sembra proprio fare politica, è trasversale la faccenda...
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Vecchio 20-06-2010, 23:26   #5
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Nell'ottica di una azienda che cerca di fare profitti e non disastri ambientali trovo legittima la richiesta, se poi le zone interessate sono paradisi protetti trovo altrettanto legittimo, doveroso e obbligatorio negare i permessi.
Quello che trovo poco onesto è buttare sempre il discorso sulla politica facendo passare l'Italia sempre come un paese del terzo mondo.
Mi pare un pessimo stile e repubblica è maestra in questi metodi.
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Vecchio 20-06-2010, 23:45   #6
manu 88
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non volevo scatenare una discussione politica ma solo di tutela ambientale...
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Vecchio 20-06-2010, 23:46   #7
Ivano53
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Nell'ottica di una azienda che cerca di fare profitti e non disastri ambientali trovo legittima la richiesta, se poi le zone interessate sono paradisi protetti trovo altrettanto legittimo, doveroso e obbligatorio negare i permessi.
Quello che trovo poco onesto è buttare sempre il discorso sulla politica facendo passare l'Italia sempre come un paese del terzo mondo.
Mi pare un pessimo stile e repubblica è maestra in questi metodi.
Nessuno , vuole buttare il discorso sulla politica, tu lo pensi, ma sei fuori rotta. Qui si cerca solamente di denunciare certe nefandezze, che come dici tu,sarebbe doveroso e obbligatorio negare i permessi specialmente in paradisi protetti.Ormai sono piene le cronache delle "schifezze" che vengono perpetrate ai danni del nostro paese in tutti i settori per il lucro personale.Le cronache ne sono piene tutti i giorni, e siamo noi, a far diventare questo paese di terzo mondo.Doveroso e obbligatorio negare certi permessi, queste sono le parole chiavi, il fatto è, che NON NEGHIAMO MAI, anche di fronte ALL'EVIDENZA.
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Vecchio 21-06-2010, 00:33   #8
Lorenzo
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Non ce nulla di male nel dire la verità..e neanche nel dire l'evidenza dei fatti
__________________
"La neve è una poesia. Una poesia che cade dalle nuvole in fiocchi bianchi e leggeri. Questa poesia arriva dalle labbra del cielo, dalla mano di Dio. Ha un nome. Un nome di un candore smagliante. Neve."
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