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Meteorologia Parliamo di meteorologia... |
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23-11-2021, 19:45 | #1501 |
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Cresce, di anno in anno, il numero degli eventi estremi e dei comuni colpiti in Italia: lo afferma il Rapporto dell'Osservatorio CittàClima 2021 di Legambiente secondo cui dal 2010 al 1 novembre 2021 sono stati registrati 1.118 eventi meteorologici estremi (133 nell'ultimo anno, +17,2% rispetto alla scorsa edizione del rapporto) in 602 comuni (+95 rispetto allo scorso anno, quasi +18%) con 261 vittime (9 solo nei primi dieci mesi di quest'anno).
Il rapporto - realizzato con il contributo del Gruppo Unipol e la collaborazione scientifica di Enel Foundation - evidenzia che Roma è stata la città più colpita, seguita da Bari, Milano, Genova e Palermo. (Qui la mappa interattiva del rischio climatico nelle città italiane) Sono 14 in tutto il Paese le aree più colpite da alluvioni, trombe d'aria e ondate di calore, secondo il Rapporto: ad intere città vanno aggiunti la costa romagnola e a nord delle Marche (42 casi), la Sicilia orientale e la costa agrigentina (38 e 37 eventi estremi), l'area metropolitana di Napoli (31 eventi estremi), il Ponente ligure e la provincia di Cuneo, con 28 casi in tutto, il Salento, con 18 eventi, la costa nord Toscana (17), il nord della Sardegna (12) e il sud dell'isola con 9 casi.
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"Non si gioca a scacchi con i piccioni: ignorano le regole, buttano tutti i pezzi per aria, sporcano in giro (e gli piace farlo) e alla fine se ne vanno via tutti impettiti convinti di aver vinto una partita che non hanno nemmeno compreso". Mario Tozzi |
01-12-2021, 11:15 | #1502 |
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Sembra un buona notizia per l'elettrificazione dei trasporti:
Che cos’è il litio geotermico ? L’idrossido di litio geotermico è ricavato dalla cosiddetta salamoia geotermica, ovvero dai sali che sono naturalmente disciolti nei vapori delle acque geotermali (165 °C), utilizzate per la produzione di energia geotermica che è una scoperta italiana. Nel 1904 fu infatti il principe Piero Ginori Conti ad avere l’idea di sfruttare i vapori che fuoriuscivano sui Monti Metalliferi – i famosi soffioni boraciferi di Larderello (Grosseto), tutt’ora utilizzati – per convogliarli in turbine e produrre energia. La maggiore densità di centrali geotermiche è attualmente nella zona del Reno, al confine tra le Francia e la Germania, e da qui arriverà il litio prodotto dalla Vulcan Energy per Stellantis, Renault ed LG Chem con le quali la società mineraria australiana ha già chiuso altri accordi analoghi. I vantaggi Il litio geotermico offre molti vantaggi rispetto a quello ricavato da estrazione mineraria e da soluzione salina. Utilizza infatti una quantità di territorio inferiore da 75 a oltre 500 volte, da un sesto alla metà di acqua, costa la metà e molto meno in termini ambientali e di CO2. Si calcola infatti che un kg di idrossido di litio minerario estratto da minerale grezzo (spodumene) comporti emissioni per 15.000 kg di CO2 e di 5.000 kg se ricavato per evaporazione da soluzione salina tanto che attualmente l'estrazione e la produzione di litio provocano emissioni per 1,05 miliardi di tonnellate di CO2: l'equivalente di Regno Unito, Francia e Italia messi insieme. Il brevetto Vulcan Energy Il metodo messo a punto e brevettato da Vulcan Energy, denominato Zero Carbon Lithium, invece utilizza l’energia prodotta dagli stessi impianti geotermici per far reagire, attraverso elettrolisi, il cloruro di litio contenuto nella salamoia, con carbonato di sodio ottenendo così idrossido di litio, pronto per essere utilizzato nella fabbricazione delle celle per le batterie agli ioni di litio. Le acque geotermiche, una volta sfruttate, vengono reimmesse all'interno della faglia a una temperatura di 65 °C. Anche General Motors conta di sfruttare il litio geotermico in Nordamerica ed è entrata nel capitale di Controlled Thermal Resources che mira a estrarre litio geotermico nella zona del lago Salton, in California. E nella stessa area si sta anche sviluppando il progetto analogo della Berkshire Hathaway, holding che fa capo a Warren Buffett. Vantaggi etici Il litio geotermico offre inoltre vantaggi strategici, geopolitici e anche etici. Non proviene infatti da Africa, Australia o Sudamerica dove le condizioni di stabilità politica e di lavoro non sono certo quelle europee e i cui giacimenti sono controllati al 90% dalla Cina, ma dal cuore del Continente, a poca distanza dai centri industriali di produzione delle automobili e delle batterie, attuali e future. In questo modo ci si renderebbe indipendenti, almeno in parte, e si avrebbe una filiera nettamente più corta, tagliando drasticamente anche le emissioni dovute al trasporto delle materie prime e contribuendo a perseguire gli obiettivi di decarbonizzazione sia dell'industria sia di tutta l’Unione europea. Secondo Egec (European geothermal energy council) nei sali delle salamoie geotermiche europee c’è un giacimento disciolto di 13,2 milioni di tonnellate di litio, abbastanza per supportare il 25% del nostro fabbisogno nel 2030.
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13-12-2021, 18:16 | #1503 |
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I meteorologi del NOAA avvertono: la «Tornado alley», cioè il «viale dei tornado» che va dal Texas al South Dakota, un lungo territorio soggetto a eventi di questo tipo, si è molto ampliata negli ultimi anni e tutto il Sud degli Stati Uniti è in pericolo. Lo stesso tornado di venerdì ha attraversato circa 400 chilometri.
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14-12-2021, 16:03 | #1504 |
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L'Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) dell'Onu ha certificato oggi una nuova temperatura massima nell'Artide confermando il record di 38 gradi Celsius registrato l'anno scorso in Siberia.
"Questo nuovo record dell'Artide fa parte di una serie di osservazioni comunicate all'Archivio WMO delle Condizioni Meteorologiche e Climatiche Estreme che rappresentano un campanello d'allarme per il nostro clima che cambia", ha commentato in un comunicato il capo dell'agenzia delle Nazioni Unite, Petteri Taalas.
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29-12-2021, 15:40 | #1505 |
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Copio in questo post l'intervento molto interessante di Gigiometeo
Un evento meteorologico non ha a vedere col clima, e non va confuso con il clima. Gli Stati Uniti sono messi come noi se non peggio (vedere anomalie invernali allegate), nel senso che anche loro hanno inverni sempre più miti. Poi hanno un maggior numero di eventi freddi perché hanno il Canada a un tiro di schioppo e bastano correnti da nord-ovest per farglielo arrivare, noi il gelo vero lo dobbiamo pescare dalla Russia o Siberia con moti retrogradi che sono più rari di quelli meridiani. Il Giappone ha la Siberia a ovest, quindi basta poco per fargli arrivare il freddo, ma anche loro hanno un trend termico invernale sempre al rialzo, non si scappa. Ma a parte questo, la circolazione è cambiata proprio a causa del GW: da un lato un atmosfera più calda si dilata, ovvero occupa un volume maggiore (infatti i geopotenziali aumentano ovunque fino alle soglie della tropopausa), e rinforza la fascia delle alte pressioni sub-tropicali che si espandono sempre più verso nord con tutto quello che ne consegue. Il riscaldamento del nostro pianeta non è uniforme; è maggiore nelle aree polari e quelle delle alte latitudini; è minore, invece, nelle aree equatoriali e subtropicali, che però tendono ad espandersi in senso meridiano, spostando di conseguenza a più alte latitudini, sia la catena degli anticicloni dinamici caldi subtropicali, sia la fascia delle correnti occidentali delle medie latitudini. Il maggiore riscaldamento delle aree polari, rispetto alle aree intertropicali e subtropicali, e l’espansione della fascia intertropicale verso più alte latitudini, causa due conseguenze importanti, per quanto riguarda l’energia cinetica e il vento: - la differenza di temperatura tra aree polari e aree intertropicali tende a diminuire, dunque tende a diminuire la necessità di trasferimento di flussi di calore tra equatore e poli. I flussi di energia cinetica, pertanto, diminuiscono, riducendo, a livello globale, la ventilazione media e l’intensità media del vento. - la distanza tra la fascia intertropicale e le zone polari, tende a diminuire. Dunque, il gradiente orizzontale di temperatura (che misura la differenza di temperatura rispetto alla distanza) tra aree polari e aree intertropicali tende a rimanere quasi invariato. Questo significa che la diminuzione dell’energia cinetica e della ventosità non riguarda le alte latitudini, ma interessa soprattutto le aree subtropicali e le basse latitudini, cioè le aree soggette all’espansione meridiana della fascia intertropicale. Sull'"amplificazione artica", che esiste, essa può incidere su eventi meteorologici, ma non sul trend climatico; infatti ogni tanto abbiamo anche qua periodi, brevi, anche molto freddi, ma all'interno di un trend di segno opposto, ma questa è la cosiddetta variabilità naturale. Sulla corrente del Golfo: non sta poi così male come molti affermano, anche se è in lieve indebolimento, ma non riuscirebbe mai a sovvertire il trend, anche solo invernale, del clima europeo, al massimo si può ambire a un freno. http://ocp.ldeo.columbia.edu/res/div/ocp/gs/ Nessuno afferma che non ci possa essere un ottimo inverno o un ottimo evento anche in Italia, semplicemente è meno probabile e lo sarà sempre meno, anche se alcuni eventi potrebbero essere tosti, nessuno può escluderlo. |
29-12-2021, 15:46 | #1506 |
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E vorrei chiedere a Gigio:
Siccome la scienza ha studiato e scoperto moltissime dinamiche sul clima. Esiste uno studio dove, in assenza dell'umanità sul pianeta, si arrivi alla conclusione di quale sarebbe la temperatura media globale perfetta per avere il massimo sviluppo ed espansione di flora e fauna? |
29-12-2021, 17:16 | #1507 |
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Gli effetti della crisi climatica sono sempre più tangibili. A causa di un'ondata di calore anomala, l'inverno freddo e nevoso dell'Alaska ha registrato temperature e piogge lontane dagli standard del periodo, con il termometro che ha superato i 15,5 °C. Il picco è stato raggiunto sull'isola di Kodiak, dove domenica sono stati registrati 19,4 °C, la temperatura più alta mai registrata nel Paese. Un dato assurdo secondo Rick Thoman, scienziato dell'Alaska Center for Climate Assessment and Policy.
Questa è solo l'ultima rilevazione di un dicembre fuori dal comune: 18,3 °C all'aeroporto di Kodiak, un record di 16,6 °C nella comunità di Cold Bay e almeno otto giorni con temperature superiori a 10 °C nella città di Unalaska, compresi i 13,3 °C del 25 dicembre, il giorno di Natale più caldo dell'Alaska. Il problema più grande, però, non è stato il caldo, ma l'umidità: le precipitazioni massicce hanno causato i disagi maggiori per la popolazione. L'area di Fairbanks, la seconda città del Paese, è stata travolta dalla tempesta più violenta mai registrata nello stesso periodo dal 1937. A Delta Junction, 153 chilometri a Sud-Est di Fairbanks, il tetto dell'unico negozio di alimentari è crollato per colpa della neve. E oltre alle nevicate, le piogge violente hanno portato il ghiaccio, causando interruzioni di corrente e la chiusura di strade e uffici. Una situazione talmente catastrofica da essere già stata soprannominata Icemageddon, apocalisse di ghiaccio. La situazione è molto simile in tutti i Paesi dell'estemo Nord, sia in inverno che in estate. L'organizzazione metereologica mondiale ha certificato i 38 °C misurati il 20 giugno 2020 a Verkhoyansk, in Siberia, come la temperatura più alta mai accertata più a Nord del parallelo 66,5, cioè oltre il Circolo polare artico. Forse questa è una parziale risposta a Campaz, clima mite e piovoso faranno fiorire l'Alaska come non mai ... ma non so se sia un fatto positivo a livello della biodiversità globale.
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29-12-2021, 17:37 | #1508 | |
Socio AsMER
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Detesto la nazionale azzurra, però lo dico. Non me ne fotte nulla del Rwanda, però lo dico. Voi no, non ve ne fotte, ma non lo dite! Non sono eroico; me ne infischio di me stesso, del governo, della politica, del teatro.. C. Bene |
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29-12-2021, 18:12 | #1509 |
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Sinceramente non volevo andare a parare da nessuna parte, perché ormai il discorso l'abbiamo già "parato e riparato" da anni.
Era per entrare in ottica fantascientifica. Per esempio, se ci fosse un pianeta gemello al nostro senza umanità da poter colonizzare, con la possibilità di puntare il termostato, a che temperatura media sarebbe meglio regolarlo? Per avere la massima produttività? Cioè, se dovessimo colonizzare il nostro pianeta partendo da zero, avendo con noi l'arca di Noe' piena di animali e semi, senza una meta precisa dove andare, ma solo volendo sfruttare al massimo lo sviluppo produttivo del pianeta per poter sviluppare al massimo le specie animali e vegetali (inteso non come numero di specie ma più come massa complessiva del tutto) So che é una ricerca fantascientifica e assurda, ma siccome sento di tante ricerche assurde, magari esiste qualcosa anche su questo... |
29-12-2021, 19:59 | #1510 | |
Socio AsMER
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